Il passaggio di Roczen al team Progressive Insurance ECSTAR Suzuki HEP Motorsports lo scorso dicembre, ha creato moltissima curiosità. In pochi pensavano che si potessero raggiungere questi risultati: un main event vinto, terzo posto finale al Supercross USA (a pari punti con Webb), primo nella classe MXGP al Motocross delle Nazioni. Roczen e la Suzuki HEP sono un binomio che funziona, oltre la razionalità. Suzuki non dimostra più alcun interesse verso il mondo del motocross, forse anche prima del 2018 quando ha presentato una RM-Z 450 rinnovata quasi per dovere che per effettivo scopo. I risultati inferiori alle aspettative delle comparative, non solo nostre ma in tutto il mondo, sono chiari. In questi anni la moto non è mai stata evoluta o aggiornata, i team "yellow" sono pian piano scomparsi, le moto nuove arrivano col contagocce e anche gli affezionati del marchio hanno dovuto guardare altrove. A questa condizione tecnica si aggiunge il fatto che Roczen è arrivato al team HEP devastato dal periodo in HRC in cui ha subito problemi fisici e psicologici e sembrava destinato a una chiusura anticipata della carriera. Insomma, le premesse erano del tutto sfavorevoli. E invece sta andando tutto ben oltre le aspettative; anzi benissimo.
Il pilota è rinato, la moto è super competitiva. Eppure il team non è certo famoso per le sue elaborazioni, non ha mai dimostrato capacità di sviluppo, non vanta tecnici di riferimento nel suo staff. Questo aggiunge ulteriore mistero a un'alchimia che, evidentemente, va oltre l'aspetto tecnico. Perché la Suzuki di Roczen non ha nulla di speciale.
L'abbiamo analizzata a fondo, basandoci sulle immagini, sulle informazioni che ci arrivano di prima mano dagli USA e anche dal supporto dei media locali, a cui è stata data la possibilità di testare la moto di Ken alcuni giorni fa, in occasione del test delle Suzuki 2024 (test che in Europa non viene organizzato dal 2019). Scorrendo l'articolo si scopre come la Suzuki di Roczen sia un prodotto efficace grazie alla perfetta accordatura di parti speciali in commercio (magari riservate ai team), ma niente di prototipale o straordinario. La forcella ha una tecnologia di 10 anni fa, la frizione è a cavo, link e telaio sono originali, l’avviamento resta a pedale. Sappiamo bene che nel Supercross USA la moto deve garantire una serie di componenti standard (per questo non c’è il bottoncino?), ma HRC, Kawasaki, KTM (e derivate) e Yamaha sono indiscutibilmente su un altro livello tecnico e di sviluppo. Eppure Ken, al Nazioni, ha vinto...