di Nicolo Codognola - 17 January 2017

Scrambler Desert Sled: regina della sabbia

Prova Ducati Scrambler Desert Sled 2017, versione offroad della best seller post heritage bolognese. Il primo contatto con la più offroad delle Ducati (non solo Scrambler) ci sorprende e conquista: le modifiche ciclistiche (cerchio anteriore da 19", nuova posizione di guida, sospensioni a lunga escursione) la rendono sfruttabile anche nel fuoristrada; su asfalto rimane godibilissima e più confortevole della sorella Icon

svolta offroad a eicma

con l'america in testa

Oggi ci occupiamo proprio della Scrambler Ducati Desert Sled, perché siamo in Spagna a provarla! Pensata per la guida offroad non impegnativa, vanta un motore da 803 cc ma a spiccare è un'estetica che richiama le "Slitte del deserto" americane degli anni '60 e '70: cerchio anteriore da 19", parafango alto, paramotore, nuova posizione di guida e sospensioni a lunga escursione. Cliccate qui per sapere tutto sulla tecnica e la filosofia di questa inedita “fuoristrada” firmata da Borgo Panigale (senza dimenticare i video, le foto, le info su disponibilità, colori e prezzi), e non perdetevi tutti gli approfondimenti su Motociclismo di febbraio 2017.
 
Ma ora andiamo al sodo: come va la Scrambler Desert Sled, che arriva sul mercato nel mese di febbraio 2017 (rossa a 11.200 euro, bianca a 11.400 euro)? Ce lo dice Nicolò Codognola (qui le foto del test).

Moda o stile di vita?

Mi guardo attorno e vedo, nel mondo delle special, un proliferare di vecchie enduro anni 80 scramblerizzate. Moto tipo Honda Dominator, Yamaha XT, Suzuki DR spogliate di tutto, dotate di un serbatoio a goccia e utilizzate per gironzolare in città. Carine, spesso un po’ troppo uguali tra loro, ma tutte con il “difetto” di essere moto vecchie. Sarebbe bello avere il look anni 70-80, ma con un motore più potente e affidabile, magari Euro 4, una ciclistica robusta e la sicurezza di un impianto frenante condito da ABS. Ducati deve aver pensato proprio a questa tendenza, perché la nuova Scrambler Desert Sled risponde proprio a queste esigenze. Se sei a bordo strada e la vedi arrivare da lontano, accompagnata da quel suo gustoso rombo cupo, sembra proprio una delle enduro anno 80 che abbiamo elencato prima. Poi quando ce l’hai sotto il naso ti accorgi che è una Scrambler.

Telaio ridisegnato e sospensioni rialzate

Pesa di più, ma non si sente

Totale controllo anche in fuoristrada. Il nostro test, nel deserto di Tabernas, in Spagna, dove sono stati girati alcuni western (“Il buono, il brutto e il cattivo” solo per citarne uno) inizia subito con un bel trasferimento nel letto sabbioso di un fiume in secca. In piedi sulle pedane, peso sul posteriore e avantreno leggero per galleggiare sulla sabbia, ABS disinserito: la Desert Sled rende onore al suo nome (le “slitte del deserto” erano le maxi che correvano la Baja Caliornia negli anni 60 e 70) volando su sassi e ghiaia, assorbendo bene le asperità e facendosi condurre con grande facilità anche da chi non ha molta esperienza in fuoristrada. Più pesante della Icon (197 kg dichiarati a secco) non fa però avvertire i kg di troppo. Il motore è praticamente identico al passato e, nonostante sia omologato Euro 4, non perde neppure uno dei suoi generosi 75 CV. Di diverso c’è il comando del gas, che ora restituisce una erogazione più dolce e progressiva specialmente nella prima fase di apertura. Tradotto: grande controllo e facili derapate. Certo, per fare i “numeri” di Drake McElroy nel video ufficiale diffuso da Ducati (lo trovate qui) bisogna avere un po’ di mestiere, ma bisogna ammettere che questa Scrambler è davvero amichevole e portata all’offroad.

Efficace anche su strada

Anche su asfalto non delude. Gli pneumatici tassellati di serie hanno un buon comportamento su strada, con rigore e tenuta che non ci si aspetterebbe da pneumatici offroad. Le quote più distese della Icon e la ruota anteriore da 19” regalano una guida più rotonda e morbida. Maneggevole e immediata, la desert Sled è comunque meno scattante della sorella stradale. Il baricentro più alto poi la rende un po’ meno rapida nei rapidi cambi di direzione. Ma rimane comunque godibilissima su asfalto e anzi, la prediligo: la posizione di guida rialzata, il maggiore comfort dato dall’ergonomia più adatta alla mia statura, le sospensioni che, se in fuoristrada assorbono bene, su strada non deludono e anzi offrono buon sostegno. Proprio bella questa Desert Sled. Su Motociclismo di febbraio trovate il test dettagliato con tanti approfondimenti e interviste. Per provarla e trovarla dai concessionari invece bisogna aspettare marzo.

Come anticipato, in colorazione rossa (che ci piace molto) costerà 11.200 euro indicativi chiavi in mano; 200 euro in più per averla bianca (10.950 e 11.150 f.c.). Se poi vi avanzano degli euro, il catalogo di accessori e abbigliamento per farvi sentire totalmente immersi nella Land of Joy, ve li farà sparire alla svelta…

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