Marco Gualdani
26 July 2023

Prova anteprima Beta RX 300: come va la prima cross della Casa toscana

Siamo saliti in anteprima assoluta sulla 300 2 tempi che rilancia Beta nel mondo del motocross. Una moto dal fascino indiscutibile, che abbiamo messo alla prova ad Armeno. Ecco come si è comportata!

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Foto Alessandro Marsiglia

Era il 2005 quando la Betamotor fece il suo rientro nel mondo del fuoristrada specialistico, lanciando una gamma enduro siglata RR destinata a ottenere grandi successi commerciali e sportivi. A fine 2020 si è iniziato a sentir parlare di un ritorno anche nel motocross, notizia poi confermata a inizio stagione 2021 quando sono state schierate due inedite RX 450 al via del Mondiale MXGP. In quel momento abbiamo capito che l'interesse verso il motocross era qualcosa di concreto e abbiamo iniziato a sognare un ritorno sul mercato anche in questa disciplina. "Arriverà una 250 4 tempi! Faranno una 125!", pensavamo. Per due anni, però, non è successo niente.

Beta ci ha ormai abituato a questa politica (vincente) di fare un passo alla volta, senza azzardi. Poi la svolta: l'8 giugno abbiamo ricevuto un comunicato con il titolo "The Art of Rideability in the MX World" che lanciava una RX 300 a 2 tempi! Il momento è quindi arrivato, anche se con una cilindrata che non si aspettava nessuno. Beta è ritornata anche nel motocross, dopo più di 30 anni di assenza e siamo sicuri che questa RX non sia che il primo vagito di un progetto più articolato, parallelo a quello dell'ampia gamma enduro. Destinata a giovare in maniera diretta di tutte le innovazioni tecniche derivanti da uno sviluppo intensivo come quello richiesto oggi dal settore crossistico. E così torniamo al sogno iniziale: arriveranno una 250 4 tempi? Una 125 2T che (tra l'altro) già è schierata all'Italiano Junior con il pilota Davide Zanone? Una 450 come quella di Lupino? Perché no, magari anche tutte e tre e non solo. Il bello è anche saper aspettare e scoprire quello che Beta ha in programma per il suo futuro.

Quello che conta, oggi, è il peso di questo ritorno. Quando Beta ha lasciato il settore del motocross negli anni 80, il mercato era fatto di numerosi marchi (pressoché italiani), costretti a confrontarsi con l'arrivo dell'industria giapponese che impose nuovi standard qualitativi e di performance. Quasi tutti finirono per chiudere o per ridimensionarsi, compreso la Beta, che decise di investire in altri mercati (trial, ciclomotori, scooter e mobilità urbana). Il progetto offroad era ormai un lontano ricordo, fino al 2005... Qual è il punto? Di quei tanti costruttori impegnati all'epoca oggi sono presenti sul mercato solo Beta, Fantic e TM Racing. Brand con una storia, un valore e ancora tanto da regalare agli appassionati.

Come è fatta

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Come primo passo, Beta non ha stravolto il proprio know how, ma ha sfruttato il progetto enduro come punto di partenza, declinandone le potenzialità in configurazione cross. La base tecnica della RX quindi è quella della sorella RR, da cui si recupera la struttura ciclistica con il famoso telaio semi perimetrale in acciaio al Cr-Mo, il telaietto bicomponente alluminio/poliammide e forcellone (in alluminio). Viene mantenuta anche l'ergonomia, con il design delle plastiche e i convogliatori di ultima generazione, cioè quelli più sottili introdotti lo scoro anno sulle enduro. Anche il generoso serbatoio è lo stesso della RR, da 9,5 litri. Il look è spettacolare con i colori Factory blu e rosso perfettamente mixati, abbinati a una lunga lista di dettagli racing che completano il piacere dell'occhio. Parliamo di cerchi Excel anodizzati azzurri (ovviamente da 21''/19''), corona bicomponente anche lei anodizzata, tendicatena in Ergal, al pari delle pedane (ricavate dal pieno) e le pisatre di sterzo (entrambe nere); completano la dotazione i paramani e la sella antiscivolo Blackbird. La moto è bellissima, non c'è che dire, ma non possiamo evitare di pensare quanto sarebbe ancor più affascinante con un serbatoio nero...

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La RX sfrutta sospensioni Kayaba davanti e dietro, con forcella a molla da 48 mm e mono con leveraggio, entrambi con setup dedicati al motocross. Ma il dettaglio caratterizzante della RX 300 è il fatto di sfruttare il motore 300 2 tempi con misure vitali "quadre" cioè con alesaggio x corsa di 72 x 72 mm (in foto sopra il dettaglio del cilindro). Un motore che già abbiamo abbondantemente conosciuto in passato sulla enduro, prima che venisse sostituito due anni fa dall'attuale propulsore a "corsa corta" (73 x 69,9 mm).

Il perché di questa scelta ce lo spiega direttamente Ivan Zanone, uno dei tecnici di riferimento della Betamotor Unità Meina: "Il motore dell'enduro ha bisogno di trattabilità e l'architettura a corsa corta ne migliora l'uso ai bassi regimi, rendendo l'erogazione più facile e intuitiva; a scapito della prestazione assoluta. Nel cross, invece, serve reattività e potenza e con la base quadra si ha molto più margine per far crescere le performance, abbinando altre modifiche".

Scendendo nello specifico, per tirare fuori grinta da questo motore e far crescere le prestazioni ai regimi medio-alti, è stato aumentato il rapporto di compressione (a 11,45:1), montato un nuovo pistone bifascia, una candela dedicata (NGK BR8ECM) e un carburatore Keihin PWK da 38 mm; oltre a questo, si sfrutta un albero motore con diametro ridotto (per alleggerirlo) che ha richiesto una modifica ai carter, valvola allo scarico BPV ritarata, silenziatore più corto, tubi del circuito di raffreddamento in silicone blu.

La pista: Armeno!

Esaurita la parte tecnica, passiamo la parola al nostro tester Angelo Barbiero che ha messo alla prova la Beta RX 300 moto sul tracciato di Armeno (NO). Una pista fantastica che alterna parti velocissime (ma non pericolose) a tratti più guidati e tecnici. Famosissimo il suo "muro", un dislivello di una decina di metri che rilancia sul rettilineo di partenza, emozionante quasi quando la salita contraria, che termina con un gran bel salto. L'impianto è gestito da Edoardo Lamperti e il suo staff, che ne cura maniacalmente il terreno medio morbido, rendendolo accogliente, piacevole e sicuro in ogni giornata apertura; da mercoledì a domenica.

Vai Angelo, tocca a te!

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Bella accattivante, colori di quelli che non si sbaglia, tamarra il giusto per parlare al cuore dell’appassionato e completare un pacchetto che non può lasciare indifferenti: Beta-300 2T- motocross. Poche parole per inquadrare la situazione, le stesse basterebbero a descriverla anche dinamicamente. Andando più nello specifico, appena salito in sella ho ritrovato l’ergonomia che conosciamo della nuova generazione di Rignano sull’Arno: convogliatori dall’ingombro generoso, fianchi in proporzione più stretti e forme ben realizzate con superfici di contatto efficaci: la moto si sente bene tra le gambe.

I primi giri ad Armeno sono serviti per conoscere una pista molto cambiata dall’ultima volta che ci ero stato, quindi ho dovuto prendere contatto con moto e pista insieme: prima sensazione è stata quella di avere una moto “da sabbia”, o quantomeno pensata per piste veloci e con curve ampie. Facevo fatica a inserire nello stretto e il mono tendeva a restare basso in accelerazione, perdendo assetto e direzionalità. Dato più sostegno dietro e aperta di idraulica la forcella la musica è cambiata e la sensazione di avere una moto imponente si è trasformata in quella di un mezzo molto sicuro e "confident", stabile più che maneggevole, ma comunque piacevole per la sensazione di sicurezza che trasmette.

A questo punto il motore: il trecentone è quello che conosciamo in versione enduro, cioè pieno, corposo e fluido nella resa, ma con un carattere più brillante. È più rapido a salire di giri, esplosivo al punto che all’inizio preferivo la mappa “da pioggia”. Presa la giusta fluidità sul tracciato, però, quella migliore è sicuramente la standard, o “da sereno”, che rende tutto più fluido e meglio "accordato". La risposta rimane decisamente più dolce rispetto a un 250 2 tempi da cross tradizionale, più fluida e facile da gestire ai bassi, ma anche nelle riaperture a medio alti regimi. L’allungo non è eccezionale, non possiamo parlare di un propulsore potentissimo, ma è anche vero che non tende a “tornare indietro” anche se si insiste con la marcia. Complessivamente è un bel motore, che mette a proprio agio e diverte a prescindere dalla prestazione assoluta. È esattamente quello che si desidera quando si pensa di godersi una bella giornata di cross.

Come rientro nel mondo del cross credo che Beta abbia scelto la porta giusta: non ha lanciato la 450 con il chiaro intento di sfidare i vertici della disciplina, operazione pericolosa più che mai oggi, ma ha parlato al cuore dell’appassionato e lo ha fatto in maniera efficace e intelligente.

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