Marc Marquez è una leggenda e il suo infortunio ha stravolto ancora la MotoGP.
Per tanti anni si è detto che i vincitori successivi all’infortunio di Marc Marquez, in realtà non avrebbero potuto essere paragonati con il fenomeno spagnolo. Da un certo punto di vista non si può di certo dire che sia sbagliato, considerando come con il suo ritorno in un grande team, il sette volte campione del mondo MotoGP ha sbaragliato la concorrenza.

Lo spagnolo ha messo in chiaro a tutti come con lui sulla Ducati non ci sarebbe stata possibilità per nessuno di togliergli l’allora massimo. A ben guardare, l’assenza di Marquez in pista dopo l’infortunio di Mandalika, ha effettivamente rimescolato ancora una volta le carte.
Questo evidenzia due parametri molto importanti. Il primo è che effettivamente il livello dei piloti, escluso Marquez, sia effettivamente similare. Inoltre la Ducati ha sicuramente beneficiato notevolmente del fatto di aver messo le mani sul miglior pilota del mondo per vincere il Mondiale, perché da quando ha vinto il Mondiale ci sono stati cinque vincitori differenti.
Senza Marquez, la MotoGP è democratica: tanti ottimi piloti nessun dominatore
Nelle ultime sei gare di MotoGP non vi è dunque mai stata continuità, con Marquez che di fatto ha chiuso i conti a Misano. Certo, la matematica la si è avuta in Giappone, dove però si è accontentato del secondo posto, con il successo che è finito sempre in casa Ducati nelle mani di Pecco Bagnaia.

Poi è arrivato l’infortunio a Mandalika, il che lo ha escluso da queste ultime gare e il primo a imporsi senza Marquez in pista è stata la Ducati Gresini di Fermin Aldeguer. Il successo più inatteso di tutti lo abbiamo sicuramente avuto in Australia, dove a salire sul gradino più alto del podio è stato lo spagnolo dell’Aprilia Trackhouse Raul Fernandez, al primo storico successo nella categoria.
Si è tornati più sulla normalità nelle ultime due gare, con Alex Marquez che ha vinto in Malesia e Marco Bezzecchi in Portogallo. Il record in MotoGP è di 8 vincitori diversi consecutivamente nel 2016. Vedendo la forma di Pedro Acosta non è da escludere che a Valencia si possa arrivare a sette e chissà se il 2026 inizierà con una sorpresa, ma attenzione perché con la nuova stagione arriverà il momento di riabbracciare il re.





