Jeremy Seewer: "Quello che volevo dire l'ho detto in un'intervista a MX Vice; se ascolti quel podcast saprai tutta la storia di quanto accaduto. Per me è una situazione un po' triste, perché già oggi si è fatto di tutto per nascondere quanto accaduto. Noi piloti ci siamo uniti per cercare di migliorare una situazione difficile e non certo per peggiorare le cose. Alla fine quello che chiedevamo è di poter correre in sicurezza. Quello che abbiamo fatto ieri forse è stato un po' estremo, ma è l'apice di una serie di situazioni che ci hanno fatto pensare che fosse davvero troppo. Ci siamo comportati così per tante ragioni. Volevamo un incontro ufficiale in cui confrontarci con l'obiettivo di poter migliorare, facendo valere anche le opinioni di noi piloti. Invece si fa sempre quello che decidono loro. Oltre a tutto questo, è stato molto triste vedere il comportamento di alcuni funzionari nei nostri confronti sulla linea di partenza della gara di oggi (domenica, nda). Era evidente che si comportassero in modo diverso dal solito. Sono anche sicuro che alla prossima gara mi diranno di mettere il camper in fondo al parcheggio".
Jorge Prado: "È tutto molto triste. Confermo quanto dice Jeremy. Ho sentito quello che i funzionari dicevano ai nostri meccanici prima della partenza, erano molto aggressivi. Loro fanno solo il loro lavoro, non c'entrano niente. Non possono trattarci male perché facciamo del nostro meglio per creare un bello spettacolo. Noi quattro non abbiamo corso ieri, ma siamo qui a parlare con voi dopo esserci conquistati il podio. Vorremmo solo essere ascoltati quando si parla di sicurezza. Per esempio, se facciamo un passo indietro al GP di Inghilterra, nelle gare corse al pomeriggio con il sole basso non si vedevano più le rampe dei salti. Non possiamo guidare così. In quell'occasione non ci siamo opposti a correre, ma farlo ieri in quelle condizioni non aveva nessun senso. Stiamo facendo questo per questioni di sicurezza e mi dispiace, ma abbiamo bisogno anche noi di essere ascoltati. Siamo parte dello spettacolo e tutti abbiamo bisogno di essere trattati bene; spero proprio che tutti trattino tutti con il dovuto rispetto, questa è la cosa più importante".
Glen Coldenhoff: "Non ho molto da aggiungere, è stato detto tutto. Sono pienamente d'accordo con quanto detto da Jeremy e Jorge".
Tim Gajser: "Penso che sia una questione di rispetto; ieri abbiamo chiesto di essere ascoltati un po' di più. Soprattutto quando si tratta di come preparare la pista. Siamo quelli che in pista ci vanno, che rischiano la vita per correre. Naturalmente è il nostro lavoro, ma allo stesso tempo penso che dobbiamo avere un buon rapporto con gli organizzatori per far crescere il motocross. Sostengo e sono orgoglioso di quello che abbiamo fatto ieri".
In passato c'era Rui Goncalves come responsabile dei tracciati. Come andavano le cose?
Tim Gajser: "Era un bene perché avevamo sempre degli incontri al sabato sera ed era importante. Negli ultimi due anni, invece, spesso le piste sono mono traiettoria e spesso è difficile superare; potrebbero fare in modo di far emergere più linee, o magari se vedono che curviamo tutti all'interno spianare l'esterno per aumentare le possibilità. Questo genere di cose; siamo noi che andiamo in pista e possiamo dare qualche buon consiglio. Penso che dovrebbero ascoltarci un po' di più".
Cosa vi aspettate che accada da qui in avanti?
Jeremy Seewer: "Spero che anche noi saremo ascoltati. La cosa molto triste è che quando abbiamo iniziato a parlare avevamo la speranza che potessero venire nella nostra direzione. In quel caso noi saremmo andati verso di loro. Il problema si sarebbe risolto da solo. Bastava sistemare la partenza e rimandare la gara di 20 minuti. Hanno a disposizione tutti i macchinari per poterlo fare, bastava solo qualche minuto. Invece no, la risposta non è stata carina. Facciamo questo sport da tutta la vita, ognuno di noi ha le sue ferite, cadiamo e facciamo tanti sacrifici per fare questa professione. E poi ci viene detto di andare a giocare a golf; questo mi ha fatto molto arrabbiare. A quel punto abbiamo deciso di non partire".
Tim Gajser: "Vorremmo tutti che Infront ci ascoltasse di più. Se diciamo che la pista è pericolosa, se chiediamo di aggiustare quella curva o quella rampa, ci aspettiamo che questo venga fatto".