Pit Beirer: "Per noi un anno difficile. Nessuno sostituirà Herlings"

Il responsabile Motorsport del Gruppo KTM ci parla della complicata stagione sportiva nel Mondiale cross, del perché di certe scelte, dell'assenza di Herlings, dello spostamento di Guadagnini in MXGP e di Antonio Cairoli

Pit Beirer (KTM) assieme ai responsabili sportivi di Honda (Kuwata) e Yamaha (Jarvis) al GP di Maggiora

Il 2021 è finito con il successo di Herlings all'ultima manche del Mondiale MXGP. Le premesse per il 2022 di KTM erano quelle di confermarsi nella top class e riprendersi lo scettro in MX2, veicolando il lancio delle nuove cross 2023. Purtroppo l'inverno ha stravolto ogni piano, con la tragedia di Hofer e l'infortunio di Herlings. Oggi KTM si trova con una sola moto ufficiale in pista, quella di Vialle in MX2. Una situazione difficile, quasi paradossale. Ne abbiamo parlato con Pit Beirer, responsabile del Motosport di KTM, in occasione del GP d'Italia a Maggiora.

A innescare tutto è stata la scelta di sconvolgere gli equilibri delle squadre ufficiali di KTM, Husqvarna e GASGAS, passati da sei a tre alla fine del 2021?

“Con l’arrivo di GASGAS ci siamo trovati a dover gestire tre diversi brand e questo ha comportato molte opportunità, ma anche nuove sfide: sviluppare le moto in tre direzioni diverse e bilanciare le squadre all’interno dei vari Campionati. Abbiamo dovuto fare delle scelte sulla base dei team che ci davano maggiore sicurezza nel futuro e ridurre l’impegno generale. Eravamo nella condizione in cui quasi metà paddock usava il nostro prodotto, con ciò che questo comporta in termini di pezzi di ricambio, sviluppo, scelte tecniche. Ci siamo trovati anche ad avere i nostri migliori piloti come Tony Cairoli, Jeffrey Herlings, Jorge Prado tutti in sella a KTM. Quindi abbiamo cercato di bilanciare le risorse e secondo me lo abbiamo fatto nel modo giusto. Abbiamo spostato De Carli in GASGAS, consegnando al marchio una delle squadre più forti in circolazione, per di più con un pilota spagnolo come Prado, perfetto per proseguire la tradizione iberica di GASGAS. Non aveva più senso che ci fossero due team KTM in competizione tra di loro. Anche con Husqvarna abbiamo trovato un’ottima soluzione con Nestaan. Un’altra scelta è stata quella di porre un limite di 4 piloti per ogni struttura, consapevoli che con tre Marchi non si possono avere due top rider per ogni team; è fisicamente impossibile, considerando che nel Mondiale sono schierate altre Case molto forti e altrettanto impegnate”.

Ma perché avere solo tre piloti in MXGP e sei in MX2 (considerando anche Hofer)?

“Questione di contratti, già in essere. Il passaggio dalla MX2 ormai è diventato molto breve e per garantirci un futuro in MXGP dobbiamo crescere i nostri giovani direttamente. Eravamo consapevoli che fosse una strategia rischiosa avere un solo pilota in MXGP per brand; abbiamo accusato il ritiro di Cairoli e l’infortunio di Herlings e adesso anche quello di Prado. Ma abbiamo preferito puntare su piloti che potessero garantirci il podio a ogni gara e non averne tanti da top 10. Del resto Gajser è in Honda, Seewer in Yamaha, Febvre in Kawasaki; non è così facile trovare un pilota libero in grado di fare podio. Come detto è stato un rischio calcolato”.

Tony Cairoli

Non vedere una KTM in MXGP è incredibile… Con Antonio non era possibile arrivare a un accordo?

“Glielo abbiamo chiesto, più volte. È stato il primo che abbiamo chiamato quando Herlings si è infortunato. Ma lui non si è sentito di tornare dopo aver dichiarato di essersi ritirato. Ha ritenuto scorretto schierarsi alla prima gara della stagione dopo tutte le celebrazioni ricevute durante l’inverno. E aveva anche bisogno di staccare la spina e di godersi un po’ di libertà personale dopo anni al top del Mondiale”.

Cairoli ha detto no, a Herlings è stata lasciata la libertà di correre al Mondiale o al National. Perché KTM non si impone su certe decisioni?

“Le decisioni vengono prese sempre internamente. Chiaramente parliamo con i nostri piloti per essere al corrente su quello che loro desiderano per la loro carriera e in quali condizioni fisiche si trovano. Per esempio, per Herlings non è stata presa alcuna decisione fino all'ultimo bollettino medico. Se i medici avessero dato il benestare al ritorno in sella a quel punto avremmo deciso cosa fare; fosse stato in tempo per essere pronto al via del National avremmo valutato quella possibilità, diversamente sarebbe tornato al Mondiale. Ma non sarebbe stata una scelta del pilota; Herlings ci ha chiesto se fosse possibile andare, ma noi potevamo fare una scelta solo in base alla sua condizione fisica. Che non è mai stata fatta, perché i dottori hanno confermato uno stato di salute che gli impedisce di correre per ancora un po’ di tempo”.

Ma se fosse stato in forma, tu cosa avresti deciso?

“Quello di correre in America era (e rimane) un suo sogno, ma i suoi contratti con il team e gli sponsor sono per correre in Europa, almeno per il 2022. Quindi quando sarà di nuovo in forma lo rivedremo al via dei Mondiale”.

Però nel National avrete in pista: Cairoli, Dungey, Plessinger e potenzialmente anche Musquin e Webb. E nessuno al Mondiale.

“All’atto pratico abbiamo solo Plessinger per il Campionato completo, perché il contratto con Musquin è finito dopo il Supercross, Webb ha un contratto solo per il Supercross, la scelta di Tony e di Ryan è per le prime due gare; questo è il programma in questo momento, ma può essere assolutamente cambiato”.

Il piano di Cairoli è di correre al Motocross delle Nazioni, che è a fine settembre; le prime due del National sono a fine maggio / inizio giugno. A logica viene da pensare che correrà più di due gare.

Il programma al momento è quello. Lui è impegnato nello sviluppo delle nuove moto, segue alcuni dei nostri piloti, ha le sue attività e non è facile per lui essere in forma per tutta la stagione, considerando anche l'età. Detto questo, siamo pronti a supportarlo se la decisione dovesse cambiare. Tony è stato per noi un pilota importantissimo e se fosse per me vorrei un Cairoli per l’America, uno per la MXGP e uno per la MX2. Ma non è possibile. Sto scherzando, abbiamo tanti altri piloti forti e gli infortuni fanno parte di questo sport. La sfortuna gira e questa volta è capitata a noi. Puoi solo fare una strategia e portarla avanti, investendo tanto sui giovani per garantirti un domani. Non è un segreto che i nostri migliori piloti siano già maturi e presto si ritireranno”.

La KTM di Herlings, rimasta ferma per tutta la stagione

Qualcuno sostituirà Jeffrey per il finale di stagione?

“Ne abbiamo parlato, ma non è facile, perché tutti i piloti in grado di sostituirlo sono già in pista. Non ce ne sono altri che possono sedersi sulla moto di Herlings. Non ha molto senso prendere qualcuno che consumi solo la benzina di una moto ufficiale per stare nei dieci, se va bene. Non aiuta il pilota e neppure noi”.

L’infortunio di Prado ha aperto la porta della MXGP a Guadagnini, che sulla MX2, a nostro avviso, stava un po’ “stretto”. Funzionerà?

“Ce lo dirà il tempo, me lo auguro. Ma è l'esempio di come dobbiamo lavorare oggi come Gruppo, avendo una maggiore elasticità, utile a ottimizzare le risorse; anche muovendo piloti all'interno dei vari team".

Scusa la domanda: ma tu sei ancora innamorato del motocross? O la MotoGP sta catalizzando la vostra attenzione più del previsto?

Amo entrambi i Campionati. Col tempo ho imparato ad amare anche la MotoGP. Quello di Maggiora è il primo weekend libero dalla MotoGP e sono qui. Già questa credo che sia la risposta alla tua domanda. Per me sono come due figli e non ho preferenze. Mi impegno per ottenere il massimo in entrambe le discipline. Quindi sì, sono ancora innamorato del motocross”.

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