Motociclismo Fuoristrada

3 agosto-settembre 2022 | | motociclismo fuoristrada Mio figlio più grande ha appena compiuto 9 anni. A chi gli chiede cosa voglia fare da grande lui risponde candidamente: “Il pilota ufficiale nel Mondiale motocross!”. Di solito aggiunge anche di voler vincere almeno un titolo iridato, ma non vorrei caricarvi troppo di aspettative. Ovviamente a me fa piacere, anche se so che sarà quasi impossibile. E, sapendo bene a cosa andrebbe incontro, in cuor mio spero che non ci riesca. Fare il pilota professionista oggi non è facile, soprattutto nel motocross. Quando ero piccolo, mio fratello Stefano era ancora un forte crossista (fine anni 80): ricordo che partiva a giugno con il camion assieme al meccanico Damiano e la moglie Rita per un tour in giro per l’Europa, che unisse tra loro alcune manifestazioni nei fine settimana. Con i soldi dei vari montepremi si pagava le vacanze tra una gara e l’altra, per poi ritornare a casa a settembre. Altri tempi; oggi sarebbe impossibile. Perché i premi gara sono praticamente estinti e a guadagnare abbastanza da sostenersi sono veramente in pochi. La questione sta emergendo, molti professionisti (e non) stanno iniziando ad alzare la mano per trasmettere il messaggio. Del resto per potersi affermare in una gara, con il livello che c’è oggi, devi dedicare anima e corpo alla causa, dalla mattina alla sera, senza contare infortuni e problematiche varie. Una vita davvero dura, che mette anche a repentaglio la propria salute. E spesso ti trovi escluso da una squadra perché ti è stato preferito un altro che magari porta sponsor o paga direttamente. È vero che in nessuna disciplina motoristica, a livello mondiale, esiste un montepremi (F1 e MotoGP compresi), ma più uno sport è “povero” e più dovrebbe sostenere chi ne rappresenta la massima espressione. Su questo numero presentiamo l’iniziativa della SX Global, che ha lanciato un Campionato Mondiale di Supercross inedito, pronto ad accendere i motori a fine 2022 per poi iniziare a girare a pieno regime dal 2023, con 12 GP previsti in giro per il mondo, da giugno a novembre. In palio 250.000 dollari di montepremi a evento! L’annuncio sta creando scompiglio nel settore. Team e piloti stanno iniziando a guardare l’iniziativa con un occhio interessato e molti sono già saliti a bordo del carrozzone. Amonte, un investimento che fa capo al fondo Mubadala Capital, che viene amministrato direttamente dagli Emirati Arabi Uniti. Gente che non si fa problemi a mettere sul piatto cifre che per noi europei sono impensabili. Dovesse funzionare, potrebbe anche scombinare certi equilibri e far rivedere la distribuzione del business anche ad altri campionati, per poter mantenere in piedi il proprio torneo. Il rischio, al contrario, è nella visione a lungo termine; tutto il teatro si sorregge sulla volatilità con cui questi investimenti vengono erogati. Troppe volte, in passato, abbiamo assistito alla fine di partnership per esaurimento di entusiasmo dell’investitore, più che per reali ragioni di business. E il castello crolla, se non ci sono basi più che solide. Del resto cambiare idea è lecito, basta rispettare i termini di un contratto. Speriamo che anche mio figlio ci ripensi; pagare per pagare, è meglio la vita dell’amatore… Buone vacanze » L’EDITORIALE « SOGNI A PAGAMENTO CHI CORRE PER VIVERE SI LAMENTA DELL’ASSENZA DI MONTEPREMI ALLE GARE. IL NUOVO MONDIALE DI SUPERCROSS NE OFFRE UNO FARAONICO. CAMBIERÀ TUTTO O SARÀ UN BUCO NELL’ACQUA? di Marco Gua ldani

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