Beta in MXGP: i primi perché

La Casa toscana ritorna nel motocross con un prototipo 450, che anticipa una moto di serie. Una scelta coraggiosa, ma che porterà beneficio anche alla gamma enduro

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La voce ha iniziato a circolare nell’ultimo dei tre GP di Arco di Trento, che hanno chiuso la stagione 2020: quella di Beta che torna al Mondiale cross era una notizia talmente importante da pensare a una boutade destinata a sgonfiarsi nel giro di poche ore. Invece la cosa si è concretizzata giorno dopo giorno fino alla recente conferma della Casa che con una comunicazione via social ha posto fine al “chiacchiericcio” del settore. È bastata una foto e qualche riga di testo per rendere ufficiale quello che tutti ormai sapevano: Beta torna nel motocross affidando al Team SDM Corse la logistica delle moto, su cui saliranno Jeremy Van Horebeek e Jimmy Clochet.

Nessuna altra informazione, nessuna foto dettagliata della moto (ma troverete le prime immagini su FUORI di gennaio/febbraio), nessun approfondimento ulteriore. E in questa fase è comprensibile. Beta ha solo voluto mettere fine alle illazioni, quasi volesse dire a tutti “Sì, è vero, lasciateci lavorare in pace”. Servirà ancora qualche giorno per avere info più dettagliate e vedere la moto definitiva, che debutterà alla prima prova degli Internazionali d’Italia prevista per il 28 febbraio a Riola Sardo.

Un primo segnale di un ritorno di fiamma di Beta con il motocross lo avevamo avuto mesi fa, quando in USA sono iniziate a circolare delle cross country derivate dalla enduro 300 2T. In quel caso, però, si trattava di soddisfare le richieste di un mercato che cerca quel tipo di modelli… Da lì a schierarsi in MXGP c’è una bella differenza. Invece è così, Beta torna a investire in un settore da cui manca da tanto tempo e in cui la Casa toscana ha fatto storia. I primi investimenti importanti nel cross sono iniziati negli anni 70, all’apice del fuoristrada, con un impegno che spaziava in tutte le cilindrate 125, 250 e 500. Non si è mai riusciti a conquistare un titolo mondiale, ma si sono portati a casa numerosi titoli nazionali e anche qualche toccata nella top five iridata con l’americano Jim Pomeroy. Le difficoltà comunque non mancavano e spesso le moto accusavano problemi di affidabilità. Poi il vuoto. Beta decise di spostare le attenzioni su altri veicoli, tornando nell’offroad a sorpresa nel 2005 con la nuova gamma RR da enduro, crescendo passo dopo passo fino a diventare un riferimento mondiale in questa specialità, sia per prodotto sia per risultati sportivi.

Ma tornare nel cross è un’altra cosa. Le altre Case hanno alle spalle anni di investimenti e sviluppo su uomini e mezzi e il livello tecnico medio delle moto di oggi è altissimo. La missione è quindi molto impegnativa, soprattutto perché Beta ha deciso di schierarsi da subito in MXGP senza prendersi neppure un anno di apprendistato nelle gare minori per mettere ore di sviluppo sulla moto. Sappiamo bene che la filosofia aziendale imposta dall’a.d. Lapo Bianchi è sempre stata quella di muoversi a piccoli passi, non fare errori, valutare bene tutte le situazioni prima di presentare un nuovo modello. Per questo motivo, se da un lato la scelta di Beta appare coraggiosa, dall’altro siamo consapevoli che difficilmente vedremo una moto poco competitiva e non certo una 430 enduro senza faro e targa. Partire da una moto da cross e derivare un modello enduro, per quanto borderline, è possibile, ma il percorso inverso oggi non lo è affatto.

Le prime foto mostrano un modello che, a prima vista, potrebbe sembrare proprio una enduro col 19 al posteriore. Ma non è così. Il telaio è stato aggiornato (diverse forme dei tubi e geometrie dedicate?), le sospensioni Kayaba sono specifiche e anche il motore ha ricevuto un profondo aggiornamento e non solo per lo scarico, vistosamente diverso dalla versione RR; è più che probabile un aumento di cilindrata rispetto ai 430,9 cc effettivi della versione enduro, derivati da un rapporto di alesaggio x corsa di 95 x 60,8 mm. Per il motore della cross avranno aumentato la corsa allineandosi al propulsore di KTM (95 x 63,4 mm) o l’alesaggio, seguendo Yamaha (97 x 60,8 mm)? Lo scopriremo.

Perché è pressoché banale pensare che dopo il debutto in gara possa arrivare anche un corrispettivo modello di serie, magari già nel 2022. Inizialmente una 450, più avanti è lecito auspicare anche una 250 4T. Una cilindrata che manca anche alla gamma enduro e che potrebbe essere derivata proprio dal propulsore della cross. Ma stiamo andando troppo veloci.

Quello che è certo è che il ritorno di Beta nel cross è un segnale importante per tutto il settore, compreso quello dell’enduro, che gioverebbe dello sviluppo tecnico indispensabile per essere competitivi nel motocross. Servirà tempo, non mancheranno le delusioni. Ma pensando a lunga gittata, questa scelta appare molto meno coraggiosa di quanto non sembrasse all’inizio.

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