Marco Gualdani - 13 May 2022

Pit Beirer: "Per noi un anno difficile. Nessuno sostituirà Herlings"

Il responsabile Motorsport del Gruppo KTM ci parla della complicata stagione sportiva nel Mondiale cross, del perché di certe scelte, dell'assenza di Herlings, dello spostamento di Guadagnini in MXGP e di Antonio Cairoli

Il 2021 è finito con il successo di Herlings all'ultima manche del Mondiale MXGP. Le premesse per il 2022 di KTM erano quelle di confermarsi nella top class e riprendersi lo scettro in MX2, veicolando il lancio delle nuove cross 2023. Purtroppo l'inverno ha stravolto ogni piano, con la tragedia di Hofer e l'infortunio di Herlings. Oggi KTM si trova con una sola moto ufficiale in pista, quella di Vialle in MX2. Una situazione difficile, quasi paradossale. Ne abbiamo parlato con Pit Beirer, responsabile del Motosport di KTM, in occasione del GP d'Italia a Maggiora.

A innescare tutto è stata la scelta di sconvolgere gli equilibri delle squadre ufficiali di KTM, Husqvarna e GASGAS, passati da sei a tre alla fine del 2021?

“Con l’arrivo di GASGAS ci siamo trovati a dover gestire tre diversi brand e questo ha comportato molte opportunità, ma anche nuove sfide: sviluppare le moto in tre direzioni diverse e bilanciare le squadre all’interno dei vari Campionati. Abbiamo dovuto fare delle scelte sulla base dei team che ci davano maggiore sicurezza nel futuro e ridurre l’impegno generale. Eravamo nella condizione in cui quasi metà paddock usava il nostro prodotto, con ciò che questo comporta in termini di pezzi di ricambio, sviluppo, scelte tecniche. Ci siamo trovati anche ad avere i nostri migliori piloti come Tony Cairoli, Jeffrey Herlings, Jorge Prado tutti in sella a KTM. Quindi abbiamo cercato di bilanciare le risorse e secondo me lo abbiamo fatto nel modo giusto. Abbiamo spostato De Carli in GASGAS, consegnando al marchio una delle squadre più forti in circolazione, per di più con un pilota spagnolo come Prado, perfetto per proseguire la tradizione iberica di GASGAS. Non aveva più senso che ci fossero due team KTM in competizione tra di loro. Anche con Husqvarna abbiamo trovato un’ottima soluzione con Nestaan. Un’altra scelta è stata quella di porre un limite di 4 piloti per ogni struttura, consapevoli che con tre Marchi non si possono avere due top rider per ogni team; è fisicamente impossibile, considerando che nel Mondiale sono schierate altre Case molto forti e altrettanto impegnate”.

Ma perché avere solo tre piloti in MXGP e sei in MX2 (considerando anche Hofer)?

“Questione di contratti, già in essere. Il passaggio dalla MX2 ormai è diventato molto breve e per garantirci un futuro in MXGP dobbiamo crescere i nostri giovani direttamente. Eravamo consapevoli che fosse una strategia rischiosa avere un solo pilota in MXGP per brand; abbiamo accusato il ritiro di Cairoli e l’infortunio di Herlings e adesso anche quello di Prado. Ma abbiamo preferito puntare su piloti che potessero garantirci il podio a ogni gara e non averne tanti da top 10. Del resto Gajser è in Honda, Seewer in Yamaha, Febvre in Kawasaki; non è così facile trovare un pilota libero in grado di fare podio. Come detto è stato un rischio calcolato”.

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