David Philippaerts: il suo segreto è che si diverte ancora tanto

David Philippaerts è considerato uno dei piloti più importanti nella storia del motocross italiano. Nato nel 1983 a Pietrasanta, in Toscana, ha costruito una carriera straordinaria grazie a un talento naturale, un grande spirito competitivo e una determinazione ferrea.

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motociclismofuoristrada.it-David Philippaerts: il suo segreto è che si diverte ancora tanto. Foto: Ansa Foto

Il suo nome è entrato nell’albo d’oro del motocross mondiale nel 2008, quando ha conquistato il titolo MX1, riportando l’Italia al vertice dopo anni di assenza. Ha corso per squadre ufficiali come Yamaha, sfidando i migliori piloti del mondo sui tracciati più impegnativi e guadagnandosi il rispetto di avversari e tifosi. Anche dopo il ritiro dalle competizioni mondiali, Philippaerts non ha mai abbandonato la sua passione per le due ruote: ha partecipato a gare nazionali, eventi benefici e attività di formazione, diventando un punto di riferimento per le nuove generazioni. A 41 anni, la sua voglia di mettersi alla prova e di divertirsi in pista resta immutata, confermandolo come un esempio di costanza e amore per lo sport.

Una prestazione sorprendente a Mantova

Agli Internazionali d’Italia di Mantova, David Philippaerts ha stupito tutti terminando decimo nella MX1, primo degli italiani, in sella a una Kawasaki KX450 completamente di serie. In un’intervista rilasciata il giorno successivo alla gara, ha raccontato le sue impressioni e il segreto di questa prestazione inattesa. «Pensavo peggio», ha confessato a proposito dei dolori post-gara, spiegando con ironia che a una certa età i dolori arrivano il martedì, non il lunedì.

Il campione ha sottolineato che il suo risultato non è stato un miracolo ma neppure qualcosa di scontato. L’esperienza accumulata negli anni, unita a un buon feeling con la nuova Kawasaki, gli ha permesso di adattarsi perfettamente alle condizioni tecniche di Mantova. Ha raccontato di correre con la moto completamente originale perché impegnato in una serie di test: il piazzamento dimostra quanto sia ancora competitivo anche senza particolari preparazioni.

Il racconto della gara e le difficoltà iniziali

Philippaerts ha ammesso di non essere mai stato un fenomeno nei tempi di qualifica. Anche ai tempi del Mondiale gli capitava di fare male il sabato per poi ribaltare tutto la domenica. A Mantova il fango e il traffico in pista hanno complicato il giro veloce, ma il suo 20° tempo non lo ha preoccupato.

In gara 1 è partito male, rimanendo coinvolto nel traffico del gruppo. Dopo un contatto con altri piloti, si è ritrovato 16° al primo giro. L’episodio decisivo è stato osservare le traiettorie di Geerts: copiando le sue linee, Philippaerts ha migliorato il passo, compiendo diversi sorpassi e approfittando delle cadute altrui per risalire fino alla 12ª posizione. La cosa più importante, ha spiegato, è stata non affaticarsi troppo, mantenendo energie per il finale.

La seconda manche ha regalato le emozioni più forti. Una caduta di Tim Gajser ha scombussolato il gruppo e David ne ha approfittato per infilarsi, trovandosi sesto nei primi giri. Ha battagliato con i migliori, difendendo le posizioni con tenacia. Quando la stanchezza si è fatta sentire, Forato e Gajser lo hanno superato, ma un errore di Forato all’ultimo giro gli ha permesso di chiudere nono di manche e decimo di giornata. «Ero soddisfatto e contento», ha dichiarato, sottolineando che non toccava la moto da una settimana a causa di impegni e maltempo.

I programmi futuri e la passione senza età

Il decimo posto non cambierà i suoi piani stagionali. Philippaerts continuerà a partecipare alle gare che più lo divertono: una gara di beneficenza in memoria di Maikol Signani, il Beach Cross di Soverato, gli Assoluti di enduro e l’Italiano. Ha anche rivelato di voler organizzare la prima prova degli Assoluti a Cavaglià, dove sogna di correre con la nuova Kawasaki KX300X.

Oggi, oltre a correre, si dedica alla sua scuola di motocross, alternando l’attività in pista con i giovani, l’officina per preparare le moto, gli allenamenti e i test con i partner. Tra impegni sportivi e familiari, trova ancora il tempo di vivere a pieno il mondo delle due ruote. Quando gli è stato chiesto perché sia così difficile smettere, ha sorriso citando la sua famiglia: «Mio papà Frank ha quasi 60 anni e ancora fa gare… sarà il DNA dei Philippaerts».

Queste parole mostrano quanto la passione per il motocross sia radicata nella sua vita e in quella dei suoi cari. Per Philippaerts, correre non significa solo competere, ma anche divertirsi e tramandare un’eredità sportiva che continua a ispirare.

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