Guarneri: "Ho deciso, mi ritiro"

Davide non è al via della prima gara degli Assoluti d'Italia di Andora. Il suo rientro dopo l'infortunio non ha dato le risposte sperate; allora meglio fermarsi, come ci racconta lui stesso in questa intervista esclusiva

1/6

"È difficile dirlo, ma mi devo fermare. È stata una decisione ponderata, fino all'ultimo; ho provato a tornare, dovevo essere al via della prima gara qui ad Andora, ma non ci sono i presupposti". A parlare ai nostri microfoni è Davide Guarneri, che abbiamo incontrato sotto la tenda del Team Fantic E50 Racing nel paddock della prima gara degli Assoluti d'Italia 2023, dove i piloti iscritti sono assorbiti dalla frenesia tipica dell'avvio di stagione. Davide li coordina, parla con i tecnici, dispensa consigli e soluzioni con decisione e chiarezza. Eppure questa per lui è una giornata difficile: è la prima vera occasione in cui si sente un "ex". L'infortunio alla vertebra C7 è stato più invalidante del previsto e così Guarneri ha deciso di non prendere il via, solo poche ore prima della partenza per Andora. Cosa è successo?

"Dopo una convalescenza infinita sono riuscito a risalire in moto a gennaio. Lo stop è stato lungo e inizialmente ho accusato qualche difficoltà a recueprare certi automatismi. Ma piano piano le cose andavano meglio e abbiamo deciso di iscriverci a questa gara, per usarla come termometro della mia condizione. Purtroppo, da qualche giorno sono riemersi alcuni problemi che mi hanno portato alla decisione di fermarmi. Correre sarebbe stato troppo difficile, non solo dal punto di vista fisico, ma soprattutto psicologico".

Il momento in cui un pilota professionista deve dire basta arriva per tutti, ma forse questo non era il modo in cui volevi chiuderla tu. Oppure non cambia molto, nella sostanza?

“Cambia, cambia tanto. Io mi sono sempre detto che quando non mi fossi più sentito competitivo sarebbe stato il momento di smettere. Invece ho fatto un po’ come il vino; dopo essere passato all’enduro ho avuto un miglioramento constante, fino ad arrivare in testa al Mondiale, per due anni di fila. Quando ho avuto l'infortunio lo scorso anno era al vertice della Enduro3. Dovermi ritirare così non era proprio quello che speravo".

Però continuerai ad andare in moto.

"Certo. Sono sempre stato chiaro con me stesso sul fatto di voler tornare al livello di competitività precedente all'infortunio, ma il tempo a disposizione è stato poco. Con Fantic avevamo quindi già considerato la possibilità che se non fossi riuscito a ritornare a quei livelli avremmo allungato il nostro rapporto anche al di fuori del racing. E così è. Sarò il coach del team Fantic Racing, cercando di trasmettere ai piloti più giovani tutta l'esperienza maturata in 20 anni di gare internazionali. In parallelo, mi occuperò dello sviluppo dei modelli enduro Fantic. Mi è sempre piaciuto quello che riguarda l’ambiente dei test, ma devo dirti che essere qua e non poter correre è difficile’’.

Quindi non correrai più?

‘’Non escludo che durante la stagione potrò anche partecipare a qualche gara, magari per mettere alla prova qualche componente, sempre in ottica di fare il bene del team e dell’azienda. Ma non posso più iniziare una stagione puntando a degli obiettivi. Da quel punto di vista è finita".

Rimpianti?

“Tantissimi. Dal primo anno di professionismo, fino ad adesso. Rimpianti che derivano da scelte sbagliate che ho capito solo in seguito, o errori fatti che potevo evitare. Non l'ho mai presa dicendomi “è andata così”, ma sempre come un rimpianto. Questa cosa mi ha spronato negli ultimi anni a fare meglio, proprio per mettere una pezza a un rimpianto precedente; e da un certo punto di vista è andata bene, perché sono rimasto competitivo fino a 37 anni. È stato il fuoco che mi ha alimentato".

L’incidente è il rimpianto più grosso?

“Sì. Ero in una situazione perfetta, sulla 300 2 tempi che stava migliorando gara dopo gara, un progetto nuovo che sentivo mio, avevamo già vinto tanto, eravamo in testa al Mondiale e all'Italiano, si prospettava una Sei Giorni in cui difendere il titolo vinto nel 2021. Poi l'incidente. Ma mi sono dovuto fermare per un infortunio particolarmente brutto, di cui, come sapete, non mi sento la responsabilità. Detto tutto questo questo, preferisco guardare la mia situazione da un punto di vista fisico; oggi sarei potuto essere qui in una condizione diversa o non esserci proprio. Perciò sono contento di poter continuare a fare una vita normale".

I video di Motociclismo Fuoristrada

© RIPRODUZIONE RISERVATA