a cura della redazione - 19 April 2023

Honda studia un sistema di controllo della moto in aria

L'elettronica applicata alla dinamica della moto da fuoristrada diventa sempre più invasiva: dopo traction control, mappature e ABS, Honda lavora sul jump control

Non si può negare che i sistemi di assistenza alla guida siano diventati talmente elaborati da rendere i nostri viaggi in auto o moto sempre più sicuri. Siamo già abituati all'ABS e al controllo della trazione, dell'impennata, l'assistenza al freno motore ecc. Nel mondo offroad, per il momento, si parla solo di mappature della centralina, di traction control e di launch control. Ma Honda sta mettendo a punto un sistema di assistenza al pilota destinato specificamente alle moto fuoristrada: il jump control. Il dispositivo (in fase di brevetto) è illustrato su una moto che assomiglia alla CRF450 Rally e forse è proprio nelle gare di rally-raid, dove i piloti devono affrontare km e km di dune e fatica, che il sistema sarà testato e applicato. Vedremo. Si fonda su tecnologie già note come l'acceleratore ride-by-wire, l'ABS e i sensori di inclinazione, ma aggiunge una telecamera frontale e un computer in grado di elaborare le immagini. La telecamera "vede" la rampa e la centralina ne valuta l'altezza e la distanza. Da qui, il sistema funziona un po' come il controllo di trazione o tutti gli altri aiuti al pilota che conosciamo bene, utilizzando cioè le pre impostazioni per decidere in che misura intervenire.

Nella modalità Salto A il sistema interviene maggiormente, riducendo la velocità della moto man mano che ci si avvicina alla cima del pendio per garantire che le ruote non lascino mai il terreno, utilizzando a tal fine l'acceleratore e, se necessario, i freni. In sostanza, si tratta di un sistema di prevenzione, un po' come quelli delle impennate, dove i sensori di corsa delle sospensioni e di velocità delle ruote anteriori e posteriori indicano alla centralina se la moto è a terra o meno.

Per i piloti più esperti c'è la modalità Jump B che consente salti moderati e aiuta a mantenere il controllo in aria. Si applica una distanza di volo target e, a seconda dell'angolo della pendenza del salto, può ridurre l'accelerazione per assicurarsi di non superarla. Una volta in aria, l'acceleratore e il freno posteriore si attivano in automatico per controllare l'assetto della moto. Come viene fatto oggi dai piloti. Questa modalità mira a tenere la moto in equilibrio per atterrare su entrambe le ruote.

L'illustrazione mostra anche una modalità di salto C più avanzata, che dà ancora al computer il controllo sull'assetto della moto e sulla distanza complessiva del salto, ma che prevede uno slancio tale da far atterrare prima la ruota posteriore. La modalità Jump C potrebbe anche consentire velocità di decollo più elevate e distanze in aria più lunghe.

il nostro commento

D'impatto viene da mettersi le mani nei capelli. Immaginate la sensazione di lanciarsi su un salto e sentire la moto che prende l'iniziativa? Non solo non sarebbe "sicuro", ma neppure piacevole. Pensando, poi, alle infinite variabili che si devono affrontare in un battito di ciglia quando si salta, aumenta ancor più lo scetticismo. Sulle rampe si formano i canali, ci sono detriti, buche. Giro dopo giro quasi mai un salto è uguale all'altro e la correzione del pilota è fondamentale. Lasciando perdere whip e scrub che, comunque, sono manovre funzionali alla guida. Su questo credo che siamo tutti d'accordo.

Ma se analizziamo il sistema dal punto di vista del neofita, ecco che potrebbe avere un'utilità. Pensare di poter sbagliare completamente l'approccio a una rampa ma essere sicuri che la moto assorbirà da sola la parabola potrebbe essere un incentivo per molti a provare un po' di offroad. Confinato in questo ventaglio, magari potrebbe anche avere una sua utilità.

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