Marco Gualdani - 30 March 2023

Thomas Oldrati: "Piedi per terra, ma tutto può succedere"

Manca ormai pochissimo al via del Mondiale EnduroGP; abbiamo incontrato Thomas Oldrati, uno degli azzurri determinati a mettersi in luce nel GP d'Italia ad Arma di Taggia. Sulla breccia da tanti anni, Thomas ha ancora ambizioni importanti

Siamo alla vigilia del primo GP; tu sarai schierato ancora in Enduro1, ancora con Honda. Un plus, avere la possibilità di continuare su una strada ben tracciata?

Sicuramente, sono già un po' di anni che corro con la Honda e posso dire che non ci sia nessuna grande novità per quanto mi riguarda. Ma l’ansia da prima gara del Mondiale c’è e ha sempre il suo fascino. Non sai mai come sei messo rispetto ai tuoi avversari. Fortunatamente l’esperienza che ho maturato in questi anni mi aiuta a essere più tranquillo, abbiamo fatto un buon inverno, lavorato bene con la squadra e le due prove degli Assoluti (Andora e Grado) ne hanno dato prova. Sono sempre più anziano (ride), ma mi sento ancora competitivo con la 250. In realtà il motore ha ricevuto qualche modifica e miglioria meccanica, per cercare di avere più potenza anche a tutti i regimi”.

L’esperienza di cui hai parlato ti permette anche di fare un pronostico su come potrebbe andare la tua stagione?

All’italiano le gare sono sempre di altissimo livello con delle prove speciali quasi da mondiale e su buoni terreni. Io solitamente mi trovo bene nelle PS più difficili e di stampo enduristico, purtroppo, negli ultimi anni soprattutto in Spagna e Portogallo non è che siano così tanto toste. Bisogna comunque andare forte sempre e ovunque, non ci sono scuse. Ho lavorato un sacco proprio per migliorare dove sono più carente e non posso lamentarmi dei risultati. Nel mondiale andremo a correre anche nel nord Europa, quindi mi aspetto terreni più sabbiosi e morbidi, che a me non dispiacciono”.

Parlando dei tuoi avversari, ci sono stati tanti cambiamenti; la classe Enduro1 si è animata parecchio nel Mondiale.

“È normale che ci siano dei passaggi, ultimamente ne ho visti parecchi però penso sia un buon segno; e comunque io ci sono sempre. Josep Garcia è sicuramente il pilota da battere nella Enduro1, però ci sono tanti giovani, come Zachary Pichon, che salgono dalla Junior e non bisogna assolutamente sottovalutarli. Sono sempre stato uno coi piedi per terra, ma come tutti parto puntando alla vittoria. Bisogna avere una mentalità vincente, tutti fanno errori, i campionati non sono solo velocità, ma anche costanza”.

Dato che Honda oggi ha in gamma un ottimo 300 4 tempi, hai valutato la possibilità di correre nella Enduro2?

“No, la 250 mi piace un sacco da guidare; poi nel team c'è Nathan Watson in sella alla 450 e non c’è molto da cambiare. Gli equilibri sotto la tenda del team sono questi e a me vanno bene”.

Con l’avvento dell’EnduroGP un pilota di vertice guarda entrambe le classifiche, sia l’assoluta sia la classe. Andrea Verona ci ha dimostrato che si può vincere nella classe regina anche con una piccola cilindrata.

“Come ti ho detto prima vivo sempre coi piedi per terra, il mio obiettivo e il mio sogno è sempre quello di vincere un Mondiale di categoria. Sono stato tre volte vice campione del mondo purtroppo, quindi, ovvio, mi piacerebbe portare a casa un titolo. D’altro canto sono consapevole che ho sempre fatto tutto il possibile e dato il mio massimo. Se arriverà bene, altrimenti sarò comunque contento della mia carriera”.

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