Qual è il confine tra una pista tecnica e una pericolosa?

Il GP di Francia è stato caratterizzato da numerose cadute e molti hanno puntato il dito contro un tracciato fin troppo insidioso. Ma qual è il metro di paragone? E che fine ha fatto la "commissione sicurezza" dei piloti?

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Quello di Francia è stato un GP non convenzionale. Lo sfortunato mix tra le piogge della vigilia, le caratteristiche del fondo, il modo in cui è stato trattato, il layout della pista con saliscendi velocissimi, hanno reso il tracciato molto impegnativo. Impegnativo o pericoloso? Qual è il limite tra le due condizioni? Purtroppo nella due giorni di Villar Sous Ecot si sono visti numerosi incidenti, che non hanno risparmiato i giovanissimi dell'Europeo 125, le ragazze del Mondiale femminile, ma neppure i piloti del Mondiale tra cui citiamo Geerts (Mondiale perso?), Forato e Guadagnini. Si è passati dal fango del sabato mattina, con le 125 letteralmente piantate in pista, alla polvere del pomeriggio. Le manche di qualifica si sono corse così con profondi canali di terra secca e relative buche in ogni parte della pista. Lo sviluppo di Villars è tendenzialmente molto veloce e l'abbinamento tra un tracciato scorrevole e tutti quei canali così profondi e duri, mescolati a tratti ancora morbidi, ha visto i piloti incappare in tanti errori. Ben vengano i canali in curva, ma quelli sul dritto, irregolari e non rettilinei, sono difficili da prendere in pieno. Qui sotto vedete l'incidente di Geerts, avvenuto nel primo giro della manche di qualifica. Un errore che è costato al pilota belga la frattura del polso sinistro e, probabilmente, anche il titolo mondiale 2023.

Come si vede, Geerts era al terzo posto alle spalle di De Wolf e Benistant. I due piloti di testa hanno affrontato la discesa principale sulla destra, mentre Jago ha scelto una linea esterna. A metà discesa, nell'affrontare un tratto di buche e canali irregolari, la sua Yamaha si è scomposta e ha scaraventato il pilota in avanti. Qualche giro dopo anche Sacha Coenen è finito a terra nello stesso punto, richiedendo un nuovo intervento del personale sanitario.

Quello qui sopra, invece, è l'incidente che ha tolto di scena Alberto Forato, nella prima manche MXGP della domenica. Alberto ha perso il controllo della moto dopo aver affrontato la rampa di un lungo triplo salto in salita ed è atterrato di schiena sul vertice. Per fortuna si è rialzato dolorante e ha riportato solo botte, ma la dinamica della caduta era di quelle che lasciano il segno. L'errore è legato alla risposta della moto in uscita da una rampa con canali profondi.

Sempre in Francia?

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In queste ore abbiamo letto ogni genere di commento sul GP francese. Una gara certamente molto difficile e, parere personale, non così accattivante come altre viste fino a qui. Vedere i piloti guidare in maniera accorta e comunque registrare così tanti incidenti mi coinvolge meno rispetto a quando ho la percezione che tutto sia sotto controllo e godere del loro massimo impegno. Mi spiace anche che per il secondo anno consecutivo sia stata la Francia a far emergere certe problematiche. Ci ricordiamo ancora tutti quello che successe lo scorso anno a Ernée: al via della manche della MX2 ci fu una caduta di gruppo innescata dal troppo fango. I piloti MXGP chiesero di sistemare la prima curva ma non furono accontentati e 10 di loro (quasi tutti gli ufficiali) decisero di non prendere il via. Fu una presa di posizione importante da parte dei primi attori, che portò a stabilire un diverso dialogo tra le parti. Dal GP successivo in Germania venne istituita una sorta di "commissione sicurezza" in cui due membri dei piloti, a turno, si sarebbero dovuti confrontare con gli organizzatori, promoter e federazione internazionale in merito alle condizioni della pista. L'iniziativa poteva avere un senso ed essere funzionale a ottimizzare alcuni aspetti. Ma, a quanto ci risulta, non c'è stato più seguito. Ho letto e controllato le dichiarazioni e i post dei top rider e in pochissimi hanno posto l'accento sul livello di pericolosità della pista di Villars in maniera decisa. Forse solo Guadagnini. Purtroppo, e lo dico a malincuore, finché i piloti non faranno sentire la loro voce su certi temi e continueranno a subire, difficilmente cambieranno le cose. Perché in pista ci vanno loro e sono gli unici che hanno il termometro (e il diritto) di poter dire se una pista è tecnica o pericolosa.

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