Ci siamo... È arrivato il giorno della gara a Glen Helen: il World Vet Champ, un evento classico di questa pista; in teoria dovrebbe essere un appuntamento che mette a confronto piloti ormai non più giovanissimi (Vet sta per Veteran), ma in realtà possono correre un po' tutti. Io, all'epoca, non ero certo un veteran, anzi avevo 27 anni, ma ho potuto correre nella Classe +25. Le categorie erano divise per lustri. Quindi c'erano la +25, +30, +35, +40 e così via, fino a +75! All'interno di ogni classe, c'era la divisione tra Novice, Amateur e Pro. In tutto più di 700 piloti iscritti per una gara da fare tutta in un giorno. Impossibile? Macché. Tanto per cominciare le iscrizioni erano entro le 6:30 di mattina, quindi sveglia alle 4... Ma non è stato un problema, dato che quella notte avrò dormito sì e no 5 minuti. Arriviamo in pista al buio, prendo numero e transponder e son pronto. Tiro fuori dalla borsa una vera chicca... Se ricordate, il 2009 era l'anno del mitico Nazioni di Franciacorta, che si era appena disputato. La Maglia Azzurra all'epoca era realizzata dalla Pivesso, che la metteva anche a catalogo. Quindi era alla portata di tutti e già che avevamo il loro supporto per la spedizione americana, decisi di chiederne una personalizzata con nome e numero. Insomma, ho corso a Glen Helen con la vera maglia dell'Italia... Taroccata. Quella maglia è appesa al muro nella mia stanza delle memorabilia, ancora sporca della terra di quel giorno. Non l'ho più usata e mai la laverò.
Torniamo alla gara. Immaginatevi il paddock con 700 piloti iscritti. Una città. Coprire tutta quell'area con altoparlanti sarebbe impossibile e, così, si sono inventati una figata pazzesca: hanno collegato il microfono dello speaker su una radiofrequenza, così ogni camion nel paddock poteva ascoltare la sua voce (e soprattutto le chiamate al cancello delle varie classi) attraverso il proprio stereo e qualcuno si era organizzato con delle casse esterne. Prima di partire con le gare, siamo stati tutti invitati sul piazzale di partenza, dove è stato cantato l'inno The Star-Spangled Banner come al solito dal vivo, da una voce femminile e senza musica. Io sono italiano al 100%, ma devo dire che quello è stato un gran bel momento e si è sentito il patriottismo di un popolo molto unito.
Si arriva al momento della gara e mentre mi avvio verso la partenza, vedo che molti piloti portano in sella le rispettive consorti, dotate di scopa... Una volta dietro al cancello capisco: il fondo non è fatto di terra, ma di cemento e la scopa serve per togliere polvere e detriti.
C'è anche un'altra cosa che non capisco. Vedo intorno a me un sacco di piloti forti. Che ci fanno qui? Io mi sono iscritto nella Amateur, mica nei Pro. Eppure mi sembrava di essermi mosso alla chiamata. E infatti era il momento giusto: per poter far correre tutti, in un solo giorno, si sono inventati un sistema folle quanto geniale. Ogni categoria (quindi +25, +30 ecc) si schiera dietro al cancello, inizia la procedura con bandiera verde, cartello dei 15, poi 5 secondi e il cancello scende. Ma partono solo i Pro, mentre gli altri stanno fermi! Dopo 30 secondi si ripete la procedura e tocca agli Amateur. Quindi ai Novice. In questo modo nel tempo di una sola gara, ne fanno 3! Ricordate quando vi ho detto che la pista di Glen Helen era cambiata rispetto al giovedì? Ecco, la configurazione della gara conformava un giro superiore ai 4 minuti, in modo da permettere di far partire tre categorie insieme. E la cosa ha funzionato, perché raramente si sono incontrati piloti di categorie diverse!
La partenza di Glen Helen la conosciamo tutti: è composta da un rettilineo lunghissimo, che termina con una curva parabolica enorme a destra, su cui campeggia la scritta GLEN HELEN a caratteri cubitali. Io non ero mai partito sul cemento, non avevo la scopa e nel casino non avevo capito neppure se era davvero la partenza della mia categoria, quindi una volta sceso il cancello non sono proprio uscito a cannone... Però ricordo la sensazione dell'accelerazione dopo il via: marcia, marcia, marcia, cambio bloccato. Nella frenesia del momento ho pensato che si fosse rotta la moto, poi ho capito che le marce erano finite. Il rettilineo è talmente grande e senza una frenata da fare in fondo, che arrivi facilmente alla fine di una Honda CRF250R 2010. Nella mia vita non ho mai più vissuto la sensazione del limitatore di una moto in 5a marcia. Alla fine ho chiuso quarto di categoria, mi pare con un secondo e un quarto posto e ho guadagnato un premio. Invece della solita coppetta ho trovato una sorpresa: una foto di me in azione quel giorno, con tanto di cornice di sostegno, la posizione, la data, la pista. Un altro bellissimo ricordo, qui sotto la foto.
Era il 31 ottobre del 2009, 14 anni fa. Quella stessa sera ho partecipato a una vera festa di Halloween, scoprendo che la notte dei mostri in California è una cosa dannatamente seria... Siamo stati a casa di un noto giornalista americano e tra gli invitati c'era anche un certo Ryan Villopoto, vestito da pistolero. Ma questa una storia che vi racconto tra altri 14 anni.