Andrea Bruni
17 January 2023

Dakar 2023; tiriamo le somme

Con il palco di premiazione a Dammam si è chiusa la 45° edizione della Dakar, battagliata fino all'ultimo metro tra i compagni di squadra Kevin Benavides e Toby Price. Riviviamola analizzando aspetti salienti, la spedizione italiana arrivata al traguardo e l'obiettivo raggiunto di Kove

KTM RI-TORNA

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Kevin Benavides durante i festeggiamenti di fine tappa

Che gara meravigliosa! Dopo più di 8.000 km e 43:27.20 ore trascorse in speciale tra dune, sterrati veloci e "pozzangherone" anomale, tutto si è ridotto a soli 43 secondi tra Kevin Benavides e Toby Price. Con il palco di premiazione, a Damman, si chiude la 45° edizione della Dakar. L'argentino conquista la sua seconda vittoria e diventa il primo pilota nell'era moderna delle 450 cc a vincere con due diverse case motociclistiche: Honda nel 2021 e ora KTM. Questa doppietta porta la orange sul gradino più alto del podio per la 19° volta nella storia, ben quattro dall'ultima vittoria di Toby Price in Sud America. "Sono partito da zero in quest'ultima speciale e ho cercato di non pensare a nulla, solo di andare a tutto gas per 138 chilometri." Afferma entusiasta Benavides, "non è stato facile, c'era molto fango e hanno anche messo dei punti di navigazione difficili. Per me il risultato più importante è essere il primo pilota a vincere la Dakar con due costruttori diversi". Dopo un 2020 e 2021 da vincitori Honda ha dovuto lasciare il posto anche quest'anno alla famiglia austriaca; la coppia Pablo Quintanilla e Adrien Van Beveren ha chiuso la top five, scambiandosi rispettivamente il quarto e quinto posto (nell'ultima tappa), per l'onore di miglior pilota HRC.

Impresa ardua quella che ha portato a termine Kevin; nella storia del rally più duro al mondo ci sono stati altri piloti che hanno vinto con moto diverse? La risposta è sì: Cyril Neveu nel 1979/80 con Yamaha XT500 & 1986/87 Honda NXR750V, il nostro Edi Orioli 1988 con Honda NXR750V & 1990/94/96 Cagiva Elefant, Richard Sainct nel 1999/00 con BMWF650RR & 2003 KTM LC4 660R e Kevin Benavides nel 2023 con KTM 450 Rally & 2021 Honda CRF450 Rally.

i nostri azzuri

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Paolo Lucci sul palco di premiazione

La spedizione italiana in Arabia Saudita annoverava ben undici piloti, di questi solo sette sono riusciti a mettersi al collo la tanto ricercata e inseguita medaglia di "Dakar Finisher". Il migliore tra tutti è stato Paolo Lucci, 15° assoluto nella classifica RallyGP e 2° nella categoria Rally2. Tralasciamo per un attimo i numeri, che si, sono fondamentali per analizzare la gara, ma rimangono fermi alla fredda statistica. Bisogna considerare che il pilota originario di Castiglion Fiorentino era alla sua seconda esperienza dakariana (la prima, lo scorso anno, lo ha visto abbandonare alla tappa otto) e, tra l'altro, con un team privato. Questo non può che iniettarci fiducia per tornare a gioire come vent'anni fa, quando gli italiani erano protagonisti, con la LC8 di Fabrizio Meoni a fare da riferimento. Gli altri azzurri sul palco di Dammam sono stati:

  • Lorenzo Maria Fanottoli, dopo aver abbandonato l'edizione 2021 alla terza tappa per una frattura della clavicola, chiude al 47° posto
  • Cesare Zacchetti, 64° al traguardo. Quest'anno ha concluso la sua quarta Dakar di fila in terra saudita, sono più di 40.000 i km percorsi in sella alla sua KTM
  • Ottavio Missoni, endurista e rallista navigato, ma alla sua prima esperienza nel deserto chiude 70° assoluto
  • Franco Picco, l'inossidabile guerriero che ha portato a casa la sua ventinovesima Dakar con la mano destra fratturata. Conclude 72°
  • Iader Giraldi, 78° al traguardo di Dammam. Concretizza e realizza il suo sogno che durava da ben due anni: correre e finire la Dakar!
  • Eufrasio Anghileri, rookie alla sua prima partecipazione, sotto la tenda del team RS Moto chiude 89° assoluto.

Brava KOVE

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I tre piloti Kove con la medaglia di "Dakar Finisher"

Obiettivo raggiunto! A inizio Dakar chi lo avrebbe mai detto che questa Casa Cinese, uscita allo scoperto a Eicma 2022 (per il mondo offroad), sarebbe riuscita a finire un rally così duro? Probabilmente in pochi. Aspetto che rende ancora più onore al team è la natura di questa 450, infatti, non è la classica rally di origine austriaca con grafiche e plastiche diverse, ma bensì una moto progettata, prodotta e assemblata interamente da Zhang Xue e il suo team. Alla giovanissima casa cinese, come per tutti i team in gara, i problemi non sono certamente mancati; ricordiamo quando un manubrio spezzato è stato sistemato con un tubo di ferro trovato lungo il percorso della tappa. Incidenti e complicazioni capitano, sopratutto se stai correndo un rally come questo, ma in casa Kove sono riusciti ad affrontarli con il vero spirito dakariano di un team esperto. Alla fine di questa Dakar tutti i piloti iscritti sono arrivati al traguardo: Sunier Sunier è il migliore con un 46° posto assoluto, Deng Liansong al 67° e al 77° Fang Mingji. Un gran bel biglietto da visita per questa 450 rally che dovrebbe essere commercializzata nei prossimi mesi.

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