Tutto il resto, però, è verosimile. Cominciamo dal telaio, che è un perimetrale in alluminio anche in questo caso molto simile a quello della Casa di Tokyo. Ma, confrontando le immagini con lo scheletro Honda, si notano differenze nell'inclinazione delle travi laterali, nella culla e nel posizionamento di alcuni dettagli come l'attacco del mono, il trave inferiore, il vincolo con il telaietto. Tutto suo il forcellone, scatolato in alluminio. Le sospensioni non si vedono bene, ma indiscrezioni hanno parlato di materiale Showa sia per la forcella, sia per il mono, che lavora su un leveraggio. L'immagine ci mostra chiaramente che si sta utilizzando un serbatoio in lega (foto sopra).
Veniamo al motore: probabilmente bialbero (ma non è chiaro), certamente con distribuzione desmodromica. I vantaggi di questa scelta sono numerosi (tra questi la possibilità di poter raggiungere facilmente alti regimi di giri, potendo gestire la chiusura delle valvole in modo meccanico e non attraverso le molle), lo svantaggio è negli ingombri della testa che, effettivamente, sono importanti. Il motivo è che il desmo vincola l'angolo di inclinazione delle valvole e questo significa volume. Il motore è grosso e si sviluppa molto verso l'alto.
Questo è quanto si vede in questa foto ed è lo stato attuale delle cose. La Ducati da cross è al primo stadio di sviluppo e come tale deve essere valutato. Il progetto è a lunga gittata e non è affatto detto che quanto visto in questa foto (e analizzato in questo articolo) sarà poi scelto come definitivo.