Tom Vialle: "Non pensavo fosse così dura!"

Dopo le prima gare negli USA il Campione del Mondo MX2 2022 si racconta in una lunga intervista. Dalla vittoria dell'ultimo minuto in Turchia lo scorso anno fino alle difficoltà nelle sezioni ritmiche del Supercross

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Tra i motivi di interesse nel Campionato Supercross 250SX East Coast 2023 c'è sicuramente lui: Tom Vialle! Francese, vincitore di due mondiali MX2 nel 2020 e nel 2022. Gli appassionati ricorderanno sicuramente il 4 settembre dello scorso anno, data dell'ultima tappa di un campionato combattutissimo tra lui e Jago Geerts. L'ultima manche del GP della Turchia 2022 ha sicuramente scritto una delle pagine più belle del motocross moderno con il francese che si è portato a casa la tabella oro dopo un rocambolesco incidente in cui finirono a terra entrambi. L'ultimo pilota KTM campione del mondo in carica andato in cerca di fortuna in USA è stato Ken Roczen nel lontano 2011, anche lui andato negli Stati Uniti dopo aver rivendicato la classe MX2. Tutti eravamo curiosi di vedere come Tom si sarebbe adattato al sezioni ritmiche tipiche del Supercross, ad oggi, ha alternato grande velocità a cadute spettacolari e botte mica da ridere. Occupa l'ottava posizione assoluta in classifica con un quarto posto come migliore piazzamento, risultati che non rendono merito a quanto di buono fatto vedere finora.

Torna indietro per un attimo: hai vinto il campionato del mondo negli ultimi minuti dell'ultima gara dell'ultimo round e poi sei passato direttamente negli Stati Uniti. Tutto è andato molto veloce. Hai avuto il tempo di digerire l'emozione provata 2022?

"È vero, tutto si è mosso molto velocemente. Ho vinto il Mondiale e meno di tre settimane dopo vivevo già negli Stati Uniti. La Turchia è stata una gara folle; ora che ci ripenso, avevo più pressione alla vigilia rispetto a quando ero in gara. Ma è stato un bel fine settimana. Una bella esperienza che mi porterò sempre dentro".

Hai imparato in fretta quando sei entrato in MX2 nel 2019. Pensi che sarà possibile avere lo stesso tasso di crescita nel Supercross?

"Hmm, penso di sì e lo spero onestamente... abbiamo meno gare qui, solo 8-9, rispetto a un'intera stagione di Gran Premi in MX2, ma voglio costruire il più possibile anche col poco tempo a disposizione. Quando sono entrato nel Mondiale non avevo mai corso dei GP con regolarità ed è andata bene e vorrei fare lo stesso anche qui. Questo è l'obiettivo mio e della squadra".

Ti sei trasferito negli Stati Uniti con tutta la tua famiglia. Quanto è stato importante?

"Molto, anzi direi un sacco! Papà, mamma e mio fratello mi hanno sempre aiutato e appoggiato. Il cambiamento nel mio stile di guida per gli States era una cosa ardua, ma lo stile di vita comportava molte cose nuove e penso che fare tutto questo da solo, sarebbe stato molto più difficile. Non credo che sarei così bravo o veloce come lo sono ora senza di loro. C'erano molte scartoffie e aggiustamenti da fare nella mia vita e loro mi hanno aiutato un sacco! Ho sentito nostalgia di casa? Non tanto in realtà...mi mancava solo il cibo a dire la verità. Abbiamo delle cose buone troppo buone in Francia ah ah ah!".

In MXGP di solito c'è una grande differenza tra i circuiti che usi per le prove e quelli per un GP, ma nel Supercross sembra che le piste di prova e quelle da gara siano abbastanza simili. Questo deve averti aiutato nel tuo sviluppo della moto durante l'inverno

"Sì assolutamente e ti direi che le piste di prova sono forse anche più difficili di quelle che vediamo negli stadi il sabato sera. La pista nello stabilimento di Aldon Baker è molto grande: la sezione whoops è veramente infinita! Quando arriviamo alla gara non siamo sorpresi e possiamo acclimatarci rapidamente. Gli allenamenti sono belli impegnativi devo dire".

C'è stato un momento negli ultimi due mesi in cui hai pensato 'il Supercross è più difficile di quanto pensassi'?

"Dopo il primo mese; mi sono anche chiesto se fosse stata una buona idea lasciare tutto per gli USA. Ci sono un sacco di piloti veloci, la moto è molto specialistica e tutto era diverso rispetto a quello a cui ero abituato. Ci sono voluti alcuni mesi per ambientarsi e molto lavoro dietro le quinte; solo nelle ultime settimane ho fatto dei grandi passi avanti migliorando molto. Dovremo vedere come andranno le gare, la progressione è stata dura...ma alla fine è arrivata".

Avevi un ottimo programma di allenamento con Joel Smets, oggi sei passato a lavorare con Aldon Baker. Differenze?

"L'allenamento che ho fatto con Joel negli ultimi tre/quattro anni è stato molto duro, so cosa vuol dire spingere forte e non credo di potermi allenare più di quanto ho fatto in preparazione per i GP di motocross. Quindi, il lavoro con Aldon non è stato più difficile del solito, era solamente diverso. Più che altro il mio corpo ha fatto una gran fatica ad abituarsi al ritmo molto più frenetico e al tasso di respirazione più elevato. Inoltre, il caldo e l'umidità in Florida sono stati un fattore importante al quale non ero abituato. Non puoi respirare così facilmente con quelle temperature ed è stato fisicamente estenuante rispetto a qualsiasi altra cosa avessi fatto in Europa".

C'è stata un'area della pista in stile Supercross nella quale hai faticato a prendere il ritmo?

"Le sezioni ritmiche sono state dure perché non si tratta solo di saltarci sopra, ma anche di superarle e farlo in sicurezza. Se non attacchi quelle sezioni, puoi perdere mezzo secondo al giro. Anche le curve, però, sono importanti di quanto la gente pensi: puoi perdere più tempo nelle curve che nelle whoops".

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