Marco Gualdani
13 January 2024

Test Beta RX 450 2024: buona la prima!

Abbiamo messo alla prova la prima moto da cross di serie con motore 4 tempi della Casa toscana; una moto originale per erogazione e comportamento dinamico. Ecco come va, con i pregi e i difetti emersi in pista

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Beta è in una fase della sua storia particolarmente aggressiva. Solo pochi mesi fa abbiamo messo alla prova la RX 300, la prima cross toscana dopo più di 30 anni di assenza dal settore. Recentemente siamo saliti in sella alla corrispettiva versione enduro, dotata di doppia candela (qui il test) e oggi abbiamo il piacere di guidare la RX 450, la prima 4 tempi da cross di serie marchiata Beta. L'impressione è che questo sia solo l'inizio di un percorso che potrebbe portare altre importanti novità a completamento della gamma MX.

Avevamo visto la RX 450 allo scorso Eicma, oggi la ritroviamo nel paddock della pista Motocross Crotta pronta a essere accesa e guidata. Una moto nata dopo tre anni di sviluppo nel mondiale MXGP, prima con il team SDM e Van Horebeek, poi con MRT e Lupino. Il tutto con il coordinamento di Fabrizio Dini e il supporto diretto di Beta, diviso tra la sede centrale di Rignano sull’Arno e l’unità Meina.
Prima di metterla alla prova dobbiamo scoprirla nel dettaglio, anche per capire quanto si differenzia dalla sorella RR 430 da enduro.

La risposta è moltissimo: telaio, motore, ciclistica sono dedicati. Tanto per cominciare il motore non ha la predisposizione per l'avviamento a pedale e questo ha permesso di avere carter dal volume molto contenuto. Le marce non sono 6 ma 5, con rapportatura dedicata, l'albero motore è stato alleggerito, cambiano il cilindro e anche il pistone, con alesaggio che passa da 95 mm a 97, mentre la corsa resta inalterata a 60,8 mm, per una cilindrata effettiva di 449,3 cc. Cambia tutta l'aspirazione, con una nuova cassa filtro e un corpo farfallato che cresce a 46 mm; la distribuzione è sempre bialbero. Anche lo scarico è dedicato, realizzato da HGS, con risuonatore sul collettore e terminale marchiato Beta Factory.

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La parte ciclistica non è da meno quanto a dettagli dedicati, a cominciare dal nuovo telaio monotrave in acciaio con trave centrale più largo di 10 mm e rinforzo inferiore modificato. Cambia tutto il retrotreno con un diverso design dei portanumero laterali e del parafango posteriore, che abbracciano il nuovo telaietto posteriore full alluminio. Le sospensioni sono Kayaba davanti e dietro con forcella da 48 mm e 310 mm di corsa e mono con stelo da 50 mm.

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Inedito il telaietto in alluminio (più rigido e leggero), integrato con la nuova cassa filtro.

Tanti i dettagli racing che caratterizzano la moto, che mostra il suo animo factory sin dal design, con la grafica e i colori della Beta ufficiale del Mondiale MXGP. Oltre a questo, si trovano le pedane in ergal anodizzate nere, corona bicomponente, sella con copertina racing, tappi motore in ergal rossi, freni che mixano impianti idraulici Nissin a dischi Galfer da 260/240 mm. Arriva anche un inedito selettore mappatura affogato nel salsicciotto del manubrio, che permette di selezionare la curva da asciutto o bagnato a cui si può abbinare il traction control. Stranamente non c'è il paramotore e il serbatoio del carburante è dedicato, con una capienza di 7 litri; curiosa la scelta di lasciarlo trasparente. La moto pesa 104,5 kg a secco e costa 9.990 euro.

Questa è la teoria, per sapere come va, girate pagina cliccando qui sotto.

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LA PROVA

Non saprei dire perché, ma mi aspettavo una moto impegnativa, tanto che sono entrato in pista nel primo turno con la mappa da bagnato. Ma ho capito subito di aver peccato di pregiudizio e l'ho tolta immediatamente. Il test si è svolto a seguito di alcuni giorni di pioggia che hanno reso il fondo del tracciato Motocross Crotta un po' pesante. La sabbia umida ha assorbito l'acqua come si deve e si gira bene, ma il terreno lega tanto ed è meglio avere più brio per poter uscire dai pasticci rapidamente. Si sono formati tanti canali sul dritto e in curva e serve essere scorrevoli. Quindi subito mappa full power e manciate di gas. Il fondo che lega e una erogazione piacevolmente lenta a raggiungere i giri importanti hanno reso l'approccio molto semplice. Il motore della Beta da cross non spaventa, si fa gestire, è sfruttabile. Non è appuntito, non dà la botta quando prendi in mano il gas. Ha una terza marcia molto versatile e da metà in poi inizia a spingere con vigore, fino a dimostrare un buon allungo; da un certo punto in poi cresce più rapidamente e raggiunge velocità notevoli. Un motore completo, ben programmato, anche se in accelerazione si avverte una carburazione un po' grassa che, probabilmente, è proprio quella che contribuisce a rendere l'erogazione più tonda e sfruttabile. Un propulsore molto valido, in grado di accontentare tutti. Concettualmente simile alle sensazioni un motore "jap", quindi con poco volano, ma anche particolarmente silenzioso e ovattato di aspirazione e scarico.
La ciclistica è ciò che rende la moto originale, rispetto al resto del mercato. Si può inquadrare come votata alla stabilità; la moto è ferma, sincera, rigorosa. Nei tanti canali del tracciato, alcuni anche da prendere in velocità sul dritto, trasmetteva fiducia, ti invitava a entrare deciso che tanto non succedeva niente. Questa caratteristica, unita alla rotondità del motore, ha reso la giornata del test molto piacevole. Si poteva guidare con grande confidenza, con un bel coinvolgimento emotivo nonostante si parli di una 450, cilindrata storicamente efficace, ma non prettamente divertente.

La RX 450 è una moto di carattere, magari con qualche vibrazione, con quella ruvidità di prodotto genuino e non robotico, una caratteristica che personalmente apprezzo considerando che si parla di fare motocross. Un altro grande pregio della ciclistica è la posizione di guida in piedi; bellissima da condurre, piacevole da sentire in mezzo alle gambe quando la inserisci nei lunghi canali in curva con il peso indietro, per poi sederti un attimo prima di prendere in mano il gas. L'ergonomia del retrotreno è ottima, mentre più si avanza e più si accusano i convogliatori larghi. L'anteriore è sincero, la spaziatura pedane manubrio azzeccata, riesci a piegare e uscire di curva con istintività. Questo nonostante la moto non brilli particolarmente per maneggevolezza, soprattutto all'anteriore. Risulta un po' macchinosa in certe situazioni, è alta di manubrio e di sella, dinamicamente non leggerissima (ma si parla pur sempre di un 450). Pensate che nonostante fossimo sulla sabbia umida, ho sfilato la forcella di una tacca, per ridurre un po' l'altezza dell'anteriore, andando a ribilanciare il tutto intervenendo su compressione e ritorno del moto. La taratura delle sospensioni è da moto da cross vera, progressiva ma bella sostenuta, rigida quanto basta, non cedevole, soprattutto dietro. Il comfort complessivo non è da riferimento nonostante il telaio in acciaio, la sella è piuttosto dura e con poca spugna, da amatore la vorresti meno secca. Col passare dei giri e l'aumento delle buche in pista è emerso il carattere racing della RX 450, che ha un limite ciclistico molto alto, in grado di accontentare piloti che hanno velocità e ambizioni importanti, ma anche un fisico adeguato.

Il nuovo selettore mappatura nel bar pad è intuitivo, funzionale e piacevole e le due mappe si differenziano per la rapidità a prendere giri; quella da pioggia è ancora più spalmata. Una delle novità è l'introduzione del traction control, ma non c'erano le condizioni per metterlo alla prova. I freni hanno un ottimo equilibrio tra potenza e modulabilità.

Per essere la prima Beta da cross 4 tempi di serie è già a un ottimo livello. Non è affatto una 430 da enduro senza faro e portatarga, è un mondo a parte, completamente diverso per prestazioni e modalità di utilizzo. Pur essendo un dettaglio soggettivo la trovo bellissima, sia per forme sia per colori (lo sarebbe ancor di più col serbatoio nero) e in pista dimostra ha quel fascino della moto racing che ti fa venire voglia di stare dentro e fare un altro giro.

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La pista del test: Motocross Crotta

Il test si è svolto sulla pista Motocross Crotta di Crotta d'Adda (CR), recentemente rilevata da Carlo Caresana. Tracciato storico, oggi più largo e ammodernato, caratterizzato da fondo sabbioso con un layout veloce e divertente, curve di varia raggiatura, salti ben dimensionati e sicuri. Il paddock è su sassi, con allaccio corrente, sono disponibili varie file di bagni, un bar, un secondo tracciato per piccolissimi. Si gira dal mercoledì alla domenica, tutto l'anno, con ogni tipo di licenza (FMI, UISP, ASI, Csen). Per info pagina fb o Instagram oppure 334.2904603.

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