di Marco Gualdani - 14 June 2018

MXGP: l’analisi dell’infortunio di Herlings

L’olandese leader del Mondiale si è rotto la clavicola in allenamento, alla vigilia del GP della Lombardia. Operato in tutta fretta, rientrerà in Indonesia, quando gli equilibri del Mondiale potrebbero essere diversi

Molti lo avevano detto, i restanti lo avevano pensato. Il ritmo che stava imprimendo Jeffrey Herlings al Mondiale era davvero troppo elevato per non esporlo a un incidente che avrebbe potuto avere conseguenze fisiche. Così è successo: durante un allenamento sulla pista olandese di Berghem il pilota KTM è finito pesantemente a terra, rimediando la frattura della clavicola destra, già infortunata in passato.

Trasferito rapidamente in Belgio, è stato subito operato dal Dottor Claes, lo specialista dei piloti di motocross. La frattura è avvenuta in corrispondenza della piastra inserita nel 2016 e quindi opportunamente modificata nel corso dell’operazione. I tempi di recupero classici per un infortunio di questo tipo variano dalle 3 settimane a 1 mese, salvo imprevisti; per questo motivo è ormai certo che Herlings salterà il GP della Lombardia previsto per questo fine settimana (16-17 giugno a Ottobiano), per rientrare in Indonesia, probabilmente già nel primo dei due inediti GP previsti per il 1 e l’8 luglio.

I PRECEDENTI

Quello che Herlings sta passando in queste ore lo ha già vissuto altre volte. Dal primo titolo MX2 del 2012 non ha mai più concluso una stagione incolume e anche negli anni degli altri due Mondiali conquistati (2013 e 2016) ha saltato almeno due GP per colpa di un infortunio, proprio alle spalle. Nel 2014 e 2015, invece, gli infortuni sono stati più seri (frattura di femore e bacino), in entrambi i casi mentre era largamente in testa alla classifica MX2, entrambe le volte per un eccesso di zelo che gli è costato caro. L’anno scorso, al debutto nella MXGP, si infortunò alla mano proprio a Ottobiano nella terza prova degli Internazionali, sempre per lo stesso “vizietto” di voler esagerare, iniziando poi il Mondiale molto sottotono.

CAVALLO PAZZO

Del resto è fatto così: è un pilota dal talento immacolato, capace di fare cose in sella che pochi altri riescono a imitare, ha una velocità incredibile, sulla sabbia è impressionante e si è meritato la testa del Mondiale MXGP con un inizio di stagione eccezionale. In queste prime 10 gare ha vinto 8 volte, in ogni condizione, dimostrando una supremazia devastante che lo ha reso capace di rimonte impossibili, di sorpassi all’ultimo giro, di partenze al comando anche da posizioni al cancello molto sfavorevoli. Tutto questo apparentemente con una facilità disarmante, sembrava persino avere mitigato la sua irruenza con un elevato controllo della situazione. Il suo diretto rivale Tony Cairoli si è dovuto piegare praticamente 9 volte su 10. Il suo pregio, però, è sempre stato il suo difetto, quella spregiudicatezza che ha spesso pagato con infortuni e titoli mondiali.

LA CADUTA IN ALLENAMENTO

In molti stanno evidenziando il fatto che un incidente in allenamento di sarebbe potuto facilmente evitare. Questo è un concetto che non vale in senso assoluto, ma potrebbe farlo nel caso specifico. Per poter essere competitivi in gara si deve andare oltre proprio in allenamento e, per questo motivo, un incidente in fase di preparazione non deve essere considerato una leggerezza. Diciamo pure che ha molto più senso di una caduta nel primo turno di prove libere mentre si cerca di staccare un “inutile” primo tempo. Tuttavia ci sono delle fasi della stagione in cui l’allenamento va parametrato ai risultati del Campionato. Nel caso specifico, Herlings poteva vantare un vantaggio di 62 punti su Cairoli al giro di boa della stagione. Prendendo come esempio l’esperienza di Tonino, proprio l’anno scorso i due si trovarono a situazioni invertite, con il siciliano in vantaggio che smise completamente di allenarsi tra una gara e l’altra a cavallo dell’estate per evitare rischi, limitandosi a controllare la situazione in gara, vincendo quando poteva e accontentandosi quando non era il caso. A fine anno festeggiò il nono titolo. A giudicare dai video che circolavano nei giorni precedenti alla caduta, con un Herlings scatenato e in formato spaziale, viene da pensare che l’olandese abbia scelto una strategia del tutto opposta. Una strategia che potrebbe anche essere stata filtrata dall’esperienza del team di Claudio De Carli che, una volta capito che in pista non c’era molto da fare, potrebbe aver creato le condizioni per portare Jeffrey alla sensazione di invincibilità che lo ha fregato più volte in passato. Che sia stata una mossa voluta o casuale il risultato è quello che conta. Adesso Herlings si trova in una condizione di svantaggio nei confronti del suo avversario.

LO SCENARIO FUTURO

Nessuno oggi può dire che Cairoli abbia vinto il titolo e che Herlings lo abbia perso. Non ci sarebbe dichiarazione più sbagliata. Anche perché, per male che gli vada, Jeffrey lascerebbe 50 punti all’avversario a Ottobiano, per poi rientrare in Indonesia ancora in testa alla classifica di 12 lunghezze. La differenza, a quel punto, la farà lo stato fisico e mentale di entrambi. Cairoli dovrà inevitabilmente alzare ulteriormente il ritmo per approfittare della situazione e Jeffrey dovrà ritornare in condizione il più presto possibile. Le due gare indonesiane saranno presumibilmente caratterizzate da un clima molto umido, che potrebbe non agevolare il rientro dell’olandese, al quale abbiamo comunque visto fare delle cose sorprendenti in passato. Come quando decise di affrettare i tempi della frattura al femore del 2014 per rientrare all’ultima prova e tentare il tutto per tutto. Perse il titolo per 4 punti su Tixier, ma riuscì nell’impresa. Questa volta è diverso; a fine stagione mancano ancora 10 GP, cioè 20 manche, cioè 500 punti e, soprattutto, più di tre mesi. C’è tutto il tempo e il modo per Herlings di riprendere la retta via, pur con la consapevolezza di non poter più commettere errori. Quel che è certo è che il Campionato sarà ancora più avvincente e che il finale di stagione si preannuncia infuocato. Perché nessuno dei due mollerà di un centimetro fino al’ultima bandiera a scacchi.

Ci vediamo a Ottobiano.

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