Scrambler Desert Sled: regina della sabbia

Prova Ducati Scrambler Desert Sled 2017, versione offroad della best seller post heritage bolognese. Il primo contatto con la più offroad delle Ducati (non solo Scrambler) ci sorprende e conquista: le modifiche ciclistiche (cerchio anteriore da 19", nuova posizione di guida, sospensioni a lunga escursione) la rendono sfruttabile anche nel fuoristrada; su asfalto rimane godibilissima e più confortevole della sorella Icon
1/30 Ducati Scrambler Desert Sled 2017: test di Motociclismo. Nicolò Codognola nei dintorni di Tabernas, in Spagna, dove sono stati girati alcuni western (“Il buono, il brutto e il cattivo” solo per citarne uno)

svolta offroad a eicma

Una tra le Case più attive ai saloni di fine 2016 è stata Ducati. A Colonia e Milano, il Marchio bolognese ha portato novità in ogni “ramo” della propria gamma: dall’evoluzione di alcuni modelli (Multistrada 1200, Diavel, Monster 821, 1299 Panigale e Monster 1200) alla presentazione di modelli inediti e innovativi, come la Multistrada 950, la Monster 797, la SuperSport, la stratosferica 1299 Superleggera
Non poteva ovviamente mancare all’appello la famiglia della Land Of Joy, rappresentata a Eicma dalle due inedite proposte del brand Scrambler, che rispondono al nome di Café Racer e Desert Sled.

con l'america in testa

Oggi ci occupiamo proprio della Scrambler Ducati Desert Sled, perché siamo in Spagna a provarla! Pensata per la guida offroad non impegnativa, vanta un motore da 803 cc ma a spiccare è un'estetica che richiama le "Slitte del deserto" americane degli anni '60 e '70: cerchio anteriore da 19", parafango alto, paramotore, nuova posizione di guida e sospensioni a lunga escursione. Cliccate qui per sapere tutto sulla tecnica e la filosofia di questa inedita “fuoristrada” firmata da Borgo Panigale (senza dimenticare i video, le foto, le info su disponibilità, colori e prezzi), e non perdetevi tutti gli approfondimenti su Motociclismo di febbraio 2017.
 
Ma ora andiamo al sodo: come va la Scrambler Desert Sled, che arriva sul mercato nel mese di febbraio 2017 (rossa a 11.200 euro, bianca a 11.400 euro)? Ce lo dice Nicolò Codognola (qui le foto del test).

Moda o stile di vita?

Mi guardo attorno e vedo, nel mondo delle special, un proliferare di vecchie enduro anni 80 scramblerizzate. Moto tipo Honda Dominator, Yamaha XT, Suzuki DR spogliate di tutto, dotate di un serbatoio a goccia e utilizzate per gironzolare in città. Carine, spesso un po’ troppo uguali tra loro, ma tutte con il “difetto” di essere moto vecchie. Sarebbe bello avere il look anni 70-80, ma con un motore più potente e affidabile, magari Euro 4, una ciclistica robusta e la sicurezza di un impianto frenante condito da ABS. Ducati deve aver pensato proprio a questa tendenza, perché la nuova Scrambler Desert Sled risponde proprio a queste esigenze. Se sei a bordo strada e la vedi arrivare da lontano, accompagnata da quel suo gustoso rombo cupo, sembra proprio una delle enduro anno 80 che abbiamo elencato prima. Poi quando ce l’hai sotto il naso ti accorgi che è una Scrambler.

Telaio ridisegnato e sospensioni rialzate

Ed è, tra le scrambler di varie marche oggi presenti sul mercato (BMW, Morini, Triumph…) la più adatta ad affrontare il fuoristrada. A Borgo Panigale ci tengono a sottolineare che non è una offroad pura, ma il lavoro compiuto dagli ingegneri per adattarla alla guida fuori dall’asfalto è egregio. Tanto per cominciare hanno irrobustito il telaio con piastre laterali forgiate a sostegno del motore, che così non è più elemento stressato della ciclistica. Sul lato sinistro, dove l’ammortizzatore asimmetrico scarica tutta la forza, c’è un traversino che irrigidisce ulteriormente il traliccio. Anche il forcellone è stato ridisegnato e allungato. L’interasse totale ora è di 1.505 mm. Cresce poi la corsa delle sospensioni: 200 mm su entrambi gli assi, con una robusta forcella a steli rovesciati completamente regolabile e un mono con precarico ed idraulica in estensione modificabili, entrambi firmati Kayaba. Le ruote a raggi, con l’anteriore da 19”, montano Pirelli Scorpion Rally STR sviluppate apposta per questa moto. La sella è più alta (860 mm) e imbottita, ma ben raccordata al serbatoio e sciancrata sui fianchi, in modo da poter toccare terra abbastanza facilmente. La distanza delle pedane cresce, così che il passaggio dalla guida seduta a quella in piedi richiesta dall’offroad sia facilitata. E il manubrio con traversino, ampio e alto come quello di una moto da cross, è bello distante. L’ergonomia, per me che supero di poco i 180 cm di altezza, è perfetta. Confortevole più della compatta Scrambler Icon, mi regala una piacevolissima sensazione di totale controllo.

Pesa di più, ma non si sente

Totale controllo anche in fuoristrada. Il nostro test, nel deserto di Tabernas, in Spagna, dove sono stati girati alcuni western (“Il buono, il brutto e il cattivo” solo per citarne uno) inizia subito con un bel trasferimento nel letto sabbioso di un fiume in secca. In piedi sulle pedane, peso sul posteriore e avantreno leggero per galleggiare sulla sabbia, ABS disinserito: la Desert Sled rende onore al suo nome (le “slitte del deserto” erano le maxi che correvano la Baja Caliornia negli anni 60 e 70) volando su sassi e ghiaia, assorbendo bene le asperità e facendosi condurre con grande facilità anche da chi non ha molta esperienza in fuoristrada. Più pesante della Icon (197 kg dichiarati a secco) non fa però avvertire i kg di troppo. Il motore è praticamente identico al passato e, nonostante sia omologato Euro 4, non perde neppure uno dei suoi generosi 75 CV. Di diverso c’è il comando del gas, che ora restituisce una erogazione più dolce e progressiva specialmente nella prima fase di apertura. Tradotto: grande controllo e facili derapate. Certo, per fare i “numeri” di Drake McElroy nel video ufficiale diffuso da Ducati (lo trovate qui) bisogna avere un po’ di mestiere, ma bisogna ammettere che questa Scrambler è davvero amichevole e portata all’offroad.

Efficace anche su strada

Anche su asfalto non delude. Gli pneumatici tassellati di serie hanno un buon comportamento su strada, con rigore e tenuta che non ci si aspetterebbe da pneumatici offroad. Le quote più distese della Icon e la ruota anteriore da 19” regalano una guida più rotonda e morbida. Maneggevole e immediata, la desert Sled è comunque meno scattante della sorella stradale. Il baricentro più alto poi la rende un po’ meno rapida nei rapidi cambi di direzione. Ma rimane comunque godibilissima su asfalto e anzi, la prediligo: la posizione di guida rialzata, il maggiore comfort dato dall’ergonomia più adatta alla mia statura, le sospensioni che, se in fuoristrada assorbono bene, su strada non deludono e anzi offrono buon sostegno. Proprio bella questa Desert Sled. Su Motociclismo di febbraio trovate il test dettagliato con tanti approfondimenti e interviste. Per provarla e trovarla dai concessionari invece bisogna aspettare marzo.

Come anticipato, in colorazione rossa (che ci piace molto) costerà 11.200 euro indicativi chiavi in mano; 200 euro in più per averla bianca (10.950 e 11.150 f.c.). Se poi vi avanzano degli euro, il catalogo di accessori e abbigliamento per farvi sentire totalmente immersi nella Land of Joy, ve li farà sparire alla svelta…

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