Missione compiuta per Tim Gajser e la Honda HRC. Il GP della Finlandia rappresentava il primo match point della stagione per lo sloveno che non ha mancato l’occasione, conquistando il titolo 2022 con un sesto posto di giornata. Tim ha chiuso sesto nella prima manche, con un andamento altalenante, per poi assicurarsi il titolo con un comodo settimo nella seconda, dopo una brutta partenza. Allo sloveno bastavano 25 punti per festeggiare il titolo con due GP di anticipo e ne ha conquistati 29. A poco è servita un'altra bella gara di Jeremy Seewer (Yamaha), cioè l’unico che teneva aperto il Campionato, seppur solo matematicamente, chiusa al secondo posto assoluto. Per Tim si tratta del quinto Mondiale vinto, dopo quelli del 2015 (MX2), 2016 (al debutto in MXGP), 2019 e 2020. Tra questi, quello appena conquistato, è stato forse quello più facile, considerando le assenze di Herlings, Febvre (nella prima parte di stagione) e Cairoli. Gajser ha imposto il suo ritmo nella prima parte del Campionato vincendo sei dei primi sette GP, accumulando un vantaggio importante sin da subito; vantaggio che poi ha gestito nelle altre gare. Un titolo più che meritato; è stato nettamente il più forte in tutta la stagione, ha gestito, ha sbagliato molto poco, forse anche per assenza di avversari che gli avrebbero imposto un ritmo più sostenuto. Sta di fatto che questo ragazzo dimostra una concretezza non comune, ha già raggiunto quota 5 titoli a soli 25 anni, ha riportato in alto il marchio HRC nel Mondiale cross, ha trovato il giusto equilibrio nella sua vita privata; si dimostra sempre disponibile, è corretto nei confronti degli avversari. Davvero un fenomeno, capace di portare soddisfazione ai suoi concittadini sloveni, che hanno trovato in lui l’atleta ideale da supportare e in cui immedesimarsi; come fu Cairoli per noi italiani. Stile di guida spettacolare, un tutt’uno con la sua Honda che guida dal lontano 2014, quando Giacomo Gariboldi e il tecnico Massimo Castelli lo scelsero in un momento molto difficile della sua carriera, quando le cose non giravano nel verso giusto e Tim sembrava l’ennesima promessa non mantenuta. Nel giro di due anni, nel 2015, è arrivato il primo titolo, insperato, in una MX2 all’epoca dominata dal plotone KTM, dopo più di 20 anni di digiuno del marchio Honda. Da lì è stato un crescendo, che ha permesso al gruppo di superare anche le difficili stagioni 2017 e 2018. Oggi ancora un successo, ancora una festa. Complimenti Tim, complimenti alla squadra di Gariboldi, complimenti Honda.