Marco Gualdani
05 November 2022

MV Agusta entrerà nel fuoristrada?

L'acquisto del 25,1% di MV Agusta da parte del gruppo KTM farebbe pensare alla possibilità di vedere il Marchio italiano impegnato anche nell'enduro e nel motocross. Ma è un'ipotesi remota; al contrario, l'investimento è mirato ad aumentare l'impegno della Casa austriaca nel settore stradale

L'immagine è un nostro fotomontaggio in cui abbiamo vestito una GASGAS da cross da MV Agusta

Scoperti i dettagli della partnership tra KTM e MV (clicca qui), viene da chiedersi se la maturazione di questo accordo possa portare a una gamma di moto da fuoristrada marchiate MV Agusta in un prossimo futuro. La prima sensazione è che questo non succederà. A differenza delle precedenti azioni strategiche che hanno visto protagonisti i marchi Husaberg (1995), Husqvarna (2012) e quindi GASGAS (2019), questa volta le finalità sembrano molto diverse. E non c'entra il fatto che MV non abbia radici profonde nel mondo del fuoristrada a differenza dei Marchi già rilevati, tantomeno che KTM detenga solo una minoranza del totale societario. L'impressione è che la Pierer Mobility AG stia spostando sempre più l'interesse verso mercati stradali e che con MV abbia voluto mettere un piede nel segmento delle moto di lusso a tre e quattro cilindri. Un punto di partenza, a cui si è giunti attraverso un percorso lungo e travagliato, che ha visto anche il coinvolgimento (più o meno diretto) di Ducati, Volkswagen, la guerra in Ucraina e persino la Brexit.

Non è mai stato un segreto, infatti, che il Gruppo Pierer abbia più volte tentato di rilevare Ducati Motor Holding e Ducati Corse dal gruppo VW, ma senza successo. L'obiettivo era lanciarsi sul mercato con moto con più di due cilindri, che non fossero marchiate KTM, Husqvarna o GASGAS. Nell'analizzare le opportunità di un Marchio europeo capace di soddisfare questa strategia, si è valutata anche la possibilità di stringere una partnership con Triumph, ma il tutto si è definitivamente interrotto quando la Gran Bretagna ha deciso di staccare il cordone ombelicale economico dall'Europa. A conti fatti, l'ultima scelta rimasta era quella di MV Agusta, azienda i cui prodotti godono di un appeal fortissimo, con una grande storia di corse alle spalle, ma anche con un passato e un presente travagliati. Dalla proprietà del geniale Claudio Castiglioni si è passati alla gestione di Harley-Davidson, quindi di Mercedes e poi dell'attuale azionista di maggioranza Timur Sardarov che dal 2018 ha più volte provato a rilanciare il Marchio con costanti iniezioni di capitale e modelli potenzialmente vincenti, come la Lucky Explorer Project vista allo scorso Eicma, ma non ancora commercializzata. Alle difficoltà di reperire materie prime per coprire le richieste di ricambi e componenti, si aggiungono le sanzioni a cui la famiglia Sardarov deve far fronte a seguito del conflitto tra Russia e Ucraina, nonostante si siano sempre dichiarati contrari alla guerra.

Con questo asset, la partnership tra la Pierer Mobility AG e MV Agusta acquista un senso più chiaro: a KTM servono moto a tre e quattro cilindri per allargare il proprio ventaglio di proposte, MV è a caccia di stabilità e concretezza. A stretto giro, le MV Agusta saranno distribuite in tutto il mondo attraverso le rete commerciale della Pierer Mobility e probabilmente anche schierate al via del Mondiale MotoGP assieme a KTM e GASGAS, con l'obiettivo di conquistare il mercato con la stessa aggressiva strategia che li ha portare a trionfare nel settore offroad. Proprio il fuoristrada, paradossalmente, potrebbe risentire di un periodo di disinteresse commerciale, comprensibilmente incentrato sulla crescita nel mercato stradale.

Ritornando alla domanda iniziale, quindi, difficilmente vedremo delle moto da cross o da enduro marchiate MV. Proprio perché sarà MV stessa a portare KTM sempre più verso l'asfalto e non viceversa. Ma tutto può essere.

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