Fabrizio Dini: "Abbiamo sofferto, ora vogliamo tornare a vincere"

Il team manager della Beta Motor fa il punto sulle condizioni di Brad Freeman e Steve Holcombe dopo una stagione difficilissima, con grandi aspettative per il 2023

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Nei primi due round degli Assoluti d’Italia Enduro 24MX Series, la Beta Motor ha dominato. Brad Freeman con la RR 300 2 tempi si è portato a casa entrambe le giornate, la prima in rimonta su Andrea Verona, la seconda vincendo 10 speciali su 12. Il suo compagno Steve Holcombe in sella alla RR 390 4T ha chiuso quarto e terzo assoluto. Niente male per un team che aveva assoluto bisogno di trovare conferme, dopo un 2022 difficilissimo; vero che si è comunque salvato il titolo Enduro3 con Freeman (con enormi difficoltà), ma nel complesso i risultati sono stati ben lontani a quelli a cui lo squadrone Beta Motor ci ha abituato. Per capire che aria respira sotto la tenda abbiamo incontrato il team manager Fabrizio Dini.

Ciao Fabrizio, per voi si tratta di un inizio di stagione particolare; dovete tornare dove eravate negli ultimi anni.

“Certo e questo ci crea una ultra motivazione, superiore agli anni precedenti. Quello passato è stato un anno difficile, con una serie di infortuni mai vista da noi in una sola stagione. È stato tutto molto travagliato, sia per i piloti sia per la squadra. Ma ora Brad e Steve si sono rimessi, abbiamo fatto un buon inverno, siamo contenti di come abbiamo lavorato e le moto sono a posto. Le prime gare di Andora hanno dato le ultime conferme e siamo tutti molto tranquilli. Stiamo cercando di tenere un’atmosfera rilassata sotto la tenda, perché lavorare sotto pressione non è mai costruttivo. I ragazzi sono dei professionisti e sono i primi che si impegnano al massimo per ottenere risultati importanti, quindi non serve aumentare il carico di aspettative”.

Dopo una stagione così difficile ci si poteva aspettare qualche cambiamento interno; invece siete andati avanti con il setup del 2022. Evidentemente perché il problema non era lì.

“Esatto, non abbiamo fatto errori, solo accusato degli infortuni. A inizio stagione Brad si è rotto la clavicola, poi il pollice e alla fine lo sterno. Non ha corso una gara senza essere infortunato. A Steve è uscita la spalla 5 volte. Correre a questi livelli è già difficile quando stati bene, figurati quando sei così tanto limitato. Cambiare qualcosa non sarebbe servito, una volta risolti gli infortuni siamo ripartiti da dove avevamo lasciato: quindi Freeman sulla 300 e Holcombe sulla 390”.

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Visto che hai parlato di moto, che novità tecniche ci sono?

“Abbiamo lavorato su entrambi i motori, variando potenza ed erogazione e poi abbiamo ottimizzato le sospensioni. Quindi nessuno stravolgimento, ma affinamenti mirati ad aumentare il feeling e l’interazione tra moto e pilota”.

Tu fai da ponte con il progetto motocross. C’è interazione tra i due mondi, a livello tecnico?

“Come sapete la moto da cross è nata sulla base della RR 450 da enduro. Così facendo abbiamo trasferito al motocross parte della nostra storia. Oggi si inizia a vedere il processo inverso, cioè alcune parti nate e sviluppate specificamente per il cross stanno andando a supporto delle moto da enduro, quando funzionali. È uno sviluppo parallelo e allo stesso tempo condiviso, anche perché il gruppo di lavoro interno all’azienda è lo stesso”.

Tornando agli infortuni, immagino che per te non sia stato facile vedere i piloti soffrire così.

“No, non è stato facile. È capitato anche che fossi io a intervenire per primo dopo una caduta e ho dovuto anche praticare manovre per rimettere a posto la spalla a Steve. Sono entrambi ragazzi molto forti. Dopo la frattura della clavicola Brad è risalito in moto in tempi strettissimi, poi ha tolto i ferri alla mano alla vigilia del GP d’Italia. Per me sono come dei figli e vederli star male non è stato bello, ma il nostro lavoro è anche quello di sostenerli nei momenti difficili. Ma devo dirti che non so come abbia fatto Brad a correre l’ultima gara con lo sterno rotto”.

Il titolo Enduro3 vinto così ha un valore diverso rispetto ai precedenti?

“Per Brad credo sia stato molto motivante. Ha dimostrato a sé stesso e agli avversari cosa è in grado di fare. Ha fatto vedere a tutti di avere un grande carattere; anzi, lasciami dire due palle così”.

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