Andrea Bruni - 07 March 2023

Quella pazza e innevata 3 ore a coppie

Abbiamo corso la Winter Hard Race, una tre ore a coppie organizzata dai ragazzi della Green Piston nel crossodromo di Malpensa. In sella a una KTM 450 EXC-F il nostro Andrea ci racconta la sua esperienza in prima persona

Moto e compagno di squadra

La Winter Hard Race dei ragazzi dell’enduro team Green Pistons è la classica manifestazione di fine inverno che fai con gli amici per togliere la ruggine accumulata nella stagione fredda; giunta alla 3a edizione (Memorial Enzo Negrelli), più che una gara vera e propria è un allenamento collettivo non competitivo. Anche se lo sappiamo tutti: quando ci si mette il casco e si ha un trasponder sulla moto, esistono solo avversari! Scusate, forse mi sono fatto prendere dalla cattiveria agonistica, torniamo a noi. Essendo una tre ore a coppie serviva un compagno di squadra e una moto. Come fedele gregario non potevo non coinvolgere il mio compagno di allenamento da oramai un sacco di anni, Massimo Ferrario. 50enne, barba bianca, occhi azzurri, sportivo incallito e appassionato di fuoristrada da sempre, indistintamente cross ed enduro. Non ho fatto in tempo a invitarlo che aveva già accettato ed era pronto a darci gran gas. Era la persona perfetta per la tipologia di gara, sarebbe stato efficace tra i paletti del fettucciato ma anche sui salti della pista di Malpensa. Già, la manifestazione si è svolta all’interno del crossodromo Ciglione della Malpensa in cui era stavo disegnato un giro di circa cinque minuti che si sviluppava tra i veloci saliscendi della pista e un tortuoso fettucciato creato nella parte alta. Per la moto abbiamo scelto una fiammante 450 EXC-F 2023. Un "mezzo" che non ho mai guidato e nemmeno provato nelle consuete prove qui su Motociclismo Fuoristrada. Una moto che nominalmente mi creava una leggera preoccupazione, viste le caratteristiche tecniche agli antipodi rispetto alla 125 che sono solito guidare. Allo stesso tempo, però, ero curioso di provarla e mettermi alla prova in una “competizione”. Proprio questa cilindrata insieme a tutta la gamma da enduro 2023 è soggetta alla promozione "1000 VANTAGGI". In questo periodo, l'acquisto di un nuovo modello KTM EXC, dà diritto a un voucher di 1.000 euro da spendere in KTM PowerParts o PowerWear. Maggiori informazioni le trovate a questo link.

Arriva la mattina della gara, sveglia presto, colazione e preparazione di tutto l’abbigliamento. Essendo fine febbraio e considerando che non pioveva da quasi 60 giorni decido di vestirmi pensante, ma non troppo. Termica, protezioni, completo Alpinestars, giubbetto smanicato rosso e via direzione Malpensa. Sono le 08:30 e ci troviamo in pista con Massimo, mio compagno di squadra; alle iscrizioni scopro che correrà anche Samuele Bernardini, schierato nella classe Marathon (cioè 3 ore da soli...senza cambio pilota) e anche Francesco Montanari, in gara con l'Aprilia Tuareg che correrà il Motorally. Con Massimo entriamo in pista per fare una ricognizione a piedi e scambiare due parole sulla strategia di gara. Essendo in coppia il gioco di squadra è tutto. Non facciamo in tempo a percorrere tre curve che inizia a piovere; la classica pioggerella inglese, leggera, ma che rende scivoloso il terreno e piano piano ti bagna. Concludiamo il nostro sopralluogo, ritiriamo i numeri (coppia n° 135), ci vestiamo e andiamo al briefing. Mentre ascolto tutte le raccomandazioni del caso i minuti passano sul quadrante dell’orologio e il momento della partenza si avvicina, l’ansia inizia a salire. Stiamo per entrare nel vivo della gara, il presidente del MotoClub ci augura buon divertimento. Metto il casco in testa e mi dirigo verso la moto per i 10 minuti di prove libere che avevamo a disposizione. Prima di entrare in pista porto il precarico della forcella a +3, chiudo la compressione e apro il ritorno del mono. Dopo questa piccola modifica alle sospensioni entro in pista; seconda, terza marcia, la ruota posteriore pattina un sacco, quella che prima era terra fresata è diventata puro fango, anzi sapone. Sono i primi metri con un 450 che non ho mai provato, devo usare questi giri per conosce quanto più possibile questa KTM; per questo decido di andarci piano col gas e le frenate. Curva a destra, discesone, staccata e senza nemmeno pinzare davanti mi ritrovo per terra! Non partiamo bene. Tutto sporco mi rialzo abbastanza imbarazzato, controllo di non aver rotto le leve, bottoncino e riparto per concludere i miei giri di libere, prima di tornare al paddock. Massimo è ancora più affranto di me, mi dice che non sta in piedi. Lui corre con un KTM 250 2T da cross, non lo invidio per niente. Nel frattempo continua a piovere e l’intensità aumenta sempre di più. Non c’era tempo per lamentarsi bisognava schierarsi per la partenza stile Le Mans. Avendo sul 450 il bottoncino di avviamento e Massimo la buona vecchia leva a pedale, decido di partire io. Il sorteggio della casella di partenza è a nostro favore, parto in quarta posizione e ho la prima salita di Malpensa perfettamente di fronte a me. Ci posizioniamo tutti uno a fianco all’altro, mentre dal lato opposto della pista i nostri compagni ci tengono la moto. Sento che il cuore inizia a battere forte, pompa freneticamente il sangue in tutto il mio corpo, la pioggia sembra quasi sparita talmente sono concentrato. Dovevo correre più in fretta possibile verso la mia KTM, mettere la seconda marcia e puntare deciso verso quella salita.

Giù la bandiera, si parte!

La bandiera cade, si parte! Ho un buono scatto, Massimo inclina leggermente la moto verso di me, ottima mossa; salgo, frizione, seconda e parto più forte che posso. Sono intorno alla terza posizione dopo i primissimi metri di gara, partenza non male. Prima curva, decido di spondare largo, dove il terreno era meno molle e più compatto, sperando così di aver maggiore grip. Mi passano in due, ma non devo farmi prendere dall’ansia, la gara è lunga, cadere ora vorrebbe dire ripartire ultimi, meglio essere conservativi. Discesone, freno con tutto il peso indietro, quasi a toccare il codino, vedo che un pilota mi affianca all’interno per sorpassarmi, esattamente nel punto in cui ero caduto io. Speranzoso del fatto che non sarebbe mai rimasto in piedi a quella velocità mollo i freni e lo lascio sfilare. Centro curva e boom, chiusura di sterzo e cade. Cercando di rimanere concentrato sulla mia gara guardo avanti e spremo tutti i cavalli di quel potente 450 quattro tempi. Finita la pista da cross arriviamo nel fettucciato dove mi accorgo subito che sarebbe stata ancora più difficile non commettere errori. Con il passaggio di oltre 150 moto sono emersi sassi e ghiaia e vi lascio immaginare quanto fosse scivoloso con una patina di acqua sopra. Nonostante le difficoltà inizio a prenderci la mano: mi accorgo che anche con poco grip il Kappa è molto stabile e caricando bene l’avantreno riesco a curvare bene, sfruttando anche la trattabilità del motore, rotondo sin dai bassissimi giri. Con Massimo ci eravamo fissati il tempo limite di 30 minuti di turno a testa, così da perdere poco tempo durante il cambio pilota. Sono nella top ten, ultima discesa, mi tengo sulla destra ed entro nella zona cambi. Passo il trasponder a Massimo, gli urlo che siamo in una buona posizione, di non rischiare e che si scivola tantissimo. È il momento di riposarsi e mettere benzina, alla moto e al mio corpo. Passa qualche giro e la situazione metereologica precipita: quella che prima era pioggia si è trasformata in neve, le temperature si sono abbassate e si è alzato il vento. Sembrava di essere dentro una tempesta di neve. Arriva il mio turno, cerco di scaldarmi le mani il più possibile con lo scarico della moto, Massimo rientra, passaggio di trasponder e mentre sto per partire sento che mi urla: “Ho freddissimo alle mani, non riesco a guidare”.

Rispetto a prima mi accorgo subito che fa molto più freddo. Sulla pelle scoperta di nasco e bocca i fiocchi di neve sembrano aghi. Faccio una fatica incredibile a stare in piedi, è come se il fango si fosse trasformato in ghiaccio. Cerco di non mollare, rimanere concentrato e di portare a casa dei giri puliti. Stava andando tutto relativamente bene, fino a quando, nell’intento di superare un pilota, entro in una pozzanghera e sporco completamente la maschera. Non vedendo più benissimo e con le lenti a strappo finite decido che sarebbe stato il mio ultimo giro prima del cambio. Ho cercato più volte di pulire la maschera con il palmo della mano, ma le cose peggioravano e basta. Non potendo continuare così decido di toglierla e finire il giro senza. Scelta peggiore non potevo farla! Se prima vedevo poco, ora non vedevo più nulla, il vento e la neve rendevano quasi impossibile tenere gli occhi aperti. Obbligato a rallentare il ritmo, decido che sarei arrivato al cambio senza prendere rischi inutili. E infatti mi ritrovo per terra in un nano secondo, finendo dentro a dei cespugli. La moto fortunatamente non si è spenta, riprendo il manubrio e riparto, anche se tra tutto ho perso quasi due minuti.

Un finale insaspettato

Slaccio la zip dello smanicato e consegno il trasponder al mio compagno di squadra che parte per la sua parte di gara. Affranto della caduta e preoccupato per le mani di Massimo mi copro con l’antipioggia, bevo e racconto a mio papà Davide, nonché meccanico e team manager della nostra squadra, l’errore in cui sono incappato. I giri passano e sono a bordo pista come prima a fare il tifo, fortunatamente il tempo migliora, il vento cala, smette di nevicare ed esce quasi un raggio di sole. Controllo i tempi sul sito dei cronometristi e devo dire che stava andando proprio bene, non velocissimo, ma svizzero; tutti i giri sullo stesso crono. Da fuori si vedeva che si stava divertendo, il terreno si stava asciugando, le rampe dei salti erano più clementi e Massimo provava pure qualche accenno di whip. Passa e mi fa segno di cambiarmi che il prossimo giro si sarebbe fermato. Toccava di nuovo a me. Corro alla moto, mi preparo, pulisco l’ultima maschera pulita che avevo e dopo aver preso il trasponder parto verso l’ultimo spint di gara. Avendo ancora in mente la stupida caduta che avevo fatto poco prima e così decido di dare del lei alla pista, aumentando il ritmo gradualmente. Le condizioni non sono migliorate tantissimo, però almeno non piove. Ora le salite di Malpensa sono un inferno e alcuni piloti faticano ad arrivare in cima; gli sbandieratori devono fare gli straordinari e noi piloti lo slalom tra le moto per terra. Con la KTM, giro dopo giro, prendo un gran feeling, mi sto veramente divertendo tanto. Non penso più alla neve e neppure alla posizione in classifica. La chiave di volta è stata cambiare la posizione in sella e dei piedi sulle pedane, oltre a usare maggiormente la generosa coppia del motore, usando solo seconda e terza marcia praticamente in tutta la pista. Ormai siamo alla fine della manifestazione e tutti si sono spostati verso l’ultima curva della pista per far festeggiare la coppia vincitrice, composta da Scandella/Cairoli, mentre Samuele Bernardini ha vinto la categoria Marathon. Passato il traguardo cerco Massimo con lo sguardo; mi viene incontro e in un abbraccio ci diciamo: “Ben fatto, gran bella giornata!”.

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