John Elkann, i dipendenti scioperano contro il suo operato: è confermato, sta vendendo tutto quanto.
Il nome di John Elkann è certamente legato in primo luogo al mondo dei motori, dalla secolare unione con la FIAT all’odierno universo Stellantis, sino alla Ferrari. Sono però moltissime le attività e gli interessi che nel corso degli anni sono stati portati avanti nei più diversi ambiti. John Elkann, in particolare, è stato spesso al centro delle cronache per nuovi investimenti, ma anche per avere nel tempo ceduto attività da tempo legate alla famiglia.
Elkann non ha mai nascosto l’intenzione di differenziare i propri affari (con una particolare attenzione al futuro e alle nuove tecnologie), cedendo attività considerate non più in linea con le strategie del gruppo Exor (holding di famiglia) per poi reinvestire su altri fronti. Nelle ultime settimane, stanno facendo a lungo discutere i rumors di una cessione delle attività editoriali del gruppo, in particolare del Gruppo Gedi. Una situazione che sta creando diverse tensioni all’interno delle redazioni, e i giornalisti delle testate sono pronti a fare sentire le proprie ragioni.
I giornalisti della Stampa hanno reagito alla notizia della messa in vendita del giornale con uno sciopero. Il giornale cartaceo non è arrivato in edicola, e anche il sito online della testata non ha ricevuto aggiornamenti. “Una decisione sofferta” scrivono i giornalisti, presa al termine di una giornata definita drammatica per la storia del giornale, dopo l’incontro avvenuto lo scorso 10 dicembre con il presidente del gruppo Gedi Paolo Ceretti, l’amministratore delegato Gabriele Comuzzo, l’amministratore delegato di Gnn Corrado Corradi e il responsabile del personale Alessandro Bianco.
L’esito dell’incontro è stato definito “sconcertante, sconfortante e umiliante”, ed è stata confermata la messa in vendita di tutte le attività editoriali del gruppo Gedi da parte di Exor. Continuano le indiscrezioni sui possibili nuovi proprietari, il gruppo AntennaUno starebbe trattando, ma non sarebbe interessato a La Stampa per il quale si starebbe cercando un compratore, mentre invece rientrerebbero nei dialoghi le radio e l’altro quotidiano La Repubblica. I giornalisti de La Stampa, dunque, hanno deciso di protestare e chiedere a gran voce garanzie sul futuro di un giornale storico per il paese e per il territorio e sulla possibilità di svolgere il proprio lavoro anche in futuro.
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