Mara Ghezzi
13 September 2023

Micol Muraglia: "Vi racconto la mia vita da team coordinator nella MXGP"

La nostra Mara Ghezzi ha intervistato Micol Muraglia, coordinatrice di uno dei team più importanti del Mondiale motocross, quello GASGAS Factory gestito da De Carli. Abbiamo scoperto una professionista organizzata e determinata, ma anche una ragazza appassionata della moto e della vita

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Questo weekend al GP d'Italia a Maggiora, Jorge Prado si giocherà il primo match point per il titolo iridato MXGP 2023. Un successo costruito gara dopo gara, anche grazie al lavoro del team Red Bull GASGAS Factory Racing che fa capo a Davide De Carli e che ha come coordinatrice Micol Muraglia. Un nome, anzi un cognome, conosciutissimo nel mondo dell'enduro, ma che piano piano sta iniziando a essere famoso anche nel paddock del Mondiale motocross. Merito del lavoro di Micol, una ragazza che ha dedicato a questa professione tutta la sua vita e che si è prestata a rispondere alle domande della nostra mitica collaboratrice Mara Ghezzi (mxshape), che ha intervistato Micol nel suo podcast su Spotify InsideMX (clicca qui per ascoltarlo integralmente). Un'occasione per noi per conoscere meglio la storia e soprattutto la professione (Team Coordinator) della Muraglia "del motocross". Ciao Micol, possiamo immaginare che la tua passione per le moto sia nata in famiglia; raccontaci come sei arrivata fin qui.

"Confermo! Mio papà, Chicco Muraglia, è stato Campione del Mondo di enduro nella classe 80 nel 1991. È stato il primo italiano ad aver vinto un Mondiale di enduro e sono molto orgogliosa di lui, come lui oggi lo è di me. Purtroppo ha avuto la sfortuna di avere due figlie femmine, io e mia sorella Martina, che è cinque anni più grande di me. Fin da bambina ho sempre usato i miei weekend per andare alle gare, dapprima insieme a mio papà e poi con un gruppo di amici che per me sono diventati come una seconda famiglia”.

Presto sei passata da vivere questo mondo da semplice appassionata ad addetta ai lavori.

"Il mio primo volo per andare ad una gara di Mondiale Enduro è stato nel 2006, per il GP del Portogallo insieme al Team UFO Corse. Mio papà a quel tempo era uomo ombra della squadra e mi portò a vedere la mia prima gara di Mondiale in cui avevo il compito di tenere i tempi a fine speciale. Nel 2008, dopo la chiusura del Team UFO Corse, mio papà è tornato a lavorare con la famiglia Boano ed è così che io ho cominciato a scrivere i primi comunicati stampa e a comprare i primi biglietti aerei. Da lì è nato il mio lavoro di oggi. Per questo sarò sempre grata a Jarno”.

In pochissimo tempo sei arrivata a lavorare per il Team Farioli e poi anche direttamente per KTM ed Husqvarna. Di cosa ti occupavi precisamente?

Dopo il liceo mi sono iscritta all'Università di Nizza e ho sfruttato uno stage di tre settimane per lavorare nell’ufficio stampa di Acerbis, dove poi sono rimasta più di un anno. Quando non c’è stata più la possibilità di continuare, sono andata a parlare con Fabio Farioli, che mi aveva visto crescere nel paddock dell'enduro, riuscendo a entrare alla Farioli Srl come responsabile dell'abbigliamento. Da lì ho cominciato a occuparmi anche della logistica della squadra KTM e successivamente per quella Husqvarna, fino a novembre 2019. Gestivo i transfer, le iscrizioni, l'abbigliamento e tutto quello che si può fare per un pilota al di fuori del discorso tecnico”.

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Quella esperienza si è poi evoluta nel mondo della velocità, per poi virare verso il motocross, con il team De Carli.

"Non mi aspettavo la chiamata di Claudio De Carli, tantomeno di stravolgere la mia vita a 30 anni, lasciare Bergamo e partire da zero in direzione Roma. È stato tutto veloce, ho avuto giusto il tempo di tornare a casa, parlarne un attimo e via. Tutto è possibile nella vita, quindi ho deciso di provarci ed oggi posso dire che ho fatto la scelta migliore che potessi fare! Sono team coordinator, mi occupo delle trasferte, di tutto quello che prevede la stampa, interviste, abbigliamento, ecc".

Quali differenze ci sono tra il mondo dell'enduro e quello del motocross per chi fa il tuo lavoro?

Il motocross è molto più schematico rispetto all'enduro, che mi ha aiutato molto. Per esempio, ero talmente abituata a fare calcoli anche complessi sui punteggi, sui tempi e sui distacchi, che ora è tutto molto più facile”.

Che differenze ci sono tra l’organizzazione di una gara di MXGP in Europa e una analoga extraeuropea?

“Quando usciamo dall’Europa ci spostiamo tutti in aereo e dobbiamo preparare le casse per le moto. Dormiamo in albergo e organizziamo il cibo preparando dei lunchbox, che vengono consegnati ad ognuno a un orario prestabilito. In una gara europea parte del team viaggia col camion e dorme lì dentro, mentre i pasti vengono consumati presso la Red Bull Station. Sicuramente l’organizzazione delle gare extraeuropee è molto più impegnativa rispetto alle altre”.

Cosa si prova nel seguire i piloti da vicino per un’intera stagione, condividendo periodi buoni e meno buoni?

Io ho dalla mia parte la fortuna di essere abbastanza fredda di carattere, tanto che a volte mi rendo conto che penso quasi più come un pilota che come una ragazza di 30 anni. Questo perché sono nata e cresciuta in questo mondo e credo che il pilota debba sempre essere a posto e non debba mai pensare ad altro se non a salire in moto e fare la propria gara. Dunque il mio obiettivo è sempre quello di non far mancare niente a nessuno e di risolvere un problema nell'immediato, avendo sempre un piano B se possibile. Ovviamente nella squadra ci deve sempre essere alla base la fiducia, in tutte le direzioni e in tutti i componenti: nella parte meccanica, nella parte logistica, nella parte manageriale. Fiducia e trasparenza sono fondamentali”.

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Se dovessi raccontarci una delle emozioni più forti che hai vissuto con uno dei piloti che hai seguito, di quale ci parleresti?

"Direi la vittoria di Matthew Phillips nel Mondiale Enduro del 2014, perché per me è stata fondamentale. Matthew si era tranciato i metacarpi del piede a Lumezzane al GP d’Italia all'inizio del mese di agosto e, nonostante questo, non voleva arrendersi. Si è sottoposto a un'operazione a Brescia, ha trascorso quasi un mese in ospedale e ha lottato come un leone per raggiungere il suo obiettivo. Io, Rudy Moroni e Stefano Censin (meccanico di Matthew Philips all’epoca) abbiamo organizzato l’ultima gara senza lasciare nulla al caso. Volevamo vincere il Mondiale e così è stato fatto. Nonostante la ferita fosse ancora aperta, Matthew ha stretto i denti, non ha mollato e ha vinto il titolo. Sono tuttora molto orgogliosa di lui!”.

Sul tuo profilo Instagram c’è un disegno simpaticissimo di Grillo Designer, in cui sei raffigurata con in mano un telefono, il caffè, un cronometro e un sacco di altre cose… Insomma, spiegaci come si fa a essere multitasking e super organizzati!

“L’Oki, due telefoni e il passaporto non mi mancano mai! Ho la fortuna di vivere con il calendario in testa e sono ossessionata dall'organizzazione, ma solo quando lavoro. Sono gemelli come segno zodiacale e me lo sento tutto. Nel senso che se devo stare nel fango ed essere un po’ “maschiaccio”, lo sono, ma se devo uscire e mettere un tacco 10 allora so essere anche molto femminile. La stessa cosa succede per quanto riguarda la mia vita privata e quella lavorativa. Al lavoro sono molto organizzata, molto fiscale, molto rigida, ma poi nella mia vita privata viaggio senza avere un programma, vivo serenamente, faccio festa e mi diverto. Sul fatto di essere multitasking invece, fare tante cose insieme mi viene naturale. Forse ne faccio anche troppe, vado avanti finché non esaurisco le batterie”.

Quali sono i tuoi programma per il futuro?

"Al momento sto molto bene qui dove sono. Sono molto grata alla famiglia De Carli per come mi hanno accolto fin da subito, quindi non ho assolutamente in mente di cambiare e spero di fare ancora tante stagioni insieme a loro!"

Per un po’ di tempo ti vedremo quindi ancora a Roma.

“Sono andata via di casa a 19 anni per andare a Bergamo, un posto che tuttora sento casa mia. Dallo scorso anno sono qui, in zona Fiumicino. All’inizio non conoscevo molta gente ma per fortuna lavoro in una squadra in cui siamo tutti giovani e abbiamo creato un bellissimo gruppo con cui ci vediamo anche al di fuori dell’ambiente lavorativo. Sicuramente le prime settimane non sono state facili, ma ormai mi sono abituata e comunque in realtà non sono in pianta stabile a Roma, vado e vengo di continuo e questo è stato uno dei punti di forza per scegliere di cambiare ulteriormente vita. Credo che altrimenti per me sarebbe stato troppo difficile ripartire e non so se l'avrei fatto. Però sono felice. Se dovessi tornare indietro, rifarei subito tutto! A 21 ho comprato una casa a Bergamo che ho tutt'oggi e che non ho alcuna intenzione di vendere. Lì ho conosciuto tante persone fantastiche e ci ho lasciato il cuore. A Bergamo ci sono molti enduristi con cui trascorrevo il tempo anche fuori dal paddock. Essendo ancora giovane questo mi ha aiutato perché non ero davvero da sola in una città che non conoscevo. È come se io a Bergamo avessi una seconda famiglia. La famiglia di Rudy Moroni la sento come mia e lo stesso vale per la famiglia Foresti. Mi sento adottata!”.

Da parte tua avrai sicuramente fatto in modo di guadagnarti questa stima. Grazie per questa chiacchierata.

Grazie a te. Io consiglio a tutti quelli che hanno una passione di seguirla. Nulla è impossibile nella vita e tutto si può se si vuole. Sicuramente ci vuole fortuna ma anche tanta determinazione e tanto sacrificio. Auguro il meglio a chi sa cosa vuole, che è l'elemento fondamentale oggi, in un mondo di distrazioni”.

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