Marco Gualdani - 04 April 2023

Hurly; una storia fatta di invenzioni

Dai tappeti sotto moto alle calze per le gomme: Nando, Fabio e Chiara ci raccontano come hanno innovato il mondo del motocross attraverso le loro creazioni marchiate Hurly Parts. Il tutto è nato 10 anni fa, da un asciugamano bagnato visto su un serbatoio...

Se bazzicate il paddock del Mondiale MXGP non potete non notarli. Se, poi, vi imbattete nei loro prodotti non potete non appassionarvi alla loro capacità di innovazione. Infine, se avete la fortuna di conoscerli nel privato, scoprirete persone fantastiche. Sono Fabio, Nando e Chiara, cioè quelli che tutti definiscono impropriamente "i fratelli Hurly"; pensando che quello sia il nome di famiglia... Mentre è solo quello dell'azienda!

Nando: "Ah ah ah, è vero. Il bello è come è nato questo nome... Eravamo nell'ufficio brevetti a depositare il nostro primo prodotto e gli avvocati ci hanno chiesto come si chiamasse l'azienda. Solo che nessuno di noi ci aveva mai pensato. Vuoto assoluto! Non so perché, ma ci è venuta in mente una ragazza che avevamo incontrato a cena la sera prima e che indossava una maglietta del brand Hurley. Sarà stato per la ragazza... ma quel nome ci piaceva, solo che non potevamo usarlo. Così abbiamo tolto una lettera ed ecco fatto. Avevamo creato il nome: Hurly!".

Oggi l'azienda con sede a Varese è un riferimento per numerose parti speciali di moto racing da strada e fuoristrada: tappetini sotto moto, protezione radiatori, allestimenti interni dei box/tende, calze per ruote e tanto altro. Il tutto è cominciato da una cover per il serbatoio, ormai 10 anni fa; è Fabio a raccontarci. "Arriviamo tutti da un’azienda metalmeccanica, lavoravamo con impianti di refrigerazione. E siamo sempre stati appassionati di moto, fin da piccoli e abbiamo sempre smanettato. Nell'estate del 2013 ci è venuto il lampo di genio. Eravamo a una gara di motocross in Piemonte e ci siamo accorti che molti piloti mettevano un asciugamano bagnato sul serbatoio, per non far salire troppo la temperatura del carburante con le moto sotto al sole. Così ci siamo chiesti se non esistesse qualcosa di più tecnico e funzionale per schermare il calore e abbiamo unito la nostra passione per la moto con le conoscenze derivanti dal nostro lavoro, sviluppando il primo tank cover. Da lì in poi è stato un percorso che ci ha portato a creare l'azienda e realizzare anche tutti gli altri articoli".

La cover per il serbatoio era una bella idea; la difficoltà era farla conoscere.

Fabio: "A inizio stagione 2014 siamo andati agli Internazionali in Sardegna, per presentare il nostro prodotto ai team e vedere cosa succedeva. Ovviamente eravamo pronti a sentirci dire che l'accessorio non interessava, ma non avevamo nulla da perdere. Abbiamo puntato subito in alto e, per primi, siamo andati a far visita alla squadra di De Carli, dove abbiamo incontrato Nazzareno, l'ex meccanico di Cairoli. Dopo avergli spiegato il prodotto ci ha presentato Claudio, che si è dimostrato subito interessato e voleva tenerselo per provarlo. Ma ne avevamo soltanto uno, anzi era proprio un pezzo unico e dovevamo farlo vedere anche agli altri... Quindi gli abbiamo detto di no. Dopo la gara siamo tornati e glielo abbiamo lasciato. Due giorni dopo ci ha contattato dicendo che funzionava e che ne avrebbe voluti un po', per giunta personalizzati con i vari sponsor del team. Noi eravamo al settimo cielo! Ma poi ci siamo resi conto che la richiesta era per la prima gara del Mondiale in Qatar, prevista per la settimana successiva! Non avremmo mai fatto in tempo a realizzare i tank cover prima della partenza delle casse e l'unica possibilità era quella di andare in Qatar di persona e consegnare tutto a mano. Appena atterrati a Doha siamo andati direttamente in pista poco prima dell'inizio del GP; siamo arrivati al pelo, ma è stata una soddisfazione incredibile per noi vedere il nostro prodotto sulla moto di Tony, che in quel periodo era all'apice della carriera".

Anche perché, se non ricordo male, subito dopo ci fu la caldissima gara in Thailandia...

Nando: "Esatto; e ci fu anche un problema con l’importazione della benzina. I team dovettero usare quella locale, che non era di altissima qualità e in molti ebbero dei problemi tecnici. Indovinate un po' chi non spaccò neanche un motore? Tutte le squadre che usavano i nostri prodotti avevano la benzina fresca sia nel serbatoio della moto sia nel fusto in latta e questo fece la differenza. Da quel momento è partita la moda del tank cover, tutti lo volevano".

Fabio: "Una settimana dopo ci ha contattato ETS Racing Fuels, che ha voluto il nostro prodotto per fare un test comparativo e da quell'analisi eravamo risultati i migliori al mondo. Col tempo poi ci siamo evoluti; girando i campi gara e toccando con mano le esigenze dei vari team abbiamo capito al meglio come aiutare piloti e meccanici durante le gare".

Quello che vi caratterizza è che non avete investito su prodotti già esistenti puntando a migliorarli, ma avete cercato di creare qualcosa che non esisteva.

Nando: "Esatto. Noi cerchiamo sempre di analizzare il lavoro delle squadre per capire cosa serva loro e come rendere le cose più facili. È così che ci vengono in mente le nostre idee. Per esempio le coperture per le gomme: tre anni fa eravamo al GP di Spagna e abbiamo visto che per non sporcare gli pneumatici i meccanici li coprivano con la pellicola trasparente, quella che si usa in cucina per intenderci. Non era una pratica che esaltava una moto ufficiale, non era così bello da vedere. Così ci siamo inventati un prodotto funzionale, sviluppando su scala industriale la moderna calza per la gomma".

Questo è il motivo per cui non vi perdete una gara?

Fabio: "Semplicemente ci piace quel mondo e vogliamo essere presenti a supporto delle squadre, per qualsiasi evenienza. Oltre a carpire le esigenze, forniamo un servizio di assistenza sul campo a tutti i nostri team. Oggi quello che appaga il cliente è essere seguito".

Ormai il vostro impegno non è più solo nel motocross.

Fabio: "Col tempo siamo cresciuti e abbiamo ampliato i nostri orizzonti, arrivando a lavorare con team ufficiali della MotoGP e Gran Turismo; il lavoro fortunatamente non manca. Oltre ai tappetini, realizziamo anche le pareti mobili, quelle con gli sponsor che si vedono nei box, per intenderci. Con l'aumento del volume di affari si è aggiunta in azienda anche nostra sorella Chiara che essendo più giovane di noi ha una mentalità diversa e porta nuovi stimoli e idee".

Qual è l’accessorio che va per la maggiore in questo periodo?

Nando: "Resta sempre il tappeto sotto moto personalizzato con nomi e sponsor; eravamo partiti con l’idea di farne 60-70 al giorno, ora ne facciamo circa 600, distribuiti in tutto il mondo".

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