Motociclismo Fuoristrada 12-2018

18 motociclismo fuoristrada | | dicembre 2018 L E I D E E In Toscana è nata una nuova associazione per diffondere il concetto di enduro legale, DIƼDQFDQGR L SUDWLFDQWL H IDFHQGR YDOHUH L ORUR GLULWWL Per ora è un’iniziativa locale, a Lucca, ma l’obiettivo è di creare una rete coordinata che coinvolga tutta la 5HJLRQH &L VSLHJD WXWWR LO SUHVLGHQWH 6WHIDQR 3DUGLQL Ne siamo CERT! ome e quando è nata questa idea? “Nell’estate del 2017, con il passaparola tra amici escursionisti, ed è maturata nel corso del tempo. Tutti avvertivamo l’esigenza di coordinarci e di essere in condizione di poterci esprimere come categoria, più che come singoli. Perché troppo spesso ci vedevano come cani sciolti, l’endurista era solo. Invece siamo una categoria nu- merosa e spesso anche con dei principi e quindi abbiamo pensato di concentra- re un ragionamento comune e renderlo presentabile alle istituzioni piuttosto che agli abitanti o ad altre categorie”. Come siete strutturati? “Siamo partiti in 10 con la costituzione GHOOŮDVVRFLD]LRQH FHUWLƼFDWD GD XQ DWWR notarile e poi abbiamo creato un consi- glio direttivo composto da sei persone. L’idea è quella di strutturare il CERT a li- vello regionale ma non con una struttura verticale; non deve cioè essere una cosa piramidale, che fa capo necessariamen- te alla sede di Lucca, ma si deve diffon- dere a rete su tutta la Regione con sedi localizzate: una a Firenze, una a Livorno e così via, con dei referenti a pari livel- lo. L’eventuale coordinatore non avrà un ruolo da leader, ma si metterà al servizio di un gruppo di persone organizzate e sparse sul territorio”. Qual è la vostra missione? “Partiamo dal presupposto che esiste un problema di convivenza. La nostra pas- sione nasce negli anni 60/70 quando le moto erano poche e le montagne aveva- no una circolazione limitata. L’enduro e l’escursionismo su ruote era un qualcosa da avventuriero locale. Ora la situazio- ne è cambiata, sono cambiate le moto, c’è un maggior numero di appassiona- ti e si è vissuta un’esplosione del modo di vivere la montagna con più biciclette ed escursionisti a piedi. Da qui nasce l’e- sigenza di fare gruppo e di tutelarci vi- cendevolmente, perché tutti abbiamo gli stessi principi, ma spesso non riusciamo a comunicarli, non abbiamo un coordina- mento, non c’è una voce comune. Tutti condividiamo il rispetto e la condivisione dei luoghi dove svolgiamo le nostre atti- vità, ma non lo esprimiamo sempre nel modo giusto. E quando veniamo attac- cati diamo loro vita facile, perché siamo divisi. La missione è quella di far vivere la nostra passione in modo compatibile con il resto dei fruitori degli spazi comuni”. C di Marco Gualdani

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