Lo abbiamo sentito dire per anni: "Dopo Cairoli non ci sarà futuro per il cross in Italia". Una visione pessimistica, ma ragionevole se ricordiamo che all'apice della carriera del siciliano alle sue spalle non c'era il ricambio sperato. Ci sono state stagioni in cui nella MX2 non c'era neppure un italiano. Oggi è tutto diverso e possiamo contare su una nuova generazione di azzurri con con grandi ambizioni e strategicamente posizionati. Nel 2024 avremo ben 3 piloti italiani in sella a moto ufficiali nella classe minore: Andrea Adamo (KTM), Ferruccio Zanchi (HRC), Andrea Bonacorsi (Yamaha). Oltre a Valerio Lata nell'Europeo.
Nessuno si aspetta che qualcuno di loro possa ottenere quanto fatto da Antonio Cairoli. Non è questo il punto. A mio avviso Cairoli è stato il pilota più forte della storia del motocross. Sappiamo bene che il record di titoli vinti è di Everts (10), ma lui era figlio di Harry (4 volte iridato), nato in una zona del Belgio che all'epoca era il cuore del motocross e cresciuto nel paddock del Mondiale. Avrebbe ottenuto gli stessi risultati partendo da Patti, con un contesto familiare diverso e possibilità così tanto limitate? Antonio ha compiuto un'impresa impossibile e lo ha fatto a modo suo. Giusto che i nostri giovani lo vedano come un obiettivo, ma senza accusare il confronto, scrivendo la propria storia.
Prima di tornare al punto facciamo un enorme passo indietro, alla fine degli anni 90. Quello per l'Italia del motocross è stato un periodo fantastico con i Mondiali vinti da Puzar, Chiodi e Bartolini e una valanga di azzurri protagonisti (Traversini, Federici, Max Bartolini, Oddenino, Dal Lago, Camerlengo, Cherubini, Rossi, Dini, e tanti altri); un periodo culminato con la vittoria del Motocross delle Nazioni del 1999, quello sportivamente più prestigioso della nostra storia. Ecco. Ricordo bene che già all'epoca si mormorava la possibilità che passata l'ondata avremmo accusato carenza di protagonisti. E così è stato, per qualche stagione. Poi, all'improvviso, nel 2004 è esploso Cairoli, sono arrivati Philippaerts e Guarneri e abbiamo vissuto un periodo ancora migliore.