Tutto parte dall’acquisto di una moto da parte del distributore ufficiale (come KTM Italia, Honda RedMoto o Yamaha Italia) dalla Casa. Quella moto viene venduta, in Italia, a una società in regime di sospensione IVA. Successivamente, questa società la rivende a un’altra che ha sede in un paese straniero, ma sempre nell’Unione Europea. Spesso senza che la moto si muova di un millimetro da dove è stata ricoverata. È poi la volta di un ulteriore passaggio, che prevede un terzo acquisto, e ancora un quarto, a favore di una società nuovamente italiana che incassa l’IVA, senza però mai versarla. A questo punto il mezzo viene rilasciato sul mercato e venduto (con pagamento in contanti) a un prezzo quasi allineato a quanto è stata pagata inizialmente dal distributore. Anche fornendo una fattura al cliente, destinata a non essere mai registrata. Una volta terminata questa serie di passaggi e smaltite le moto, le società vengono chiuse e poi riaperte con una diversa ragione sociale.
Siamo coscienti del fatto che molti utenti acquistino le moto dal mercato non ufficiale consapevolmente, ma anche che ce ne siano molti che ne restano coinvolti per ingenuità o inconsapevolezza, incantati da un prezzo di acquisto ultra vantaggioso e da mirate rassicurazioni da parte dei soggetti che operano in questo commercio. Diffidate sempre di chi non mostra una sede legale e fiscale, di chi consegna le moto nelle piste da motocross o all’Autogrill, ancor di più di chi pretende il pagamento in contanti. Perché siamo di fronte a una pratica illegale.