Enzo Lombardo: il ricordo dell’amico Antonio Mancuso

Vittorie, strampalate invenzioni nel suo garage, una simpatia esuberante che lo tirava sempre fuori dai guai. Questo era Lombardo ed è così che lo ricorda il collega Mancuso

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Vincenzo Lombardo è scomparso sabato 5 febbraio per le conseguenze di una caduta in allenamento che gli ha provocato una inarrestabile emorragia interna. Un episodio che ha toccato in modo profondo tutto il settore del fuoristrada, in cui Enzo era conosciuto e stimato per le sue doti di guida ma soprattutto per la sua personalità. L’inseparabile amico Antonio Mancuso, anche lui pilota, anche lui siciliano e collega di Enzo nel reparto ricerca e sviluppo dei pneumatici Pirelli, lo ricorda così:

“Ci sarebbe da scrivere un libro sulla grandezza della persona, un idolo per noi piloti siciliani per le sue imprese sportive e professionali. Una classe e un talento innato, che applicava a qualsiasi iniziativa, facendo tutto sempre al massimo livello e con una naturalezza disarmante per tutti. Un ragazzo buono dal cuore grande, sempre pronto ad aiutare e a regalare consigli. Enzo era un punto di riferimento nel testing department di Pirelli, guidato da Salvo Pennisi. Dietro le vittorie iridate nel motocross e nell'enduro di Cairoli, Herlings, Gajser e tanti altri campioni c'era il lavoro instancabile e prezioso di Enzo.

Enzo è stato uno dei più grandi campioni degli anni 90, ottenendo un palmares che non ha mai fatto pesare a nessuno. Una quindicina di titoli Italiani del Supermarecross, un titolo di vice Campione Europeo enduro nel 1993, miglior pilota Italiano della 125 alla Six days del ‘93, ottavo nel Campionato del Mondo MX3, Campione Italiano Veteran 2020; giusto per citare alcuna delle sue grandi imprese.

Ma Enzo era anche un amante dell’Africa e ha contribuito professionalmente alle vittorie di tanti piloti nella gara più dura del mondo: la Dakar. Ha guidato sulla sabbia qualsiasi mezzo. Pensate che durante i “pre test” del 2006, in un allenamento con Marc Coma ed Esteve Pujol, cadde rovinosamente riportando la frattura del bacino. Fortunatamente ebbe “l’intelligenza” di capire la gravità dell’infortunio e risalì subito in moto per recarsi in ospedale, percorrendo oltre 200 km in quelle condizioni... Ricordo anche che in un viaggio in Tunisia con la sua BMW K 75 (solo lui poteva pesare di andare nel deserto con la BMW K 75) ruppe la coppa dell’olio e riparò il tutto con 2 dinari tunisini e un po’ di acciaio liquido, riprendendo serenamente il suo viaggio.

Era un esperto di motori a 360°, si cimentava nel modificare qualsiasi mezzo, da solo nel suo garage dove realizzava lavori di alta ingegneria. Era un uomo colto, non solo nel campo dei motori, dotato di un’intelligenza sopraffina che lo ha sempre contraddistinto. Mi ricordo la trasformazione della sua Dodge comprata alla base militare americana di Sigonella, a cui ha montato il motore diesel della sua Mercedes 190. O la sua ultima opera, una Honda CB 400 degli anni 80 su cui ha alloggiato un motore diesel comprato su Wish! Enzo aveva davvero una marcia in più. Riusciva a scherzare anche nei momenti più difficili; per esempio ci siamo trovati più volte in situazioni in cui dovevamo rendere conto alla Polizia… Pur essendoci aria tesa, Enzo risolveva tutto raccontando barzellette sui Carabinieri; ai poliziotti! Non potete capire le risate…

Sono stato molto fortunato ad aver vissuto tanti momenti con lui; riusciva sempre a trasmettermi allegria con qualche battuta. Ho condiviso 11 anni di lavoro al su fianco in perfetta sintonia, mi ha insegnato moltissimo, sul lavoro, nella vita, nello sport. Mi ha fatto capire quanto sia importante l’umiltà, mi ha fatto morire dalle risate con le sue barzellette e se oggi sono quello che sono e faccio che faccio è in gran parte merito suo.

Ci lascia non solo un campione, un idolo, un amico, ma ci lascia principalmente un fratello. Ciao Enzo”.

Antonio Mancuso

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