Nella teoria non c’è nulla di nuovo rispetto al passato, nella pratica questa comunicazione ha creato scompiglio proprio in un periodo di rinnovi delle licenze e di presentazione dei calendari gare 2020. Abbiamo chiesto i motivi che hanno portato a questa situazione al presidente FMI Giovanni Copioli:
“Sull’argomento c’è tanta confusione e volevamo fare un po’ di chiarezza in merito alla normativa delle omologazioni impianti; oggi ci sono EPS che omologano o collaudano impianti di motocross, quando la disciplina che ne regola la legittimità fa riferimento unicamente alla federazione nazionale. Preso atto che questa normativa non viene rispettata abbiamo voluto puntualizzare quanto già in essere. E questo ha suscitato delle proteste da parte degli enti di promozione, creando ulteriore confusione nel mondo motociclistico, non abituato ad avere a che fare con questo tipo di precisazioni; ma che abbiamo ritenuto di dover fare”.
All’atto pratico che cosa significa?
“La normativa prevede che gli EPS possano organizzare attività ritenuta promozionale con modalità anche competitive, cioè a basso contenuto agonistico. Poi aggiunge che questa attività deve essere sviluppata con delle convenzioni fatte con le federazioni nazionali di riferimento. Questo avviene per tutte le discipline e non solo quelle legate al motociclismo. Solo che queste convenzioni tra FMI ed EPS non esistono, perché sono loro i primi a non volerle attuare”.
Vuol dire che gli EPS non possono più organizzare gare, visto che le piste non sono omologate?
“No, vuol dire che al momento gli EPS utilizzano impianti omologati da noi per organizzare le loro manifestazioni e non è corretto, in assenza di una convenzione. L’alternativa è organizzare attività in circuiti non omologati, ma poi devono anche prendersi le proprie responsabilità in caso succeda qualcosa. Con il nostro comunicato abbiamo anche voluto ribadire che le competizioni organizzate dagli EPS (anche su piste omologate FMI) non sono in nessun caso riconducibili a FMI e non si basano su atti legittimi ai sensi di legge. Perché è capitato anche che un pilota in possesso della doppia licenza, visto il vantaggio della nostra copertura assicurati- va, aprisse un infortunio con noi nonostante si fosse infortunato in una circostanza legata agli EPS”.
La FMI sta cercando di eliminare dei concorrenti con questa politica?
“No, noi vogliamo solo che siano rispettate le regole e che gli EPS facciano effettiva attività promozionale e non organizzino Campionati Italiani o persino Europei. Perché invece che attività di promozione, fanno attività commerciale e non dovrebbe essere così, soprattutto se si agisce al di fuori delle regolamentazioni”.
C’è la possibilità di un accordo?
“Da parte nostra sì. Ci sono già dei tavoli di lavoro a cui siede il presidente del CONI Malagò in cui è previsto di trattare l’argomento del rapporto tra le federazioni e gli enti di promozione. A questo tavolo si trovano alcune federazioni e alcuni EPS, con l’obiettivo di trovare una convenzione di base che poi possa essere articolata per le varie discipline (il ping pong ha esigenze diverse dal motociclismo)”.
Si è chiesto come mai le gare degli EPS hanno così tanto seguito?
“Hanno dei costi più bassi dei nostri. Per vari motivi e ti faccio un esempio: ASI dichiara un milione di tesserati e, di questi, gli affiliati al motociclismo sono una piccola parte. È chiaro che quando si raggiunge un accordo con una compagnia di assicurazione si ottengono convenzioni migliori se si spalmano i rischi pro capite su tutte le discipline. Diverso è il discorso se si rappresenta una federazione unicamente dedicata al motociclismo, che ha un indice di rischio molto alto. Quindi la loro licenza potrà costare meno della nostra. Poi ci sono costi di organizzazione delle manifestazioni che, nel nostro caso, coinvolgono tutte figure professionali nei diversi settori, mentre negli EPS capita che una sola persona faccia tutto”.
Girare con la licenza EPS in una pista omologata FMI si può?
“Per le prove libere l’impianto svolge un’attività autonoma e commerciale e può fare quello che ritiene più corretto per sua responsabilità. Sarebbero però da evitare, e lo dico ai piloti, quei tracciati in cui fanno firmare scarichi di responsabilità, perché il diritto alla salute non è compromissibile”.
A marzo ricominceranno i campionati e a quel punto capiremo quanto questa situazione abbia modificato gli equilibri. Abbiamo contattato anche alcuni EPS che non hanno voluto rilasciare dichiarazioni ufficiali, se non quella che andranno avanti come sempre fatto.