Confrontandola con un classico della categoria dei tempi d'oro, la Yamaha Ténéré 600, su asfalto ne esce vincitrice. Vibra meno, è molto più potente (non solo al banco, è molto più rapida a prendere i giri), è più stabile, precisa e frena due milioni di volte meglio. Su asfalto è molto piacevole da usare. Di base si tratta di una RS650R, che SWM ha derivato dalla Husqvarna TE630: era l'ultima dual sport progettata da Ampelio Macchi prima che a Varese arrivasse BMW. Ed Ampelio fa parte del gruppo di persone che hanno ridato vita all'avventura SWM. Della RS sono stati tenuti il telaio ed il motore bialbero da 600 cc (anche se con lo scarico che passa basso per poter montare i tubi paramotore), ma il resto è stato rifatto in chiave turistica. La RS era molto sbilanciata verso il fuoristrada, infatti. Qui abbiamo un cupolino retto da un telaietto in acciaio, un serbatoio da 18 litri anch'esso in acciaio, i già citati scarico basso e tubi di protezione, una sella più larga, imbottita e a due piani (alta sulla T e più sottile sulla X, per mantenere la stessa altezza da sella, 880 mm effettivi), un comodissimo portapacchi, telaietti per le borse laterali, faretti aggiuntivi (poco efficaci). Non si tratta di una semplice "operazione serbatoione" applicata a una RS: la moto su asfalto è molto più comoda e veloce. La posizione di guida è sempre fuoristradistica, con il bacino vicino al manubrio e la postura eretta, ma il cupolino consente di resistere molto meglio al vento della corsa. Due anni fa c'era capitato di usare la RS650R in autostrada, in tappone da 600 km da Milano alla Slovenia e da Milano all'Abruzzo, senza riuscire a tenere velocità di crociera superiori ai 110 km/h mentre, con le Superdual, si riescono a tenere senza problemi i 140 indicati. Dal cupolino non ci aspettavamo molto: si sta seduti molto avanti e sembra quasi di avere il plexiglass sotto alla gola, ma in realtà allontana il grosso della pressione senza creare vortici.