Aprilia ha fatto di tutto in soli 50 anni da quando Ivano Beggio ha preso le redini di una fabbrica che costruiva poco più che biciclette e motorini. E li vendeva in un supermercato di Noale, a fianco di cucine economiche e lavatrici. Beggio è un appassionato di cross che mette in pratica la sua straordinaria passione per il fuoristrada costruendo moto da cross e regolarità, mezzi che vanno forte e vincono le gare. Occuparsi pure del trial è la logica conseguenza per intercettare il boom di una categoria in grande crescita, invece di costruire un attrezzo solo per gareggiare in mezzo ai bricchi, da Noale arriva una moto adatta anche a chi inizia a gestire l’equilibrio precario del trial. Era la TL 320 e aveva il motore dell’italiana Hiro, un propulsore sviluppato dal grande Sammy Miller, lo stesso pilota britannico che aveva “inventato” la Bultaco Sherpa 250. Poi venne il momento di passare ai Rotax, motori austriaci che erano già montati sia sulla produzione fuoristrada sia per quella destinata all’asfalto e che erano caratterizzati dalla distribuzione a disco rotante. L’evoluzione della tecnica porta pure Noale ai primi modelli da competizione quando, nel 1985, Philippe Berlatier va in gara con la prima Aprilia da Mondiale. Nel 1987 con la TX311M, il grande e compianto Diego Bosis porta al secondo posto nel mondiale l’azienda di Noale e diventa il primo pilota italiano a vincere una gara iridata, il trial di Williamsport negli Stati Uniti d’America.