09 March 2017

FMI contro il CAI per la libera circolazione sui sentieri

Enduro legale: il Club Alpino Italiano ha chiesto in divieto di transito ai mezzi motorizzati sui sentieri di parchi e aree protette per finalità di svago. La FMI non ci sta e si sta muovendo per far sì che il diritto alla libera circolazione (sancito dalla Costituzione) venga rispettato
Divieto di accesso per le moto!

Si comincia col vietare il transito sui sentieri e poi...

Continua la battaglia a favore dell’enduro legale. Il Dipartimento Normative Fuoristrada e il Dipartimento per le Politiche Istituzionali della Federazione Motociclistica Italiana si sono riuniti per esaminare la Legge Quadro sui Parchi e sulle Aree Protette (Legge 394/91). Il 22 febbraio era il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti e tra quelli presentati alcuni arrivano dal Club Alpino Italiano. In particolare, ce n'è uno molto proibitivo per l’enduro: il CAI ha chiesto infatti il divieto di transito ai mezzi motorizzati sui sentieri di parchi e aree protette per finalità di svago.
Secondo la FMI, l’emendamento è da considerarsi una proibizione generale della circolazione e c’è il rischio che tale divieto venga poi esteso in futuro senza discriminazione di luogo. La Federazione ci tiene a precisare che il rispetto di parchi e aree protette è legittimo e condivisibile, ma ciò non preclude al diritto della libera circolazione (sancito peraltro dalla Costituzione e regolato dal Codice della Strada). La FMI si sta quindi muovendo per fare in modo che tale diritto continui ad essere tutelato dalla legge.
Moto e natura possono convivere

“Noi siamo per la libera circolazione, nel pieno rispetto delle regole”

Giovanni Copioli, presidente FMI
Queste le parole di Giovanni Copioli, Presidente FMI: “Il diritto sulla libera circolazione deve essere garantito a tutti, motociclisti compresi. Noi siamo per il rispetto del territorio e per una reale condivisione dello stesso; è ovvio che i parchi e le aree protette debbano essere assolutamente rispettate, ma deve essere altrettanto ovvio che la libertà di movimento e la libera circolazione devono essere un diritto regolato da norme condivise ed univocamente sostenute, da tutti i soggetti coinvolti (evitando falsi proibizionismi e lotte ideologiche di finto potere), perché questa è la strada da intraprendere affinché possa essere fruito da tutti nel pieno rispetto delle regole”.

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