L’undicesima tappa è quella che separa La Rioja da San Juan: 712 km totali, di cui 431 km di prova speciale caratterizzati dalla presenza di molta sabbia fine (il fesh-fesh) e da un caldo torrido. La terzultima speciale, come accaduto anche alla prova del giorno precedente, inizia con un ritardo di 30’ dovuto ai mezzi di soccorso aereo che, per le 8 (ora locale), non sono ancora in grado di sollevarsi per garantire la sicurezza (la notte recedente hanno fatto gli straordinari). Il ritardo non è l’unica cosa che accomuna questa e la tappa precedente: anche questa volta la prova speciale viene accorciata (da 431 a 243 km) per ragioni di sicurezza. Mai come in questa edizione della Dakar i piani sono cambiati rispetto a quanto pianificato. Il primo pilota a partire è Stefan
Svitko, l’autore della vittoria nella decima tappa, seguito da Benavides, Price, Gonçalves e Antoine Meo. È proprio quest’ultimo,
il cinque volte campione del mondo enduro, ad avere la meglio sugli altri piloti in gara e ad aggiudicarsi il successo con 18” di vantaggio su Price. Per Meo è la seconda vittoria personale (
ha vinto la tappa 7) e la sua prestazione gli permette di piazzarsi virtualmente sul podio, grazie anche al vantaggio guadagnato su Quintanilla, ora 4° a +1’33” nella classifica generale. Come però spesso accade, il talento va di pari passo con un pizzico di fortuna e la sorte sembra aiutare Meo, il cui podio è strettamente legato all’uscita dai giochi di un altro fra i protagonisti: Paulo Gonçalves.
La Dakar 2016 ha sorriso al portoghese del Team Honda HRC per tutta la prima settimana di gara, durante la quale Paulo si è imposto come uno dei favoriti alla vittoria finale; dopo la giornata di riposo, però, la sfortuna sembra essersi abbattuta su di lui. Dopo la
caduta nella
tappa 8 e l’arbusto conficcato nel radiatore durante la
tappa 9, dato che “non c’è due senza tre”, durante la tappa 11 il portoghese è vittima di un brutto incidente. Nella caduta Gonçalves rimedia un lieve commozione cerebrale e viene trasferito con l’elisoccorso all’ospedale di San Juan. Le sue condizioni non sembrano essere gravi e Paulo non corre attualmente alcun pericolo, la sua Dakar però finisce qui. Dopo Meo, ottima prova anche per Price, che sembra sempre più vicino alla vittoria finale. L’australiano si piazza secondo alle spalle del francese, una posizione che gli permette di tenere ben salda la leadership senza forzare con il rischio di compromettere le ultime due tappe. Inoltre nell’undicesima speciale Price guadagna 12’ su Svitko, secondo in classifica generale e suo diretto concorrente. Alle spalle di Meo e Price chiude la tappa un buon Quintanilla, 3° a +2’48”. A seguire Rodrigues, 4° a +6’02”, e Van Beveren, 5° a +12’09”; i due piloti Yamaha mettono in tasca minuti preziosi nella lotta contro i diretti avversari e tengono alto il nome della Casa dei Tre Diapason dopo il
ritiro di Botturi.
Buona la gara di Benavides, anche se un errore di navigazione lo porta a chiudere la tappa al 6° posto a +12’03”, un risultato che condiziona la sua corsa al podio. In aggiunta, Benavides ora deve guardarsi le spalle nella classifica generale dalla Yamaha di Helder Rodrigues, a soli 5’ di distacco. Dietro l’argentino della Honda un opaco Stefan Svitko chiude 7° a +12’29”. A completare la top ten della tappa 11 si inseriscono tre KTM: 8° Blythen (+21’28), 9° Viladoms (+25’29”) e 10° Farres Guell (+27’07”). L’uscita dai giochi di Gonçalves accende necessariamente il riflettore su Brabec e Metge, verso i quali c’è la massima collaborazione da parte di tutto il team; lo statunitense chiude la tappa in undicesima posizione, seguito dal francese. Fra i piloti italiani il più competitivo in questa speciale è Cerutti, che chiude al 13° posto. Laia Sanz, una fra le due donne di questa Dakar (l’altra è Rosa Romero Font che corre con il Team Himoinsa su una KTM, 66esima in questa tappa e 67esima nella classifica generale), porta a termine la tappa al 21° posto con alcune difficoltà, dovute soprattutto al fatto di essere in sella con la febbre alta.
Per quanto riguarda gli altri protagonisti a far parlare di sé è Espinasse, l’unico pilota a correre con una Husqvarna 125 2T. Il numero 111, contro ogni previsione è ancora in gara. Dato per spacciato fin da subito, Sylvain è riuscito a superare le faticosissime dune di Fiambalà raggiungendo all’alba il bivacco. Dopo una sola ora di sonno, durante la quale il suo meccanico ha messo mano alla moto per sistemarla, Espinasse riparte per correre la tappa numero 11 e all’arrivo fa registrare l’83° tempo.
Nella Classifica generale ci sono tre KTM sul podio. La prima è quella di Toby Price, seguito da Svitko (+35’23”) e da Meo (+43’46”). Al 4° posto l’Husqvarna del cileno Quintanilla (+45’19”), ancora in corsa per raggiungere la terza posizione. Nella top 10, a seguire, troviamo al 5° posto Benvavides (+57’05”), 6° Rodrigues (+1h 02’01”), 7° Van Beveren (+1h 33’46”), 8° Brabec (+1h 39’55”), 9° Farres Guell (1h 41’58”), 10° Monleon (+3h 09’44”).
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