Sherco Enduro 2018: le abbiamo provate tutte!

La SE-R 125 si aggiunge alle cinque moto da enduro già in gamma. È lei la "fuoriclasse" su cui Sherco punta per il 2018. Sulle altre arrivano modifiche di dettaglio per ottimizzare prodotti ormai ben collaudati. La nostra prova
1/26 La Sherco 125 SE-R 2018 in azione. La centralina dà la possibilità di scegliere fra due mappe: una a potenza massima, per erogare a pieno regime i 36,6 CV a disposizione; l’altra con una curva di coppia più “tranquilla” che prevede l’erogazione di 3 CV in meno
1/26 La Sherco 125 SE-R 2018 in azione. La centralina dà la possibilità di scegliere fra due mappe: una a potenza massima, per erogare a pieno regime i 36,6 CV a disposizione; l’altra con una curva di coppia più “tranquilla” che prevede l’erogazione di 3 CV in meno
Sherco è una realtà in continua crescita dal 2010 a questa parte, stimata nell’ultimo anno nell’ordine del 15-20% d'incremento delle vendite, frutto di grossi investimenti che si registrano non solo nell’introduzione della nuova 125 2T, ma anche in una nuova sede aziendale (per quanto riguarda la location francese a Nimes) che vanta un'area di 13.000 mq con una capacità di produzione da 25 a 100 moto al giorno. Indubbiamente una grande ventata di ottimismo e voglia di credere nel mondo del fuoristrada! Abbiamo parlato della “location francese” in quanto la stessa Sherco si definisce “franco-spagnola” per via di una sua parte importante di produzione sita in territorio iberico. Questa molteplicità di location si ripercuote anche su una varietà di modelli e indirizzi: dalle classiche trial fino all’enduro, passando dai grossi investimenti che hanno visto la squadra ufficiale al via delle più importanti competizioni di rally, conquistando per altro ottimi risultati anche in queste competizioni. A questo si aggiunge la parte dei prodotti stradali della gamma da 50 cc e ovviamente l'impegno nel Mondiale EnduroGP in cui Sherco ha fatto suo il titolo assoluto nel 2016 con l'accoppiata Azzalin/Phillips.

Cliccate qui per vedere i video ufficiali della gamma Enduro Sherco 2018.

Come vanno i modelli 2018?

La gamma 2018 della casa di Nimes, arricchita quest’anno dalla 125, è molto ampia. Per questo motivo partiamo da una panoramica generale sulle caratteristiche che accomunano tutti i modelli. La prima cosa che ho percepito sin dall'inizio è una buona maneggevolezza sia nei tratti lenti sia nei punti dove si guida con un po’ più di velocità. La tipologia di linea sviluppata dai ragazzi di Sherco era molto lenta e quindi poco adatta per valutarne la stabilità nel veloce ma, al contrario, le caratteristiche di guida, comuni a tutte le moto, sono state molto apprezzate. L’altezza tra le pedane e la sella è incrementata, accomunandola a quelle che sono le medie dei concorrenti. Anche l’altezza sella-manubrio è leggermente cresciuta, una minima differenza che può essere ovviata già spostando l’inclinazione del manubrio stesso più indietro. La piega proposta mi è piaciuta subito, in linea con il trend recente di utilizzarle più dritte. L’impianto frenante Brembo è come al solito performanti, anche se ho trovato il freno anteriore un po’ troppo spugnoso. Al contrario il freno posteriore è ben reattivo e non ha calato di prestazioni nonostante le continue sollecitazioni di questo tipo di percorso. Si apprezza anche il setting delle sospensioni, che strizza l'occhio all'utenza amatoriale. La taratura (soprattutto della forcella) decisamente morbida permette di affrontare i piccoli ostacoli come radici o sassi con un relativo comfort e controllo. Certo che, nel caso in cui la moto finisca tra le mani di un agonista, la necessità di indurire maggiormente è una priorità. Per quanto riguarda l’avviamento elettrico (quello a pedale è stato eliminato da tempo) è buono con tutte le moto, anche nel caso in cui, in una situazione difficile, si voglia far ripartire la moto con la marcia inserita. Un filo difficoltosa l’intuizione sulla scelta delle due mappature: il selettore, non avendo nessuna indicazione, non aiuta nel capire quale sia la mappatura inserita.

Una 125 per tutti

Le caratteristiche di buona guidabilità, proprie di tutti i modelli Sherco, vengono esaltate su questa moto che, facendo della leggerezza il suo punto forte, rende divertente e agile la guida. Il setting morbido della forcella contamina un po' la guida in piedi, perché la moto si abbassa molto davanti. Questo abbinato alla taglia abbastanza "small" che caratterizza le moto franco spagnole. L’ingresso curva è molto buono e l'avantreno non dà mai la sensazione di dover essere “buttato dentro” eccetto nelle situazioni in cui si arriva un po’ lunghi (ma una volta indurita la forcella era migliorata anche in queste situazioni). Il motore ha una buona risposta ai bassi e anche come erogazione cresce di giri in modo omogeneo. Manca solo un po’ di cavalleria pura.

250/300 2T: fuori dal coro

Le caratteristiche che le accomunano sono in primis una ridotta sensazione di controllo nel veloce e, rispetto ai livelli raggiunti dalla concorrenza, un po’ troppe vibrazioni. I due motori presentano caratteristiche abbastanza differenti. Ho preferito la 250 perché più gestibile, al contrario della 300 che è molto aggressiva. Quest’ultima, per uso amatoriale è perfetta in mappatura soft: molto morbida come erogazione e senza eccedere di potenza nel momento in cui la manopola del gas ruota un po’ di più. Il motore del 250 (in mappatura standard) sta nel mezzo tra le due mappature del 300; buona la risposta al gas, ma anche l’erogazione nel veloce, soprattutto per chi ha la tecnica e l’allenamento per gestirlo anche quando le velocità aumentano.

4T: sensazioni diverse

La SEF-R 300 è la migliore creazione di Sherco (non a caso ha conquistato il titolo iridato l’anno scorso). Un compromesso molto gradevole, dove si apprezza da subito la risposta del gas ai bassi regimi che ti permette una guida più morbida e senza la necessità di stare sempre attaccato alla frizione. Il motore del 300 4T è fantastico per la sua spiccata gestibilità, senza avere l’eccessiva potenza di un 450. Inoltre, la differenza di cilindrata rispetto al 250 non si ripercuote nell'utilizzo; entrambi i modelli presentano un’ottima guidabilità sia in piedi sia nelle curve strette affrontate seduto. Il motore del 250 è un po’ più “scarico” di CV, lo si nota nel lento dove, nonostante la seconda marcia, si ha spesso la necessità di stare con la frizione in mano. Questo 250 appare ideale per uso amatoriale per via della sua ridotta potenza, ma sconsigliato per questa categoria di piloti se privilegiano tratti lenti e molto guidati. Tutto l'opposto la 450, una moto molto “muscolosa”, con tanta cavalleria e un'erogazione molto aggressiva. Ha bisogno di piloti forti, che sanno domare l’esuberanza di un motore adatto agli spazi aperti dove la velocità (e non la guidabilità) la fanno da padrone. Il setting del 450 mi è sembrato un po’ troppo morbido per il tipo di moto e per le masse che si deve portare appresso; qualche click in più in compressione fa sicuramente comodo per garantire più stabilità e meno beccheggio tra accelerazione e frenata.

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