Se si guarda alla storia di questo sport, in passato abbiamo visto piloti saltare a piè pari le categorie minori e schierarsi subito in 450. Il più eclatante esempio è quello di Desalle che nel 2009 si mise in luce, quasi da sconosciuto, in sella alla Honda LS addobbata con solo poche parti speciali, senza passare dalla 250. Ma possiamo citare anche Nagl o De Dycker. Ma oggi il Mondiale è molto diverso rispetto a 15 anni fa e il livello delle prime posizioni è talmente alto da non poter più pensare di iniziare da quello che si configura come il punto di arrivo di una carriera professionistica.
Restando sulla casistica, un cambiamento in corsa dalla MX2 alla MXGP, simile a quello che sta vivendo Andrea, è stato affrontato da Mattia Guadagnini due stagioni fa; ma in quel caso purtroppo si sono collezionati più infortuni che soddisfazioni. Tuttavia, anche in questo caso, viene da dire che il paragone non sia pertinente; Bonacorsi è un pilota e un ragazzo molto diverso da Mattia, sotto tutti i punti di vista, e quindi l'esperienza di Guadagnini non può essere presa in considerazione. A favore di Bonacorsi c'è la struttura, una delle migliori del paddock, e la moto che lo mette nelle condizioni di poter essere competitivo contro avversari blasonati e questo, nel caso specifico di Andrea, è un dato positivo.