16 September 2018

Jeffrey Herlings è Campione del Mondo MXGP 2018

L'olandese ha conquistato il suo primo titolo MXGP ad Assen davanti al suo pubblico. Ripercorriamo la sua incedibile carriera
1/15 Jeffrey Herlings
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Jeffrey Herlings è il nuovo Campione del Mondo MXGP 2018. Un alloro conquistato nella sua Olanda, su un fondo morbido che gli calza a pennello e sul quale ha costruito e sviluppato quelle abilità di controllo che oggi lo hanno portato a festeggiare il primo titolo nella classe regina. Herlings non è più il ragazzo scapestrato e indomabile che abbiamo applaudito e criticato ai tempi della MX2. Oggi è un campione completo capace di limare i suoi difetti e trasformarli in meravigliosi pregi. Un ragazzo di 24 anni che ha totale dedizione per quello che fa, uno che vive per costruire i suoi obiettivi, senza lasciarsi distrarre troppo dal mondo che lo circonda. Emblematico il suo profilo Instagram: vanta 345 mila follower... e non segue nessuno! Zero spaccato. Non lo troverai fuori la sera con gli amici, non avrai la fortuna di incontrarlo in spiaggia d'estate. Lui pensa solo e soltanto al motocross e a come fare per vincere ancora di più. È riuscito a vincere un titolo dal peso enorme, battendo il re Tony Cairoli in un momento di forma e convinzione come non si vedeva da tempo. Per arrivare a questo livello Herlings ne ha passate tante. Una carriera che merita di essere ricordata, comprese le clamorose batoste che, alla fine, sembrano avergli insegnato qualcosa.
Dopo il secondo posto all’Europeo EMX2 del 2009, Jeffrey Herlings fa il suo esordio iridato nella MX2 ddel 2010 con la KTM ufficiale a soli 16 anni. I suoi compagni di squadra sono il Campione del Mondo in carica Marvin Musquin, Roelants e Simpson. La sua moto, che all’epoca aveva il numero 111, si mette in mostra sin dal primo GP in Bulgaria, dove Jeffrey chiude la seconda manche al terzo posto e sfiora il podio assoluto. Nel secondo, a Mantova, parte in testa in gara 2 e tiene dietro Musquin e un giovanissimo Roczen per quasi tutta la manche. Nel finale si fa beffare dal compagno di squadra, facendo gli ultimi giri vomitando dentro al casco per la fatica e l’emozione. Ma ormai il giaccio è rotto e al terzo GP sulla sua sabbia di Valkenswaard vince entrambe le manche. Chiuderà il Mondiale in sesta posizione, saltando le ultime tre gare per infortunio. È l’emblema del suo modo di essere: velocissimo, ma anche incline all’errore.

Nel 2011 Musquin emigra negli States e KTM strappa alla Suzuki il proprio pupillo Ken Roczen, assieme allo sponsor Teka. Herlings è competitivo, ma ancora acerbo per batterlo. Infatti chiude al secondo posto, dopo una lunga battaglia. C’è di buono che ha terminato la stagione senza grossi infortuni e sembra ormai pronto per rilevare l’alloro iridato, soprattutto dopo l’annuncio di Roczen di andare in America.

Il 2012 va come da programma: vince nove GP e si laurea Campione del Mondo per la prima volta.
Jeffrey Herlings
Nel 2013 comincia a fare l’Herlings che conosciamo: vince TUTTE le manche tranne una in Brasile, ma solo per colpa della nuova regola che vuole la MX1 mescolata alla MX2 nei GP extraeuropei e una brutta partenza gli impedisce di raggiungere Butron. Vince il titolo con tre gare di anticipo in Repubblica Ceca, per poi ricordare a tutti come è fatto: nel primo GP da Campione, in Belgio, si fa fuori una spalla, dichiarando di chiudere così la stagione. Poi, però, si presenta all’ultima gara Olanda che vince le due manche, nonostante un’altra caduta. È fatto così, ormai lo hanno capito tutti.

Il 2014 sembra una formalità. E lo è, o meglio, lo sarebbe stata. Parte a cannone, ma dura solo due GP. Prima del Brasile si rompe una clavicola e salta il GP carioca. Visto il margine che ha su tutti sembra un passo falso da niente. Soltanto pochi mesi dopo, però, scoprirà che quel GP saltato gli costerà il titolo.

Herlings rientra in Italia, ad Arco di Trento, e fa suoi i successivi 10 GP, con 9 doppiette e un solo secondo posto e arriva alla vigilia del GP della Repubblica Ceca con 145 punti di vantaggio. Gli basterebbe guadagnarne 5 in quel GP per conquistare il terzo titolo con addirittura 3 GP d’anticipo.

Poi il colpo di scena: durante la gara di beneficienza Everts and Friends, Herlings esagera nella gara delle 85 cc, perde il controllo all’uscita di un salto e si spezza malamente un femore. Siamo poco dopo la metà di luglio e il Mondiale si chiude il 14 settembre in Messico. Il recupero è impossibile. Ma non per lui. Mentre Jordi Tixier si mette a vincere e a recuperare terreno, lui lavora per essere in pista a Leon e ci riesce. Seppur in condizioni fisiche vistosamente precarie decide di schierarsi al via di quello che è uno del GP più emozionanti di sempre. Herlings fa quello che può, stringe i denti e conquista un insperato undicesimo posto finale. Si gioca tutto sul filo dei punti e Tixier incappa in un incidente nel primo giro di gara 2. Sembra che il destino abbia voluto aiutare Jeffrey ma, all’improvviso, Tixier tira fuori un carattere che in tutto il resto della sua carriera non è mai più riuscito a mostrare e rimonta come avrebbe fatto Herlings, dalla quattordicesima fino alla terza posizione nel finale e si laurea Campione del Mondo MX2 2014. Gli sforzi di Herlings non sono bastati, quel titolo gli è sfuggito per soli 4 punti!
Jordi Tixier
Il 2015 deve essere l’anno del riscatto, quello in cui deve dimostrare a tutti di aver capito la lezione e di mantenere un profilo conservativo fino alla fine. Anche perché non ha avversari. Il nuovo pupillo KTM Paul Jonass non ha certo la velocità e l’esperienza per metterlo in difficoltà e gli altri soffrono la prima parte di stagione. La Honda punta tutto su Gajser che ha chiuso la stagione precedente vincendo, ma che parte malissimo. Con queste premesse Herlings vince le prime gare con una mano sola e fino al GP d’Italia a Maggiora gli va tutto bene. A metà stagione ha già quasi 3 GP di vantaggio in classifica. Poi iniziano i guai. In Germania ci mette poche centinai di metri per esagerare su un salto e finisce a terra: clavicola rotta, doppio zero in classifica. Dopo appena 15 giorni si presenta in Svezia e a sorpresa vince la prima manche. Ma, alla partenza della seconda cade e si fa fuori malamente un dito che lo costringe a saltare anche il GP successivo in Lettonia. Rientra in Repubblica Ceca, ma nelle prove del sabato finisce a terra e viene investito riportando una brutta frattura del bacino. Questa volta la stagione è finita davvero, con l’ennesima batosta che gli nega un titolo già conquistato. A vincere sarà Tim Gajser che riporta un alloro iridato in Honda dopo un lunghissimo digiuno nel Mondiale cross.

Il 2016 è l’ennesimo anno in cui Herlings non si smentisce. Vince tutti i primi 12 GP, conquistando 11 doppiette. Poi, a un passo dal titolo arriva un nuovo infortunio durante il Campionato Olandese: clavicola rotta e operazione. Questa volta Herlings non cerca uno sconsigliabile rientro anticipato e lascia un po’ di gloria a Ferrandis e Anstie che si spartiscono le vittorie nei tre GP in cui è assente. Rientra in Olanda a tre gare dalla fine e non c’è storia. Vince sempre e si porta a casa il terzo titolo, dopo due anni di digiuno.
Jeffrey Herlings
Nel 2017 decide di fare il salto di categoria e di passare in MXGP per sfidare un Tony Cairoli in grande forma. La 450, però, è una cilindrata da prendere con le molle e sono in tanti a dire che con quel modo di fare sarebbe riuscito a far parlare di sé solo per gli incidenti. Per tutto il periodo pre stagione non si fa troppo vedere e debutta nell’ultima prova degli Internazionali d’Italia a Ottobiano, 15 giorni prima dell’inizio del Mondiale. Strappa la pole position, del resto il fondo sabbioso gli si addice. Ma poi ne combina un’altra: nel corso del primo giro tenta di rimediare a una brutta partenza inserendo il turbo, finendo però malamente a terra e rialzandosi con una mano rotta. È davvero una situazione paradossale. Se il buon giorno si vede dal mattino…

Ovviamente si rende protagonista di un altro recupero lampo ed è in pista in Qatar alla prima del Mondiale, ma non è più lui. Lo sguardo non è quello del leone, in pista soffre, guida anche male. La cosa non migliora per i primi 5 GP e non si capisce cosa sia accaduto. Come se il meccanismo che lo voleva così imbattibile si fosse inceppato. Poi arriva la gara di Valkenswaard sulla sua sabbia preferita e con lei il primo podio della stagione. Non vince, ma dimostra di essersi ripreso. Da lì è un crescendo che lo porta a vincere il GP successivo in Lettonia, il suo primo in MXGP. La sua velocità ritrovata si scontra con il top della forma di Tony Cairoli e i due danno vita a una parte centrale del campionato entusiasmante, con GP epici come quello di Ottobiano o del Portogallo. Una volta messo in cascina un vantaggio tranquillizzante Cairoli lascia la presa e Herlings dilaga nel finale di campionato, conquistando il secondo posto. Il 2018 sarà l’anno decisivo per lo scontro tra due dei più forti piloti di motocross di tutti i tempi.

Questo è quello che avremmo voluto, ma che in realtà non è stato. Herlings questa volta ha fatto tutto bene e ha dimostrato un livello di crescita personale e professionale da applausi. Pochissimi errori, tanta voglia di vincere, gestione totale di ogni manche, tenuta fisica eccellente per tutta la stagione. L’unico neo è stato l’incidente in allenamento a metà stagione e che gli è costato l’assenza dal GP di Lombardia a Ottobiano, dove Cairoli ha avuto la possibilità di incantare suo pubblico. Ma per il titolo non c’è stato nulla da fare. Cairoli ci ha provato, più volte, ma è stato lui questa volta a pagare diversi infortuni e a non approfittare di errori che non sono mai arrivati.

Herlings ha vinto e ha convinto. Finalmente.

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