Tony Cairoli: "Non ero ancora pronto ad appendere il casco al chiodo"

Il nove volte Campione del Mondo di motocross parla del suo passaggio alla Ducati e del lancio della inedita Desmo450 MX. Al suo fianco Alessandro Lupino, ci anticipa le prime sensazioni in sella

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Tony Cairoli è la ciliegina sulla torta del progetto Ducati Desmo450 MX. L'emblema del motocross ha svestito i panni della KTM per passare in rosso, sorprendendo tutto il settore. Antonio è stato grande protagonista della due giorni di Madonna di Campiglio, in cui Ducati ha svelato l'inedita moto da cross e ha anticipato i programmi sportivi di questa stagione, finalizzati a sviluppare il prodotto in vista della sua commercializzazione prevista per la seconda metà del 2025. Tony è coinvolto nel progetto come collaudatore, ma non è escluso che lo vedremo in gara, anche se, come ci dice lui stesso:

"Non c’è ancora un programma ben definito per quanto riguarda le gare. Dovrei anche capire il mio livello, perché sono stato lontano dal professionismo per due anni e per adesso mi sto concentrando sullo sviluppo della moto. Una volta che il ciclo di sviluppo avrà raggiunto gli step necessari a quel punto valuteremo anche la parte sportiva. Che per il momento prevede la partecipazione di Alessandro Lupino al Campionato Italiano Prestige".

Come ti senti a rappresentare un brand italiano?

"Per me è stato un grande cambiamento, una decisione difficile. Dopo tanti anni di successi con KTM in cui abbiamo vinto tanti titoli non è stato facile decidere di cambiare strada. Ma sono felice di averlo fatto, sono appassionato dei marchi italiani e quando mi è stato spiegato il progetto e il gruppo con cui avrei lavorato ho capito che era la cosa giusta da fare”.

Il ruolo che KTM ti aveva dato ti stava stretto?

"No, lo scorso anno mi sono divertito a fare il team manager. Ma sentivo che per me non era ancora arrivato il momento di appendere il casco al chiodo. Ho capito di avere ancora tanta voglia di guidare la moto e con Ducati questo è possibile. Abbiamo l'obiettivo di realizzare la miglior moto del mercato e questo è molto stimolante".

Lo sviluppo della moto passerà anche dalla sabbia di Lommel. Dovrai tornare a girare in quell'inferno...

"Probabilmente torneremo a Lommel, ma non più per fare manche da 45' come una volta".

Le vittorie di Ducati nella MotoGP hanno influito sulla tua decisione?

"Sappiamo tutti quanto Ducati stia facendo bene in MotoGP, ma non è per questo che ho accettato. A convincermi è stato il modo di lavorare dell’azienda, il livello tecnico delle loro moto e l’ambizione del progetto motocross".

Che differenze ci sono tra la Desmo450 MX e la KTM?

"La Ducati è una moto diversa da tutte le altre che ho guidato in passato, per tipologia di telaio e di motore. Ci sono concetti originali che non permettono di fare paragoni. Per me adesso è importante capire la direzione da prendere e ottenere il massimo dei risultati possibili".

Alessandro Lupino, l'altra metà della Ducati

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In Ducati Antonio ha ritrovato l'inseparabile amico Alessandro Lupino, che oltre a sviluppare la moto ha anche il compito di portarla in gara, in tutto il Campionato Italiano. Lui si sbilancia un po' di più sulle sensazioni trasmesse dalla moto in pista.

Nella tua carriera hai avuto modo di correre con tanti brand diversi.

"Vero, negli anni ho corso con tante marche e questo mi permette di avere un bagaglio di esperienza che mi fa apprezzare ancora di più il livello di professionalità che ho trovato in Ducati. Hanno un metodo di lavoro che coinvolge molte figure specializzate in ogni reparto".

Ma quindi come va questa Ducati da motocross?

"Quando ho provato la moto per la prima volta non credevo che potesse essere a un livello già così alto, per essere un prototipo ancora così giovane. Mi sono subito divertito, il motore è molto performante, ma allo stesso tempo è una moto che ti trasmette tanta fiducia e ti fa sentire di avere sempre tutto sotto controllo".

Motore potente e ciclistica facile?

"Da pilota è bella da guidare. Impressionano sia il motore e il telaio: una ciclistica facile e confortevole, con un motore sfruttabile e infinito. E siamo solo all'inizio. Non posso pensare a dove potremmo arrivare continuando a lavorare nella direzione giusta".

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