Le disavventure di avviamento mi hanno fatto venire in mente che, per un lungo periodo della mia vita motociclistica, riuscire ad avviare le mie moto aveva il sapore del miracolo. Ho iniziato con un Moto Guzzi Trotter 50 che soffriva il freddo. Per avviarlo dovevo metterlo sul cavalletto centrale e pedalare così tanto che, pur stando fermo, percorrevo più km che se avessi usato direttamente una bicicletta per tornare a casa. Successivamente ho avuto una Gilera Arcore 125 e una Moto Morini 3 ½ Sport che partivano a pedale senza problemi. Non desideravo l’elettrico, perché era considerato roba da fighetti, ma poi mi innamorai della Honda XL200R, che si avviava solo con quello e non era neanche predisposta per il kick starter. Morale: la ruota libera del motorino era fatta di burro e durava pochi mesi, specie d’inverno. Divenni professionista dell’avviamento a spinta e mi confermai sull’idea che il pedale fosse roba da uomini veri. Ma la successiva Morini Kanguro 350 mi tradì: grippai la leva di avviamento e, non avendo i soldi per metterla a posto, sfruttai le mie ormai consolidate doti di avviamento a spinta, anche perché il motore bicilindrico partiva al primo colpo di sedere sulla sella. Quando passai alla Suzuki DR350, scelsi la versione S a pedale al posto della SE elettrica. E qui successe una cosa assurda: il libretto di uso e manutenzione dava una spiegazione sbagliata sull’avviamento. A suo dire, dovevi tirare la leva dell’alzavalvole e sbloccarla facendo scendere il kick dolcemente una prima volta. A quel punto dovevi dare una seconda pedalata, questa volta vigorosa. Ma la moto non partiva mai, era uno stillicidio. Una notte tentai di avviarla a spinta, ma la Polizia mi fermò perché sembravo un ladro. Eppure, neanche loro riuscirono ad avviarla. Un’altra volta si ammutolì in tangenziale a Milano con la nebbia e la spinsi per 7 km, rischiando di venire falciato da chiunque. La lasciai davanti a un’officina. Il giorno dopo mi presentai spiegando che non riuscivo ad avviarla e il meccanico rispose: “Ah, sì, certo, su questa moto il libretto dà informazioni sbagliate. Quando sblocchi l’alzavalvole, devi far scendere la leva di avviamento per un altro centimetro. Altrimenti non s’avvia”. Pazzesco. Da allora non ho più sbagliato un avviamento; ma la frequentazione delle mulattiere mi ha comunque fatto giungere alla conclusione che l’avviamento elettrico ti fa sopravvivere molto più a lungo, per cui da allora ho rinnegato il mio disprezzo verso il magico bottone. E mi sono organizzato: quest’inverno ho dimenticato di spegnere le manopole riscaldate aftermarket per ben 14 volte, scaricando la batteria, ma è finita l’epoca delle spinte: ho sempre un booster, con me...