Marco Gualdani
30 September 2020

Bandiere gialle e sanzioni; le regole di base

Negli ultimi giorni si sono viste troppi episodi legati al mancato rispetto delle bandiere in pista, nel Mondiale e all’Italiano Junior. Ne parliamo con Gianluca Avenoso della FMI, che ci aiuta a capire le basi del regolamento e quando e come scattano le sanzioni

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Le bandiere di segnalazione sono l’unico modo per poter comunicare ai piloti quello che succede in pista, con la doppia funzione di aumentare la sicurezza e di ridurre al minimo la possibilità che il risultato di gara possa essere falsato, come nel caso delle bandiere blu che comunicano al pilota doppiato di agevolare il sorpasso di chi lo sta per sopravanzare. La loro funzione è fondamentale e tutte devono essere rispettate alla lettera, previa sanzione. Negli ultimi giorni la questione è diventata di assoluta attualità, dopo numerosi episodi che hanno visto protagonisti piloti di diversi livelli: nello scorso GP di Lombardia a Mantova, per esempio, è stata negata la vittoria del GP a Jorge Prado per aver “saltato” nonostante la bandiera gialla esposta. Assieme a lui sono incappati in sanzione anche Paulin e Febvre, quest’ultimo scivolato giù dal podio. Nel successivo GP Città di Mantova (corso ieri 29 settembre) nel Mondiale Femminile la nostra Kiara Fontanesi si è vista togliere la vittoria della prima manche per lo stesso motivo. E ancora: all’ultima tappa dell’Italiano Junior categoria Senior 85 Alfio Puvirenti è stato retrocesso a fine gara per aver chiuso un panettone nonostante la presenza della bandiera bianca con croce rossa (che presuppone la presenza del medico in pista impegnato in un intervento), perdendo il titolo italiano finito così nelle mani di Ferruccio Zanchi. Inutile evidenziare come nessuno di loro sia stato d’accordo e abbia espresso il suo disappunto in varie misura e modalità. È forse il caso di fare un ripasso sulla questione; abbiamo così contattato Gianluca Avenoso, responsabile dell’Ufficio Fuoristrada della FMI, nonché membro del bureau della Commissione FIM, cioè l’uomo più idoneo a spiegare in che modo viene trattata la questione dal punto di vista degli organi competenti.

“Parliamo di una norma di sicurezza molto importante, perché troppo spesso abbiamo visto che il rispetto delle bandiere in pista da parte dei piloti è relativo e deve essere sanzionato perché c’è in ballo la sicurezza dei piloti stessi, in uno sport già ad alto rischio. Questa è la filosofia generale, poi ci sono i casi specifici, ma globalmente quello del rispetto delle bandiere è un tema fondamentale su cui non si può transigere”.

Ci sono differenze tra il regolamento internazionale e quello nazionale?

“Sì, nell’Italiano la sanzione prevede una penalità di 10 posizioni quando salti con bandiera gialla agitata o con bandiera medica esposta, sia gara sia nei turni di prove. Mentre al Mondiale si perdono 2 posizioni alla prima infrazione e 10 alla seconda”.

In che modo vengono individuate queste infrazioni?

“Al Mondiale si hanno maggiori strumenti, potendo sfruttare lo studio di registrazione con telecamere e monitor, funzionali anche per gestire queste situazioni. All’Italiano o alle gare regionali è tutto in mano all’ufficiale di percorso (cioè quello con la bandiera in mano, ndr) che ha il dovere di indicare chi non rispetta la segnalazione al Direttore di Gara; quest’ultimo, a sua volta, inoltra l’informazione al Commissario FMI preposto, con la sanzione che parte in modo automatico e immediato”.

La regola base da rispettare qual è?

“Quando si vede la bandiera gialla esposta e sventolata si deve ridurre la velocità; in teoria non dovresti saltare, ma se ti accorgi della bandiera all’ultimo momento o mentre approcci la rampa di un salto non puoi non staccare le gomme da terra. Quindi quello viene tollerato. La cosa che si vuole vedere, e che viene spiegata chiaramente a ogni briefing pre gara, è che il pilota chiude il gas, niente di più. In quel caso viene considerata rispettata l’intenzione di rallentare e non ci sono problemi. Mentre se il gas non viene chiuso e si affronta il salto si incappa in sanzione. Anche se la cosa viene fatta in buona fede o non si è vista la bandiera”.

A quel punto il “trasgressore” cosa può fare?

“Può fare reclamo al giudice sportivo. Ma è molto raro il caso in cui si possa sovvertire la decisione, perché si tratta di un “dato di fatto”. L’ufficiale di percorso ha fede privilegiata e ciò che dichiara ha valenza assoluta. Per fare un esempio, è come quando un vigile ti multa per essere passato col rosso; per quanto tu possa dire che era giallo, vieni multato”.

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Gianluca Avenoso, responsabile dell’Ufficio Fuoristrada della FMI e membro del bureau della Commissione FIM

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