Chiusura ufficiale per il colosso tedesco: batosta tremenda per il settore, questa non ci voleva

Chiusura ufficiale per il colosso tedesco, super batosta per il settore: non ci voleva davvero, da non credere.

Non è certo un momento semplice per l’automobilismo europeo. Il contesto attuale presenta diverse sfide per le aziende del vecchio continente: dalla sempre più aggressiva concorrenza di nuove realtà (su tutti i modelli low cost che arrivano dalla Cina), sino alle delicate questioni internazionali, dove tensioni politiche, conflitti e dazi mettono a dura prova i bilanci delle aziende. Per finire, ma non certo in ordine di importanza, le complicazioni legate alla transizione elettrica, tra costi in più, stallo della domanda e incertezza normativa. Restare a galla, insomma, è diventato sempre più complicato, anche per i più grandi colossi.

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Chiusura ufficiale per il colosso tedesco: batosta tremenda per il settore, questa non ci voleva – motociclismofuoristrada

La situazione ha messo a dura prova le aziende, che sono costantemente alla delicata ricerca di un equilibrio tra gli investimenti necessari e i ricavi, e alle prese con una attenta ottimizzazione delle risorse. Lo sa bene Volkswagen, che dopo avere investito moltissimo sull’elettrico e avere avuto numerose difficoltà iniziali su questo fronte ha dovuto trovare un compromesso, al fine di rispondere alle sfide di mercato.

Volkswagen, chiude la prima fabbrica tedesca negli ultimi 88 anni

L’organizzazione delle risorse e l’ottimizzazione di quello che è il potenziale a disposizione dell’azienda richiede purtroppo di tanto in tanto anche decisioni drastiche e non certo semplici, come quella che ha dovuto prendere di recente Volkswagen. L’azienda è stata costretta ad ufficializzare la chiusura della prima fabbrica in Germania per la prima volta negli ultimi 88 anni.

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Volkswagen, chiude la prima fabbrica tedesca negli ultimi 88 anni (AnsaFoto) – motociclismofuoristrada

Volkswagen ha chiuso lo stabilimento di Dresda, a causa dei bassi numeri di produzione fatti registrare dalla fabbrica (meno di 200.000 veicoli dal 2002). La decisione rientra nel piano di taglio di 35.000 posti di lavoro annunciato dall’azienda proprio per bilanciare il contraccolpo della crisi dell’automotive europeo, che ha colpito in pieno la Germania e le sue aziende, e le difficoltà del mercato.

Lo stabilimento di Dresda ha prodotto modelli come la Phaeton e la ID.3, entrambi non particolarmente di successo sul mercato. E proprio a questi bassi numeri è dovuta la decisione della casa tedesca di fermare la produzione nello stabilimento e concentrare le operazioni negli altri stabilimenti. Certo non si tratta di una buona notizia per l’industria europea, che continua a soffrire in modo importante il contesto attuale e questo periodo storico.

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