Andrea Vignone; dalla vittoria alla frattura. Il suo racconto

Sabato si è imposto nella Coppa Italia, domenica è finito in ospedale. Andrea Vignone ci racconta il suo pazzesco weekend agli Assoluti d'Italia enduro di Andora

Scrivo direttamente dal letto, per fortuna di casa mia: ho un braccio rotto e tanta amarezza. Ieri, invece di festeggiare il bellissimo weekend di apertura degli Assoluti d’Italia di Enduro, ho passato la serata al pronto soccorso, dove mi hanno rimesso in asse il braccio e poi ingessato. Ma non basta, nei prossimi giorni dovrò essere operato dallo staff di Santa Corona di Pietra Ligure. Finisce così questa prima esperienza del 2023; a vedere come era iniziata si poteva presupporre sicuramente di meglio. Magari una foto sul gradino più alto del podio. Purtroppo, questo sport che noi tanto amiamo a volte ci mette davanti a brutte esperienze; so bene che fa parte del gioco, ma non è facile il lunedì vedere tutti i video e le foto sui social dei ragazzi che fino a poche ore prima si divertivano con me in moto, mentre io sono a casa dolorante a cercare di scrivere questo articolo. Ma penso sia anche questo mio voler raccontare a tutti i costi le avventure e le esperienze che mi succedono a piacere a tutti voi lettori che mi seguite su Motociclismo Fuoristrada.

IL PADDOCK

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Siamo arrivati al dunque, la prima gara della stagione è ormai alle porte e quale migliore occasione se non incominciare con la prima tappa degli Assoluti d'Italia enduro di Andora organizzati dal moto club Alassio e Offroadproracing. Lo scenario è pazzesco, il paddock e all'interno del porto turistico di Andora dove si può godere di una meravigliosa vista mare protetti ovviamente dai monti subito dietro di noi. Girando per il paddock mi accorgo che si respira una fantastica aria di gara, ci sono quasi tutti i piloti del Mondiale e le rispettive Case ufficiali.

IL PERCORSO

La gara si svilupperà su due giorni, per un totale di quattro prove speciali a ogni giro, per tre giri. Il trasferimento riporta un po’ alle origini dell'enduro, con parti tecniche che richiamano alcuni tratti dell'hard enduro. Le speciali create per questa tappa sono davvero difficili e molto insidiose: il primo Cross Test sulla spiaggia è caratterizzato da una sabbia molto fine e soffice; la seconda prova è l'Extreme Test, praticamente un single track in salita molto insidioso che non lascia quasi mai il tempo di riposare, soprattutto dopo aver incontrato un breve tratto di strada bianca intorno a metà speciale; qui gli specialisti dell'enduro estremo potranno sicuramente fare la differenza; poi ci aspetta un lungo tratto di trasferimento molto impegnativo per raggiungere il primo controllo orario e subito dopo iniziare il secondo Cross Test di Stellanello, creato grazie alla grande esperienza del dakariano Maurizio Gerini; un pratone con alcune varianti tecniche e impegnative. Per finire, ancora un lungo trasferimento che ci porta sopra Madonna della Guardia ad Alassio, per affrontare l'ultima prova speciale: una linea da circa 10 minuti creata in esclusiva per questa gara dai ragazzi del moto club Alassio con all'interno qualsiasi tipo di passaggio, tra cui salite, discese, contropendenze, passaggi tecnici sponde roccia terra e molto altro.

LA MOTO, UNA GASGAS EC 250

Ma adesso veniamo noi: per l'occasione i ragazzi di GASGAS mi hanno proposto una nuova sfida e visto che lo scorso anno ho corso tutta la stagione con il 300 2 tempi, questa volta mi hanno chiesto di provare la EC 250. Nonostante i soli 50 cc di differenza, ha totalmente un altro carattere: se la 300 è molto piena sotto e con meno allungo, questa 250 ha un sotto coppia leggermente più morbido, ma poi sprigiona una potenza e un allungo degno di una moto da cross.

LA VITTORIA DEL SABATO

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Inizio sapendo che la gara è molto lunga e la componente fisica giocherà un ruolo fondamentale per arrivare a domenica sera. La prima prova sulla sabbia subito dopo la partenza ufficiale sotto l'arco degli Assoluti d’Italia è molto emozionante e allo stesso tempo difficile con tutte le persone sulla passeggiata di Andora a fare il tifo e una sabbia che nei minuti prima ho visto mettere in crisi anche i piloti più forti. Parto abbastanza tranquillo cercando di non fare troppi errori, ma subito dopo la prima curva capisco che la sabbia è molto più difficile di quello che mi aspettavo, anche perché si sprofonda moltissimo quindi cerco di portare a termine la speciale nel migliore dei modi senza fare grandi errori. Arriva poi l'estrema, quella che penso essere la “mia” speciale e cerco di guidare nel miglior modo possibile anche se prendere il ritmo in tutte queste rocce è davvero difficile; arrivato in cima mi giro per guardare il tabellone dei tempi e noto di essere 67º assoluto quindi direi un ottimo tempo. Arrivo così al controllo orario dove c'è Sofia che mi aspetta, ma da subito le dico che non voglio sapere i tempi; il primo giro voglio guidarlo senza extra pressioni. Nel secondo giro riesco a migliorare i tempi in alcune speciali e solo prima dell'ultimo giro chiedo a Sofia di dirmi la situazione della classifica provvisoria. Scopro che sono in testa all'assoluta della Coppa Italia e capisco che devo continuare così. Nonostante una rete incastrata nella leva del freno posteriore all'inizio dell'Extreme Test e la fatica accusata nel finale del giro, riesco a vincere! Come inizio di weekend non è male.

Ma prima di rilassarmi controllo i raggi delle ruote, cambio il filtro, faccio il pieno di benzina, un check a freni e gomme e sono pronto per lasciare la moto al parco chiuso. Per questa gara ho scelto di utilizzare la gomma posteriore Borilli media in accoppiata con la mousse Risemousse Climber, senza nessun inserto; si sta rivelando una giocata vincente, visto che la gomma praticamente non ha nessun degrado e la mousse molto morbida riesce a offrire il massimo grip. In accoppiata la gomma media ha una carcassa, tra virgolette, leggermente dura.

LA DOMENICA, IL FATTACCIO

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Mi alzo la domenica mattina molto presto, alle 7:00 sono già pronto per fare una ricca colazione, ho bisogno di tantissime energie per la giornata; le mani, la schiena e il mio sedere iniziano ad accusare i 180 km del sabato, ma sono carico molto motivato per cercare di fare bene anche questa seconda giornata di gara. Si riparte da zero, fin da subito dovrò cercare di guidare bene in maniera efficace proprio come sabato. Ovviamente mi ricordo meglio la prova rispetto a ieri e riesco a prendere il giusto flow, che mi consente di abbassare il mio miglior tempo di ulteriori 10’’. Lungo il trasferimento cerco di risparmiare il più possibile le energie, lavoro difficile visto il tracciato davvero impegnativo. Dopo il Cross Test e l'Enduro Test mi trovo provvisoriamente in testa, con soli cinque secondi di vantaggio. Mi aspetta l'ultimo giro... Parto per la prova sulla sabbia e nelle prime curve riesco ad andare molto bene, nonostante la sabbia sia molto più asciutta e molto più soffice.

L'INCIDENTE

Purtroppo, a un certo punto sbaglio leggermente la linea e cado violentemente a terra. Mi accorgo fin da subito che non è una caduta classica, come le altre, cerco di rialzarmi e poi di rialzare la moto, ma sento un grande dolore al braccio destro e un feeling molto brutto. Il polso non è nella sua posizione classica e con molto dolore e rammarico sono costretto a ritirarmi. Esco a piedi dalla speciale con delle timide lacrime sotto il casco che fanno trasparire dolore, incazzatura e dispiacere. Mi reco presso il punto di primo soccorso dove arriva il medico di gara e grazie all'aiuto di tutte le persone dello staff fanno un breve punto della situazione: il polso è messo male, sicuramente fratturato, mi danno quindi un antidolorifico e vengo trasportato presso l'ospedale di Santa Corona di Pietra Ligure. Qui tutte le persone del pronto soccorso si attivano per fare esami e accertamenti del caso, nel pomeriggio mi riducono la frattura scomposta di radio e ulna, ingessandomi il braccio. Come detto, nei prossimi giorni mi dovrò operare.

È andata così. Il vostro “Vigno” vi saluta, con la promessa che cercherò di rimettermi in forma il prima possibile. Questo non vuole essere un addio, ma solamente un arrivederci con nuove prospettive e nuovi obiettivi. Grazie al supporto di tutti voi che mi seguite potrò sicuramente tornare in sella il prima possibile e con una nuova carica, nuovi stimoli, e sicuramente più esperienza, consapevolezza e magari anche più velocità.

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