Motociclismo Fuoristrada 04-2019

104 motociclismo fuoristrada | | aprile 2019 Testo e foto di Mario Ciaccia L’eterna questione Il solito dilemma, emerso durante una gita sotto la pioggia: volendo fare tutto con la stessa moto su cosa conviene puntare? Meglio piccola e leggera o JURVVD H SRWHQWH" &RVD VDFULƼFDUH l’autostrada o la mulattiera? L U O O G he si vivesse a Milano, a Clusone in Bergamasca o a Castiglione Fioren- tino, una volta c’erano sempre dei ragazzini che sognavano il cin- quantino da fuoristrada e si ispiravano ai ragazzi più grandi che andavano inmulat- tiera o nei campetti di periferia, allenan- dosi per le gare. L’agonismo era lo scopo e la moto di sogno era una 250 2T. Paral- lelamente c’erano quelli che il fuoristrada C lo vedevano solamente in ottica turistica FRPH PH ƼQDOL]]DWR D JUDQGL WUDYHUVDWH desertiche, per cui erano interessati alla Dakar e a 250/600 4Tcon cui raggiunge- re Ulan Bator. Oggi, invece, sono parecchi quelli che iniziano da zero, direttamente con la 1200 strapotente e ultraelettronica, saltando quindi passaggi fondamentali. Ma come si è arrivati a questo cambia- mento di mentalità? Io ho iniziato negli anni 80 con moto da 200/350 cc 4T con cui facevo tutto. FARE TUTTO COL MONO Trovavo normale usare la mia Suzuki DR350S a 130 km/h in autostrada, rag- giungendo posti come la Scozia, il Por- togallo o il Marocco. Che a 50.000 km il motore bevesse olio e richiedesse inter- venti pesanti lo trovavo normale. Ero cir- condato da amici conmoto e utilizzi simili, DQFKH ORUR FRQ SUREOHPL GL DIƼGDELOLW¢ dopo i 50.000 km. Leggendo Motocicli- VPR ƼQ GDL DQQL DYHYR VFRSHUWR SRVWL e di eventi che mi mandavano gli ormoni

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