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Marco Gualdani
14 November 2023

Brad Freeman: "È stato un inferno, ma non potevo arrendermi; per me e per chi mi sta vicino"

Intervista esclusiva al pilota inglese della Beta, che ci parla del calvario degli ultimi due anni in cui ha corso con infortuni molto gravi, riuscendo comunque a salvare due Mondiali Enduro3

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Brad Freeman sta per diventare papà di una bambina. Lo abbiamo incontrato alla vigilia del parto, in un periodo in cui si sta rimettendo a posto fisicamente, dopo l'ennesima stagione in cui ha accusato più di un infortunio. Nel 2022 ha vinto il Mondiale Enduro3 nonostante le fratture a pollice, clavicola e sterno, quest'anno ha confermato l'alloro iridato di categoria anche se fortemente limitato da un bruttissimo trauma cranico. Come stai oggi?

"Sto meglio, mi sto prendendo del tempo per guarire al 100% dai problemi che ho avuto negli ultimi due anni. Due anni molto duri, con infortuni molto complicati proprio nel mezzo della stagione. Ma per fortuna sono passati e sono pronto a iniziare la preparazione per il prossimo anno”.

Questa volta il problema è arrivato dai troppi colpi subito alla testa.

“Purtroppo si sono sommate tre concussioni celebrali in tre gare consecutive: ai GP di Finlandia e Svezia e l’ultima agli Assoluti d’Italia. Questo ha aggravato la situazione. Nella mia carriera ho battuto più volte la testa e non è mai stato un problema, ma tre colpi consecutivi sono stati pesanti da assorbire; dopo l’ultimo in Italia mi sentivo molto confuso, non riuscivo più a guidare la moto, era una sensazione strana. Sono stato ricoverato in ospedale per due giorni e mi è stato riscontrato un versamento celebrale che doveva essere riassorbito. Il versamento era nella zona del cranio che gestisce la vista e quindi avevo problemi agli occhi. Mi sono dovuto fermare, sono stato tre mesi senza fare assolutamente niente: allenamento, moto, bici, niente. È stato un infortunio moto difficile da superare, ma l'intenzione era comunque quella di partecipare alle ultime due gare del Mondiale in Portogallo e provare a vincere il titolo".

E ci sei riuscito.

“Sì, ci sono riuscito, anche se non ero in ottima forma. Ho confermato la vittoria nella categoria Enduro3, ed è stata una bella sensazione. L’obiettivo stagionale era vincere l’EnduroGP, ma gli infortuni fanno parte del nostro lavoro e visto come è andata sono stato contento di aver vinto comunque la Enduro3; all’ultima gara ho fatto sesto di categoria, puoi immaginarti in quali condizioni ho corso…”.

Hai avuto paura di questo infortunio?

“Sì, molta. Come ti ho detto è stata la prima volta che ho dovuto affrontare un problema alla testa così grave. Quando mi hanno detto del versamento in ospedale mi sono spaventato, anche perché non mi ricordavo più cosa fosse successo nelle due settimane precedenti. Oltre a questo sentivo una sensazione strana alla testa, non è stato un momento facile”.

Hai pensato di ritirarti?

“No. Credo che la paura derivasse anche dal fatto che sto per diventare padre di una bambina e questo mi ha fatto riflettere. Le gare sono le gare e restano il mio primo obiettivo, ma ora c’è anche altro nella mia vita. Rompersi un braccio o una clavicola non è un problema, ma dover affrontare infortuni così gravi è stato più spaventoso. Ma no, non ho mai pensato di smettere”.

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Ormai vincere un titolo da infortunato sembra essere diventato normale per te.

“Anche lo scorso anno ho vinto il titolo Enduro3 correndo con le ossa rotte; ho sofferto molto e se devo essere sincero avrei preferito fermarmi a un certo punto della stagione per risolvere i problemi fisici. È stato troppo doloroso. Ma dovevo andare avanti, per tutto quello che ho sacrificato nella mia vita per poter essere qui oggi e anche per rispetto per quello che hanno sacrificato le persone che mi sono vicine, la mia ragazza e il mio team. Quando sei coinvolto nelle gare c’è la pressione del risultato e non puoi tirarti indietro, ci sono troppe cose in ballo”.

È stato più difficile conquistare il titolo 2022 o quello 2023?

“Probabilmente quello 2022. Perché è stato più doloroso: ho corso con la clavicola e un pollice rotto e ti assicuro che fa molto male. Oltre a questo mi sono rotto lo sterno prima del GP in Slovacchia e anche quello è stato tremendo. Ero certo che se l’avessi raccontato a Fabrizio Dini non mi avrebbe fatto correre, così non gliel’ho detto. Ma fare il SuperTest il venerdì è stato un calvario, ho sofferto tantissimo. Poi siamo andati in ospedale e Fabrizio ha visto le lastre… Mi ha detto di fermarmi, che avevamo superato il limite. Ma io volevo vincere il titolo, non potevo tirarmi indietro a quel punto, dopo tutta la sofferenza patita nelle gare precedenti. Se mi fossi fermato in quel momento non avrebbe avuto senso fare quello che avevo fatto fino a lì. Così ho continuato e alla fine ci sono riuscito; ma è stato un anno infernale”.

Parlando del futuro, per il prossimo ci sono tanti cambiamenti… che aspettative hai?

“Per quando mi riguarda resterà tutto uguale, nel senso che correrò ancora con la 300 2 tempi e avrò la mia squadra al fianco. Ma Steve lascerà il team e sarà sostituito da un pilota con cui ho un ottimo rapporto e sono molto felice che farà parte della nostra squadra. Per me sarà un ritorno al passato, mi ricorda quando correvo per il team di Boano e c’era una bellissima atmosfera sotto la tenda, eravamo tutti amici e stavamo bene insieme. Un tipo di rapporto che con Steve non siamo stati in grado di creare. L’obiettivo è quello di vincere il titolo della EnduroGP, anche se con le tipologie di gare che ci sono oggi è molto più difficile farlo con una moto 2 tempi; le speciali sono molto veloci e molto più facili rispetto al passato, più vicine a concetti di motocross rispetto all’enduro vero e questo favorisce le moto 4 tempi. Ma la mia Beta è ottima e io arriverò super preparato. Sarò veloce sin dall’inizio”.

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