Nei primi metri c'è da restare impressionati: lo spunto e l'accelerazione di questa nuova 300 sono pazzeschi e il setup delle sospensioni molto sostenuto. "Non sono su una Sherco 4 tempi!" mi viene da pensare. La 2024 ha proprio un diverso carattere rispetto a quella docile moto che ricordavo. Non che questa sia diventata estrema, tutt'altro, ma ha una birra che coinvolge e diverte tantissimo. Fuori dalle curve ha una progressione vigorosa, prende velocità con stupefacente rapidità, scarica bene a terra e regala emozioni. Proprio la cosa che la vecchia Sherco non faceva. Trasmette una gran voglia di accelerare, con un bellissimo bilanciamento "dell'effetto volano", che senti presente ma quanto basta. Questa spinta così vigorosa ai bassi regimi ti permette di abusare della terza marcia, molto versatile. La Fornace offre un menù di situazioni molto vario e, tra queste, c'è anche un lunghissimo rettilineo, dove solitamente proviamo l'allungo delle moto. In questo caso c'era curiosità; Sherco ha dichiarato di aver lavorato su quell'aspetto, ma poi ci siamo ritrovati una moto prontissima ai bassi. Quindi al primo allungo ci aspettavamo di trovare un limite, figlio della classica coperta corta. In effetti insistendo sulla marcia, a un certo punto, si avverte un leggero plafonamento, ma proprio quando pensi che la spinta sia finita ecco che l'accelerazione riparte, l'urlo si fa più acuto e viene regalato ancora qualche centinaio di giri in più di spinta attiva. Un motore, quindi, che possiamo definire completo e divertente. In mappatura "soft" offre un carattere diverso proprio al primo tocco del gas, quando la spinta non è più così vigorosa, ma molto più dosata; l'erogazione resta più trattabile fino a metà, per poi uniformarsi a quella della curva "full power".
Passando alla ciclistica, si evidenzia una scelta in parallelo alle novità motoristiche: quindi una maggiore rigidità unita a una taratura sospensioni più sostenuta. La scelta completa il quadro, permettendoci di inquadrare la nuova Sherco come una moto che ha allargato il suo ventaglio di utilizzo. Non più, quindi, solo un prodotto dedicato a una utenza amatoriale, ma anche a piloti decisamente più smaliziati. Resta facile, ma con tanta birra in più. L'equilibrio ciclistico la rende bella in inserimento, l'ergonomia compatta te la fa dominare, sul veloce non mostra limiti di stabilità. Si è dimostrata sempre sincera, non ha fatto scherzi di anteriore, nonostante il fondo molto fangoso e ricco di insidie.
Gli aspetti migliorabili sono davvero pochi. Uno è l'avviamento, non sempre brillante al primo colpo; spesso si è dovuto aspettare qualche istante e fare un secondo tentativo per sentir borbottare il motore, complessivamente si avverte qualche vibrazione di troppo su manubrio e pedane e probabilmente si è persa un po' di facilità di utilizzo sul tecnico puro. Del resto la sterzata verso una ciclistica più "racing" ha come risvolto quello di rendere la moto meno istintiva in condizioni di enduro estremo; ma questo è inevitabile e vale per tutte. L'enduro è fatto di situazioni talmente diverse, che non è possibile fare una moto che vada bene dappertutto: con questo nuovo modello Sherco ha scelto di puntare maggiormente su un enduro più scorrevole piuttosto che da "prima marcia in mulattiera". E il risultato è ottimo; non esageriamo nel dire che è la Sherco più bella che abbiamo mai provato in assoluto.