Marco Gualdani
30 October 2023

McGrath e il primo telaio in alluminio Honda: "Mi sentivo come se non sapessi più guidare"

Durante il podcast Gypsy Tales, Jeremy ritorna sulle motivazioni che lo spinsero a separarsi dalla Honda all'apice della sua carriera, confermando la sua incompatibilità con il primo telaio in alluminio che debuttò sul MY 1997

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Nel Supercross 1996 Jeremy McGrath vinse tutte le finali del Supercross USA, tranne una (la penultima): 14 successi su 15 gare. Un'impresa mai più replicata da nessuno. Tutto in sella alla Honda, con cui Jeremy conquistò i tioli '93, '94, '95 e '96. Un connubio che sembrava indissolubile, il pilota migliore con la moto di gran lunga migliore. In quegli anni la qualità del prodotto Honda era irraggiungibile per tutti. Nessuno si poteva immaginare di vedere Jeremy separarsi dalla Honda, all'apice della carriera. Un divorzio ben più clamoroso di quello appena vissuto tra Cairoli e KTM, perché aveva come protagonista un pilota in attività, anzi, l'idolo assoluto del Supercross, che scelse di salire su una Suzuki (all'epoca molto meno competitiva) di un team assolutamente imparagonabile con quello HRC. Addirittura la moto aveva forcella "tradizionale" e non upside down. Eppure fu così. La motivazione era legata alla scelta di Honda di lasciare il telaio in acciaio monotrave per passare a quello in alluminio perimetrale. Una componente presente ancora oggi, trasmessa nell'era delle 4T e seguita dalle sorelle jap, oltre che da TM Moto. Oggi il telaio in alluminio è un must, ma all'epoca creò un solco profondo tra chi lo apprezzava e chi, invece, non riusciva a digerirlo. Perché era estremamente rigido. Tra i detrattori c'era proprio Jeremy che, dopo una serie di tentativi, decise di non rinnovare il contratto con Honda per la stagione 1997. A 20 giorni dall'inizio del Supercross McGrath trovò una soluzione con Suzuki per correre con i colori di Troy Lee, mettendo insieme una squadra in tutta fretta. Nonostante la qualità del pilota e gli sforzi del gruppo, Jeremy perse il titolo, che finì nelle mani del tanto "odiato" Jeff Emig, con la Kawasaki. A distanza di anni, McGrath è tornato a parlare di quel periodo durante la puntata a lui dedicata del podcast Gypsy Tales, una delle trasmissioni più seguite negli USA, che ospita personaggi di grande spessore, per trattare temi di vario genere. Anche in questo caso con Jeremy si è spaziato molto, ma la parte legata al divorzio con Honda è particolarmente interessante e la condividiamo qui sotto. Per quanto sia una storia più che conosciuta, McGrath aggiunge particolari inediti. Per aiutarvi nella comprensione, traduciamo alcuni passaggi chiave, qui sotto. Se, invece, volete ascoltare il podcast integrale potete cliccare qui: dura più di 3 ore!

Ecco alcuni passaggi dell'intervista: "Avrei fatto qualsiasi cosa per scendere da quella Honda ed è stato un peccato perché ho avuto così tante belle sensazioni e bei ricordi riguardo alla Honda, ma cambiare il telaio è stata una cosa sbagliata. Stavo vincendo tutto, mi chiedevo perché cambiare la moto [...] Quando ho iniziato a guidare la versione 1997 mi sentivo come se avessi dimenticato come si guida [...] A fine 96 ho partecipato ad alcuni Supercross europei, come Bercy e ho accusato indurimento degli avambracci come mai prima. Le mie braccia erano così stanche che non riuscivo più a saltare, perché ero pieno di acido lattico [...] Quando siamo tornati in America dopo il Supercross di Tokyo, ero nel pieno del rinnovo del contratto e siamo andati a fare un test a Glen Helen; la pista era piena di canali profondi e io non riuscivo proprio a girare. Ho chiamato mio padre e gli ho detto che dovevamo lasciare la Honda. Solo che mancava un mese all'inizio del Supercross 1997 e io ero senza contratto. Ma per fortuna non ho firmato con Honda, perché sarei dovuto rimanere per altri tre anni e quello avrebbe voluto dire ammazzare la mia carriera [...]. Prima di quel momento non avevo mai immaginato di guidare una Suzuki nella mia carriera. Sulla Suzuki c'era la forcella tradizionale e a me faceva schifo. [...] Appena abbiamo potuto abbiamo montato una forcella Showa standard della Honda e la moto è cambiata completamente. All fine abbiamo quasi vinto il titolo ed è stato divertente fare quell'esperienza. Se penso che 20 giorni prima dell'inizio del Supercross non avevamo niente...".

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