Vincere il Nazioni con moto e camion datati: la lezione che Kenny ha dato al motocross

In un paddock fatto di bilici a vetrata e moto ultra evolute, Ken Roczen ha vinto la classe MXGP al Motocross delle Nazioni 2023 in sella a una Suzuki con avviamento a pedale, gestita da una struttura con furgone "vintage"

1/6

Probabilmente il venerdì qualcuno, passando davanti alla sua tenda, avrà sorriso. Ken Roczen si è presentato al Motocross delle Nazioni supportato da un team diciamo un po'... insolito, dotato di un camion non proprio nuovissimo, adesivato "anni 90" e con una tenda vintage. Per non parlare della moto, una Suzuki che ormai è una mosca bianca nel paddock, per lo stop evolutivo che ha subito ormai da diversi anni; è l'unica moto che ancora si avvia a pedale... Tutto questo in un contesto faraonico, fatto di mega bilici vetrati, hospitality sfarzosissime, moto evolute fino al più piccolo dettaglio. La RM-Z 450 di Roczen non è certo una moto tecnicamente trascurata, ma il paragone con le Honda HRC, GASGAS, Kawasaki o Yamaha ufficiali è improponibile. Ebbene, domenica sera a sorridere era Kenny, vincitore assoluto della classe MXGP dove militavano piloti del calibro di Jett Lawrence, Romain Febvre, Jorge Prado, Tim Gajser... Non conta il fatto che questa vittoria sia arrivata grazie a una serie di situazioni di pista, quello che importa è che Ken abbia dimostrato che si può vincere anche con umiltà.

1/7

La lezione che Roczen ha dato a tutti merita di essere evidenziata. Il motocross è uno sport ancora umano, fatto di persone capaci di affermarsi per le loro qualità, a prescindere dal contesto. Ma forse nell'ultimo periodo si è virato verso scelte al di fuori dell'essenza della disciplina. L'utilità dei nuovi camion "vetrina" è comprensibile e giustificabile; senza entrare nel merito di sponsor e prestigio, ci vediamo vantaggi pratici nel garantire una costanza di condizioni lavorative a chi vi opera all'interno, indipendentemente dal caldo estivo o dal freddo invernale, rispetto alla classica tenda esposta alle intemperie. Che nel Mondiale MXGP non mancano. Ma questo sta togliendo il contatto tra i fan e le moto, per non parlare dei piloti che adesso non si fanno quasi più vedere, neppure dagli addetti ai lavori. Quanto fatto da Roczen al Nazioni è degno di nota: ha riportato genuinità al motocross, ha ricordato che oltre le vetrate e le parti speciali in magnesio, c'è l'uomo, che conta ancora più di tutto in uno sport bellissimo, proprio perché infangato. Lo ricordiamo quando fino a due anni fa vestiva gli sfarzosi panni di pilota ufficiale HRC nel Supercross… Era bollito, schiacciato da una pressione trasmessa inevitabilmente dal contesto. Malanni, infortuni, ritiri. Sembrava a un passo dal fermarsi definitivamente. Con il team privato HEP Suzuki è rinato, ha vinto dei Main Event, è grintoso e, soprattutto, sorride… Quindi non posso non chiedermelo: è Roczen a essere particolare, o un passo indietro farebbe bene a tutti? C’è da rifletterci. Intanto grazie Ken.

1/4

I video di Motociclismo Fuoristrada

© RIPRODUZIONE RISERVATA